Cappa e spada nell'antica Gina è «La foresta dei pugnali volanti» di Alessandra Levantesi

Cappa e spada nell'antica Gina è «La foresta dei pugnali volanti» PRIME CINEMA Cappa e spada nell'antica Gina è «La foresta dei pugnali volanti» Dopo «Mero» Zhang Yimouaff ronta di nuovo le arti marziali Immagini di bellezza straordinaria, ma la storia è scriteriata Alessandra Levantesi CON «Hero», la sua prima esperienza nel filone delle arti marziali, Zhang Yimou aveva dimostrato che quanto a senso spettacolare non era secondo a nessuno dei cineasti di Hong-Kong, padri fondatori del genere, e dei loro epigoni sparsi nel mondo, dall' Ang Lee di «La tigre e il dragone» al Quentin Tarantino di «Kill Bill». Ora con «La foresta dei pugnali volanti», il regista cinese ci offre una pellicola di una suggestione visiva ancor più conturbante. Lasciamo perdere la storia, quanto mai pretestuale e fumosa, che si svolge neir859 quando in opposizione a un imperatore imbelle e alla sua corte corrotta, si forma un gruppo di cospiratori, i «Pui jnali volanti», che come Rorin Hood tolgono ai ricchi per dare ai poveri. Per stanare i ribelli e il loro capo, i due ufficiali Jin (il molto attraente nippo-taiwanese Takeshi Kaneshiro) e Leo (la star hongkonghese Andy Lau Tak Wah) orchestrano un lambiccato piano. Si tratta di catturare la bella danzatrice cieca Mei (Zhang Ziyi, già eroina di «Hero»), presumibilmente legata ai rivoltosi. Poi Jin la libererà dalla prigione per conquistarne la fiducia e la scorterà fino a scoprire il covo della setta. Ma durante il periglioso viaggio pieno di imboscate di soldati imperiali ignari della missione segreta, fra i due giovani nasce una passione alla quale cercano invano di resistere. Il problema non è solo quello che Mei e Jin militano in opposte fazioni, nella vita di lei c'è un uomo misterioso che non è disposto a cederla. Nel film, che inizia come un divertente epico avventuroso e si scioglie in maniera deludente come uno scriteriato melò, ci sono due scene destinate a restare. La prima è il Gioco dell'Eco che si svolge nell'esotica, floreale cornice di un bordello di lusso, il Padiglione delle Peonie. Al centro di un cerchio ideale, attorniata da tamburi disposti verticalmente, Mei duplica con le sue lunghe, svolazzanti maniche la traiettoria di fagioli che vanno a colpire la superficie degli strumenti in un crescendo forsennato, creando un numero di danza e percussioni davvero affascinante. La seconda è un aereo com¬ battimento in una foresta di bambù, dove Mei e Jin si difendono attaccati da soldati che piombano su di loro dall'alto, appesi alle sinuose piante che flettendosi dando vita a un movimento coreografico di incantevole bellezza. Di guerrieri che volano ne abbiamo visti tanti, ma con il suo magistero Yimou ne offre una variante memorabile. LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI Di Zhang Yimou Con Takeshi Kaneshiro, Andy Lau TakWah, Zhang Ziyi Cina 2004 Avventuroso/sentimentale Da venerdì nei cinema «La foresta dei pugnali volanti» di Zhang Yimou

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