la Corte dei conti promuove il bilancio dello Stato di Alessandro Barbera

la Corte dei conti promuove il bilancio dello Stato LA RELAZIONE DI APICELLA DIVIDE I POLI. FI: DOVE IL CATASTROFISMO DI SINISTRA? L'ULIVO: LA CDL NON VEDE LE CRITICHE la Corte dei conti promuove il bilancio dello Stato Il procuratore: riequilibrio con la manovra bis ma ancora troppi sprechi Alessandro Barbera ROMA Bene i conti del 2004, grazie soprattutto alla manovra-bis di luglio e alla ripresa dell'economia, male sul fronte degli sprechi e della lotta all'evasione. Testa bassa, toga scura da cerimonia, a pochi metri il presidente della Repubblica Ciampi e del Consiglio Berlusconi, il procuratore generale della Corte dei conti Vincenzo Apicella fa come ogni anno il punto su luci ed ombre dei costi della macchina dello Stato. Sui grandi numeri il governo è stato promosso: «Fino al terzo trimestre dell'anno scorso la situazione era negativa, poi c'è stata una ripresa che dovrebbe consentirci di rispettare i vincoli europei». Bollino blu dunque della Corte agli obiettivi di finanza pubblica del Tesoro per l'anno appena concluso: 2,907o nel rapporto deficitPfl, 105,80Zo per il debito/Pil. «Sono soddisfatto, una relazione lusinghiera», ha commentato il premier. Sulla stessa linea il ministro dell'Economia Siniscalco: «Lapolitica economica è essenzialmente una questione di segnali e di rotta. In questo senso da luglio ne percorriamo una dalla quale non ci siamo mai discostati. La giornata di oggi è il premio di questa linea». Da sinistra si sottolineano invece le ombre della relazione: «Vedo un entusiasmo irrazionale accompagnato dal silenzio per le critiche sul mancato contenimento dell' evasione e sulle consulenze facili», ha risposto il verde Pecoraro Scanio. Benché i giudici dei conti non abbiano fornito dati circostanziati sull'entità degli sprechi - «avremo un quadro più preciso nei prossimi mesi» - la bacchettata più dura è per l'uso delle consulenze negli uffici statali: «il conferimento di incarichi fuori delle strutture pubbliche sta assumendo dimensioni preoccupanti», almeno 200.000 «mutili e dannose» nel solo 2003 e che stanno provocando «un disseccamento» della pubblica amministrazione. Un modo un po' burocratico per dire che a forza di tagli al personale dello Stato si rischia di spendere di più e di demotivare i dipendenti a tempo pieno. «Non è neppure detto che dia sempre risultati positivi in termini di efficienza e di trasparenza». Anzi in molti casi si tratta di «sospetti favoritismi». «Mi sono sempre guadagnato da vivere facendo il consulente. Spezzo una lancia a favore di quelli seri», ha detto il ministro della Giustizia Castelli, poco convinto dei toni della denuncia. «Mi sono sempre sforzato di portare al ministero la cultura privatistica con buoni risultati: nell'edilizia giudiziaria si è passati dai nove progetti del 1998 ai sessantanove del 2003. Poi è arrivata la Corte dei conti ed ho dovuto rinunciare a tutte le consulenze. Ne sto vedendo gli effetti negativi». Eppure l'anno scorso «su 14 miliardi (di vecchie lire, ndr) solo imo è stato destinato alle consulenze». Nel menù di doglianze preparato dalla Corte c'è poi dell'altro:dall'evasione fiscale - che «continua ad essere forte, anche per comportamenti colposi e dolosi di pubblici dipendenti e di esattori» alla cattiva gestione nella sanità e dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo. I custodi dei conti lamentano poi il taglio orizzontale della spesa imposto con la regola del 20Zo, che metterebbe a rischio l'operatività degli uffici: «Non si può continuare a ridurre gli stanziamenti ordinari della pubblica amministrazione» ha detto Apicella lamentando i tagli anche alla propria struttura: «Quest'anno dovremo tagliare quasi completamente la formazione del personale». Infine il problema dei controlli sugli enti locali, che di anno ih anno si trasformano in sofisticati centri di spesa: «È impensabile che la Corte possa svolgere ima attività di verifica su ottomila comuni». ^ Soprattutto se nel frattempo molte risorse dei comuni (soprattutto i più grandi) si disperdono nelle casse di società per azioni (private) sulle quali la giurisdizione è privata: «Nessuno conosce i conti di queste Spa», ha detto Apicella. Reazione stupita dall'And, l'associazione dei comuni: «Le spa per azioni rispondono agli azionistisulla base delle norme contenute nel codice civile», ha detto il vicepresidente Fabio Sturani. «Se si vuole ridiscutere il ruolo dei controlli dei bilanci pubblici, i comuni non si tirano certo indietro». Il procuratore generale della Corte dei Conti Vincenzo Apicella

Persone citate: Apicella, Berlusconi, Castelli, Ciampi, Fabio Sturani, Pecoraro Scanio, Vincenzo Apicella

Luoghi citati: Roma