La mamma: «Ora cì resta solo la sua bimba»

La mamma: «Ora cì resta solo la sua bimba» TIVOLI, NELLA PALAZZINA ACCANTO A VILLA ADRIANA CE ANCORA LA SUA STANZA DA RAGAZZO La mamma: «Ora cì resta solo la sua bimba» Nella casa dei genitori che lo volevano avvocato o commercialista , Flavia Amabile inviata a TIVOLI Il cancello è spalancato come prevede la tradizione romana nei momenti peggiori, il lutto. Aperto anche il portone, per lasciare ai parenti stretti la possibilità di salire su al primo piano. La porta è socchiusa, un filo di luce illumina il pianerottolo buio. Qui, dentro casa Cola, ci sono i cugini, gli zii e soprattutto ci sono Bruno e Cenzina, padre e madre di Simone e c'è Gianluca, il fratello. Facile dire ora che il tempo sembra fermo in questo appartamento che non ha odore, dove le tende di merletto bianco del grande salone sono tirate come se dovessero proteggere questa casa dal mondo intero. E' sera ormai, sono trascorse sei-sette ore da quando la voce di un ufficiale ha portato la notizia che nessuno avrebbe mai voluto udire: Simone è morto. Simone, che in questa casa è nato e cresciuto, non rivedrà mai più la sua stanza in fondo al corridoio, ora chiusa. «Non voglio che la vedano, è un pezzo di Simone, un pezzo tutto suo, lasciamolo dove è», dice Gianluca, che rispetto al fratello che vediamo nelle fotografie di famiglia ha qualche chilo e un bel po' di capelli in più, lunghi, sulle spalle. La chitarra elettrica appesa alla parete della stanza in cui sono silenziosamente seduti alcuni zii appartiene a lui. Simone - raccontano - non era tipo da chitarra elettrica. A 14 anni aveva già le idee chiare: esercito e carriera militare. La mamma, la signora Cenzina, all'inizio non era del tutto convinta, chiedeva consiglio a chi ne sapeva di più. A pochi metri da lei abitava Menio Pietrobono che da sempre si era occupato di pedagogia. «Lascialo fare, se ne è convinto vuol dire che è la sua strada». E loro l'avevano lasciato fare, Simone aveva lasciato presto la casa dei genitori che sta proprio accanto a Villa Adriana, la più bella e più grande mai costruita da un imperatore romano. Sapeva Cenzina che era la strada sbagliata? Sapeva che dentro di sé faceva bene a pensare di volere un figlio avvocato o commercialista piuttosto che maresciallo superspecializzato dell'esercito? Più che altro lo temeva nei lunghi pomeriggi trascorsi a ricamare i centrotavola che ora sono in salotto o il tenero ritratto di Biancaneve incorniciato e appeso nella sala d'ingresso. . Ma ormai è troppo tardi per fare o dire qualcosa. La signora Cenzina si limita a stringere al petto la foto di Simone. E soltanto quando arriva il sindaco di Tivoli, Marco Vincenzi, gli racconta di quando pochi giomi fa aveva stirato la divisa per il figlio, di come ogni sera faceva il conto alla rovescia e cancellava un ninnerò dal foglio del calendario su cui è segnata una data di febbraio, il giorno del rientro. «Ora ci resta solo la sua bimba che ha appena fatto in tempo a veder nascere», sussurra rivolta al sindaco ha l'ultimo figlio con la stessa età della bimba di Simone. Il signor Bruno, il papà dello sfortunato maresciallo, è appena tornato da Ferentino dove ha abbracciato la nuora e la nipotina di cinque mesi: Se ne sta in cucina, da solo, e non ha nessuna vergo¬ gna delle lacrime che gli scendono sul viso. Tocca al fratello Gianluca scendere almeno una volta a parlare con i giornalisti per ricordare che suo fratello era «un eroe». Tocca a lui versare le gocce di tranquillante in un bicchiere per il papà perchè «senza queste, non ce la farà mai». E poi gli tocca la visita del cappellano militare, stringere mani, occuparsi di chi gli spiega che la salma del fratello arriverà a Ciampino. Qualr che ora prima, ai giornalisti con lo sguardo stralunato conclude i suoi ricordi dicendo: «Eravamo...siamo una famiglia unita». Un ufficiale ha portato la notizia che nessuno avrebbe mai voluto udire

Persone citate: Flavia Amabile, Marco Vincenzi, Pietrobono, Villa Adriana

Luoghi citati: Ciampino, Ferentino, Tivoli