Colpevole per le torture di Maurizio Molinari

Colpevole per le torture IGNORATA LA LINEA DELLA DIFESA: GRANER NON OBBEDÌ' AD ALCUN ORDINE Colpevole per le torture Usa, condannato il caporale di Abu Ghraib Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK I dieci giurati militari di Fort Hood hanno condannato il soldato Charles Graner, il primo soldato ad essere processato negli Stati Uniti per gli abusi commessi nella prigione di Abu Ghraib. Dopo cinque ore di camera di consiglio Graner è stato riconosciuto colpevole di nove capi d'accusa su dieci perché considerato l'organizzatore delle violenze ai danni dei detenuti iracheni. Adesso rischia un condanna massima di 17 anni e sei mesi di detenzione. Il testo della sentenza respinge la tesi della difesa, secondo cui erano stati ordini superiori a spingere Graner ad abusare dei detenuti, e dunque limita le responsabilità dell'avvenuto ai soldati che furono ripresi nelle fotografie dello scandalo. L'ultima udienza del processo celebrata nel tribunale della città militare texana aveva visto il procuratore accusare Graner di aver commesso abusi e torture «per puro divertimento» mentre l'avvocato difensore aveva ribattuto che quanto avvenuto nel carcere fu la conseguenza di «ordini superiori da parte dell'intelligence». L'imputato aveva rifiutato di deporre proprio in ragione del fatto che le responsabilità dei «superiori» erano state «provate dai testimoni» sfilati di fronte alla giuria. Graner, condannato per atti indecenti, cospirazione ed aggressione, ieri mattina all' entrata in tribunale aveva ostentato sicurezza sorridendo alle telecamere. Decidendo sulla pena dell'imputato i giurati erano chiamati anche a dare un giudizio su ciò che avvenne ad Abu Ghraib perché le tesi di accusa e difesa non potevano essere più differenti. Il procuratore, Chris Graveline, aveva descritto Graner come colpevole di «abusi inequivocabili», mostrando in aula le foto della pila di detenuti nudi da lui costruita in un corridoio della prigione e sottolineando che «tutto ciò è stato fatto per sport, per divertimento». Per confermare la tesi sulla responsabilità individuale Graveline aveva portato come prova alcune email inviate dallo stesso Graner, in cui commentava beffardamente le immagini degli abusi compiuti. In un caso la foto di un detenuto nudo, legato ed insanguinato è accompagnata alla frase «un'altra notte noiosa di lavoro», in un altro si vede Gamer ricucire la ferita sull'occhio di un prigioniero con a fianco la scritta «le cose devono essere andate male quando gli ho fatto alcune domande». In altre email Garner definisce «roba cool» (divertente) gli abusi che infliggeva ai prigionieri obbligandoli a toccarsi i genitali in pubblico o sbattendo la loro testa sulle inferriate. Ma l'avvocato difensore, Guy Womack, aveva raccontato una storia ben differente. A suo avviso Garner era stato «sotto una costante pressione da parte degli ufficiali dell'intelligence» che gli aveva chiesto di «preparare i detenuti» agli interrogatori. «Si trattava di un persistente comando - aveva aggiunto l'avvocato - per ammorbidire i detenuti affinché potessero rivelare le informazioni necessarie ad evitare l'uccisione di soldati americani». All'epoca degli abusi Saddam Hussein non era stato ancora catturato e ciò, secondo l'avvocato, aumentava la pressione dell'intelligence per avere informazioni utili. Gli ultimi due testimoni portati dalla difesa avrebbero confermato questa tesi, dichiarando che gli ufficiali si complimentarono con Gamer per la gestione dei detenuti. Per chiedere clemenza nei confronti del proprio cliente Womack aveva concluso l'arringa sottolineando che pur «rispettando gli ordini» gli abusi e le sevizie furono eseguite «in maniera ingenua e senza far male a nessuno» definendo come 1'«unica cosa errata» quella di aver «scattato delle fotografie sorridendo» di fronte ai corpi nudi dei detenuti. La sentenza di Gamer, un ex secondino di 36 anni di età originario di un piccolo centro della Pennsylvania, è destinata a fare testo anche per gli altri due casi pendenti, incluso quello di Lynndie England, la soldatessa fotografata mentre teneva un detenuto nudo al guinzaglio e da cui proprio Gamer ha avuto un figlio alcuni mesi fa. Il caporale Charles Graner lascia sorridente l'aula del processo a Fort Hood, In Texas

Luoghi citati: New York, Pennsylvania, Stati Uniti, Texas