La scure di Bush sulle pensioni di Maurizio Molinari

La scure di Bush sulle pensioni LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA UNO DEI CAPISALDI DEL DISCORSO PER IL GIURAMENTO PRESIDENZIALE La scure di Bush sulle pensioni Tagli ai benefici con la possibilità di attivare polizze private. Wall Street esulta. Ma l'opposizione, non solo democratica, sarà dura Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK «Sarà un Liberty Speech», un discorso sulla libertà. Così Dan Bartlett, responsabile della comunicazione della Casa Bianca, anticipa ciò che dirà giovedì George W. Bush prestando giuramento a Capitol Hill e dando così inizio al suo secondo mandato presidenziale. Dietro il termine «libertà» ci sono le due direzioni di marcia che Bush vuole intraprendere con l'intento di dare vita a quella che il vicepresidente Dick Cheney ha definito «una presidenza di trasformazione»: promuovere la democrazia all'estero e riformare la previdenza sociale in patria. Sul fronte intemo «libertà» per Bush significa, come sottolinea Bartlett, «offrire più opportunità ai cittadini, garantirgli più controllo sul loro futuro». Il primo terreno scelto dal presidente per riuscirci è la riforma della previdenza (la social security) con l'obiettivo di scardinare il sistema di benefici pubblici per i pensionati creato da Franklin Delano Roosevelt dopo la Grande Depressione ed entrante in funzione nel 1940. La task force del presidente ha stu¬ diato i conti pubblici, arrivando alla conclusione che dal 2042 la previdenza andrà in rosso e nel 2080 finirà in bancarotta a causa del pensionamento della generazione del baby-boomer. Per scongiurare questo scenario di collasso della finanza pubblica Bush sta preparando una proposta di legge che da un lato ridurrà di benefici ai nuovi pensionati - ponderandoli all'inflazione e non più ai salari - e dall'altro offrirà la possibilità ai lavoratori di attivare polizze private con fonti privati. L'idea è che i ricavi ottenuti sul mercato compenseranno la riduzione dei benefici, contribuendo nel lungo termine a porre rimedio al deficit federale. Trasformare i pensionati in azionisti è un tentativo che si presta a più letture : può portare a strappare ai democratici una parte del loro tradizionale elettorato; promette a Wall Street profitti annui valutati in centinaia di milioni di dollari. Contro questo scenario i democratici sono sulle barricate: lamentano il rischio di scaraventare nella povertà il 48 per cento degli anziani e contestano i conteggi della Casa Bianca affermando che per evitale la bancarotta della previdenza fra 75 anni sareb- be sufficiente aumentare da subito i prelievi dell' 1,89 per cento. Sulla carta la sfida di Bush si presenta tutta in salita perché al Congresso dovrà affrontare non tanto la minoranza democratica ancora tramortita dalla sconfitta elettorale - quanto l'opposizione di numerosi deputati e senatori repubblicani timorosi di perdere il voto dei pensionati alle elezioni legislative del novembre 2006. Sul fronte internazionale invece l'intendo di «trasformazione», secondo una formulazione ricorrente fra i suoi collaboratori, si misurerà sulla capacità di «portare la libertà all'estero». Le elezioni in Afghanistan, nei territori palestinesi ed in Iraq sono i «tre mesi straordinari» ai quali Bush vuole dare seguito facendo della trasformazione democratica del Medio Oriente la continuazione politica della fase militare della guerra al terrorismo iniziata con gli attacchi a Kabul e Baghdad nel primo mandato. Rispondendo ad un cronista Bush ha detto che la democrazia può arrivare «dalle urne o dalla piazza» facendo intendere che gli Usa non faranno mancare il sostegno a dissidenti, riformatori e oppositori. Sarà il nuovo Segretario di Stato, Condoleezza Rice, a dover dare al Congresso più dettagli su questa strategia durante le 48 ore di udienze che iniziano questa mattina a Washington. «Per promuovere la libertà nel mondo e garantire la sicurezza degli americani in casa - ha osservato Harvey Sicherman, presidente del «Foreign Policy Research Institute» di Filadelfia George W. Bush ha in mente di costruire e ridisegnare alleanze intemazionali». II presidente Bush entra nella chiesa di St. John a Washington insieme con la moglie Laura