Una raffica da un tetto ha uccìso il maresciallo di Giuseppe Zaccaria

Una raffica da un tetto ha uccìso il maresciallo RAGGIUNTO DA UNA SVENTAGLIATA MENTRE IL PILOTA STAVA VIRANDO Una raffica da un tetto ha uccìso il maresciallo L'elicottero non aveva blindature, i «Mangusta» sono rimasti in Italia Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD In una panorama che con l'approssimarsi delle elezioni va facendosi sempre più incandescente ieri il contingente italiano in Iraq ha dovuto subire un altro lutto. Il maresciallo Simone Cola, 32 anni, da Tivoli, mitraghere dell'aviazione dell'esercito nel primo reggimento «Idra Bracciano», è morto dopo essere stato colpito da una raffica di mitra mentre a bordo del suo velivolo sorvolava il centro di Nassiriya. Era alla sua prima missione all'estero e fra due settimane avrebbe dovuto rientrare, è il ventesimo militare della missione «Antica Babilonia» che torna in patria disteso in una bara e ad oggi sei sono le vittime civili. Ieri mattina, quando in Iraq erano da poco trascorse le dieci, un elicottero «Ab 412» del nostro contingente era accorso in aiuto di una pattuglia portoghese della «Msu», la polizia intemazionale: i portoghesi erano stati attaccati nel centro della città vicino alla sede di Aws Al Khafaji, il rappresentante di Moqtada Al Sadr nella provincia, e gli itahani intervenivano in appoggio. L'elicottero era dotato di mitragliere che brandeggiavano da entrambi i portelli ma sembra che non abbia sparato, dal tetto di un edificio invece uomini della guerriglia hanno esploso rabbiose raffiche di mitra e proprio in quel momento il velivolo stava compiendo una virata esponendo la fiancata di destra. Una pallottola ha raggiunto il maresciallo proprio sotto l'ascella, a pochi centimetri dal giubbetto antiproiettile. Il velivolo ha interrotto immediatamente la missione, i commilitoni del maresciallo l'hanno sùbito portato all'ospedale della base di Tallii dove medici itahani hanno tentato di rianimarlo: non è stato possibile, il maresciallo Simone Cola è morto poco dopo mezzogiorno. È il milleseicentoventinovesimo soldato straniero morto in Iraq, lascia una moglie ed una bambina i cinque mesi, il suo corpo sarà trasportato domattina all'aeroporto di Pratica di Mare. Nel contingente della missione «Antica Babilonia» lo choc è forte, dall'estate scorsa le nuove regole dettate dalla prudenza avevano evitato che il contingente subisse altre perdite, in vista di ciò che si prepara il lutto è ancora più duro da accettare, però in questo caso sembra proprio che a prevalere sia stata la fatalità. Qualche tempo fa un nucleo di elicotteristi dell'esercito era finito sotto processo per aver denunciato l'insufficiente protezione antimissile dei mezzi su cui lavoravano ma in questo caso è davvero difficile immaginare quale genere di difesa si sarebbe potuta adottare. In quanto mitraghere, Simone Cola era esposto ad eventuali reazioni dal basso, ieri una rara combinazione di eventi ha fatto sì che perdesse la vita. Gh eheotteri di esercito ed aereonautica finora hanno compiuto sulla regione di Dhi Qar più di quattromila ore di missione e solo in un paio di casi era accaduto che colpi dal basso raggiungessero le fusoliere. Ieri la richiesta d'aiuto del contingente portoghese rendeva obbligato l'intervento degh itahani, ma soprattutto la situazione complessiva non sembrava autorizzare particolari allarmi. Piuttosto, fa discutere la scelta di un elicottero come r«Ab 412» per una missione di copertura, quei velivoli non sono blindati, peraltro i soli eheotteri d'attacco di cui l'esercito disponga, quattro «Mangusta» sono rimasti in Itaha. Il gruppo di Aws Al Khafaji rappresenta ed esprime le posizioni di Moqtada Al Sadr nelle province del Sud, ma proprio in vista delle elezioni Al Sadr si è collocato nella posizione di spettatore, tenendo a bada le sue milizie. Inoltre l'assoluta prevalenza degh scuti rende relativamente tranquilla a Nassiriya la prossima scadenza elettorale: qui il raggruppamento dei partiti Dawa e Sciri dovrebbe conquistare la quasi totalità dei voti, al momento manca dunque ogni spiegazione dell'accaduto, non solo in quanto alle raffiche che hanno raggiunto l'elicottero italiano, ma più ancora riguardo allo scontro che aveva coinvolto la pattugha portoghese. Al momento si tende a ritenere che la raffica che ha ucciso il maresciallo Cola sia partita dal mitra di un guerrigliero isolato: una reazione di rabbia, insomma, piuttosto che l'avvisaglia di un'azione coordinata. Pochi giomi fa, il 19 di gennaio, una bomba era stata piazzata fuori città sul percorso di una colonna italiana del battaglione alpini «Monte Cervino», ma l'esplosione non aveva causato danni. Anche il governatore iracheno della regione dice di considerare l'episodio «un fatto isolato» ed esprime all'Italia «le condoglianze del popolo iracheno». Il veivolo era accorso sul centro della città in aiuto di una pattuglia della polizia portoghese che era stata attaccata Il colpo mortale è entrato sotto l'ascella in un punto non protetto dal giubbotto anti-proiettile. Era alla prima missione estera

Persone citate: Khafaji, Sadr, Simone Cola

Luoghi citati: Babilonia, Bracciano, Iraq, Italia, Tivoli