Lega-Formigoni, lo scontro continua di Gigi Padovani

Lega-Formigoni, lo scontro continua . PJW^iàT^aiyAROh^ Lega-Formigoni, lo scontro continua il governatore: «Vanno da soli al voto? Buon viaggio» Gigi Padovani Da Bergamo nel primo pomeriggio il ministro leghista Roberto Maroni, formalmente in pista per il Pirellone, pronuncia due no. Il primo è scontato: non ci sono deroghe all'accordo nazionale della Cdl. Il secondo lo è un po' meno: «Se anche un solo partito della coalizione dirà "questa Usta no", non ci sarà alcuna Usta aggiuntiva». Da Cremona, poco dopo, arriva la risposta del presidente della Regione Lombardia, ormai alla prima giornata di campagna elettorale: «E' esattamente ciò che avevo detto io e solo io e cioè che la Lega ha deciso da tempo di andare da sola. Buon viaggio». Al di là della nuova esibizione muscolare tra Lega e governatore, il reiterato scontro di ieri mette in evidenza che l'intesa per le RegionaU in Lombardia è ancora lontana. I mediatori sono all'opera, ma forse soltanto oggi o domani ci sarà un passo avanti, con il rientro ad Arcore di Silvio Berlusconi. Ieri nel vertice a piazza del Plebiscito non si è parlato del «caso Formigoni», e la presenza di Maurizio Lupi, deputato a lui vicino e nello staff di via dell'Umiltà - la sede di Forza Italia - per la parte organizzativa, probabilmente ha portato i presenti a «ghssare» sull'argomento. Con una telefonata a Lupi, lo staff di Formigoni a fine giornata, conclusala visita a Cremona con incontri nel mondo economico ed esponenti del centrosinistra, ha capito che il premier - molto seccato per la piega che sta prendendo r«affaire» lombardo - vuole minimizzare al massimo e cercare di chiudere gli effetti mediatici, che considera negativi per la maggioranza. In effetti, anche ieri il leader Ds Piero Fassino ha cercato di approfittare dei contrasti in campo avverso, con due obiettivi: dimostrare che i governatori del centrodestra si vogliono smarcare dal Cavaliere perché ha perso credibilità, e che il «riformismo lombardo» e «terzista» ammaliato dal violino formigoniano - ieri è stato appun¬ to in visita ai Untai cremonesi sbaglia indirizzo, visto che i veri riformisti sono quelU dell'Ulivo. La conseguenza è stata uno scambio di frecciate con mezza Forza ItaUa, da Sandro Bendi a IsabeUa Bertolini, che gli ha repUcato senza mezzi termini: «E' Fassino che sente odore di sconfitta». NeUo staff del governatore «ribeUe» si continua a far passare la versione del «duro e puro» che va avanti senza guardare in faccia nessuno. Lui neUe dichiarazioni conferma di voler continuare il suo progetto: sia il manifesto che sta elaborando con un «think tank» assai vasto, sia la Usta dei riformisti lombardi per i vari Boighini, TognoU, Pomodoro, Bassetti e Intiglietta. Molti trasfughi dal centrosinistra ed ex craxiani o, ciellini ai quali l'imprenditoria meneghina delusa dal berlusconismo guarda con curiosità. Conferma l'eurodeputato Mario Mauro, organizzatore della campagna elettorale di Formigoni: «Vedo che qualcuno parla di progetto tramontato: sbagUano di grosso. Lui non è un uomo per ogni stagione». Adesso, semmai, l'entourage del presidente è preoccupato da quel «no» di Maroni alla Usta aggiuntiva: poteva essere un modo per uscire daU'«empasse», una lista riformista in aggiunta a quelle deUa Cdl. Ma ora la Lega pone il veto. E allora vale considerare queUa risposta di Formigoni a Maroni: io solo vi avevo avvertito che la Lega voleva andare da sola. Il ragionamento che si fa al PireUone è diverso daU'opinione accreditata in questi giorni da molti commentari, e che cioè l'impuntatura del Carroccio fosse «eterodiretta» - come ha dichiarato anche l'Udo Bruno Tabacci, uno degU amici del governatore - da Forza Italia. «Questi hanno fatto cadere la Provincia di Milano con le loro imboscate a Ombretta Colli faceva notare ieri uno di loro - e poi hanno lasciato anche il sindaco Albertini in Comune. Ma non lo avete capito? Il prossimo obiettivo è quello di farci perdere le regionaU. Perché così possono far capire che sono insostituibiU per le poUti- che del 2006. Sanno che il loro unico referente può essere Berlusconi e a lui la Lega rivolge questi pericolosi messaggi». Il Formigoni «solista» che sta girando la Lombardia in questi giorni potrebbe andare avanti così anche al voto? Lui nega. Però il presidente lombardo ieri ai suoi l'ha detto chiaro e tondo: «L'accordo di Roma è carta straccia, non c'è più, la Lega lo ha messo in dubbio». Quindi, la parola toma al Cavaliere. Qualcuno dei consigUeri del governatore lo sta convincendo che potrebbe davvero andare avanti senza Carroccio, che «non serve per vincere». E se dovesse battere Sarfatti, rimetterebbe in dubbio tutto il sistema di aUeanze neUa Cdl. Maroni, ministro del Welfare e candidato leghista alla presidenza della Lombardia

Luoghi citati: Arcore, Bergamo, Cremona, Lombardia, Milano, Roma