Ciampi in Calabria, appello airunìtà e alla legalità di Paolo Passarini

Ciampi in Calabria, appello airunìtà e alla legalità IMPEGNO PER IL MEZZOGIORNO: «I SUOI PROBLEMI SONO PROBLEMI DI TUTTA L'ITALIA» Ciampi in Calabria, appello airunìtà e alla legalità «Chi non fa il proprio dovere di cittadino, poi fatica ad essere ascoltato» Paolo Passarini inviato a CROTONE La seconda visita di Carlo Azeglio Ciampi in Calabria si è conclusa ieri in un bagno di folla. Decine di migliaia i crotonesi che si assiepavano dietro le transenne in piazza Pitagora e lungo il corso principale, dove si è snodato il corteo presidenziale. Oltre duemila i bambini delle scuole crotonesi, che agitavano bandierine tricolori e inneggiavano al Presidente dentro il PalaMilone, la nuova struttura dedicata al grande eroe olimpico di più di 25 secoli fa. Uno striscione recitava: «Crotone saluta Carlo Azeglio Ciampi, il presidente della patria e del tricolore». A loro, ai sindaci del Crotonese e alle autorità locali, Ciampi ha trasmesso un messaggio preciso: «Il Paese, l'Italia, è imo». Vale a dire che «i suoi problemi, pur diversi nelle varie aree, sono problemi di tutti» ed «è un vantaggio di tutti risolvere ciascuno di essi». Si è trattato di un messaggio, quindi, volto da una parte a rassicurare i calabresi sull'attenzione e sul!' affetto con cui lo Stato centrale li segue; e, dall'altra, a sottolineare la miopia di ogni ideologia separatista o anche soltanto antimeridionalista, come quella della Lega. Ma questo severo monito è stato accompagnato, ieri, da un richiamo altrettanto severo alle popolazioni locali. Se giovedì, parlando all'auditorium Valentinianum di Vibo Valentia, Ciampi aveva insistito soprattutto sulla necessità di rompere il «circolo vizioso» tra sottosviluppo e criminalità organizzata, chiedendo ai cittadini di reagire e di assumersi la propria responsabilità in questa lotta, ieri, a Crotone, il Presidente ha voluto allargare il senso del suo appello alla legalità. «Per chiedere che lo Stato assuma tutte le sue responsabilità - ha detto Ciampi bisogna sapere innanzitutto di aver fatto, di stare facendo, la propria parte per migliorare le proprie condizioni di vita». Questo non significa soltanto impegnarsi per favorire lo sviluppo. Significa soprattutto fare il proprio dovere di cittadini. «Chi fa costruzioni abusive, distruggendo un bene pubblico, quale è upaesaggio - ha spiegato il Presidente -; chi non paga le imposte, creando ovvie difficoltà per lo Stato o per gli enti locali; chi, per paura o per opportunismo, non denuncia i soprusi subiti o gli episodi di corruzione; chi abusa di sussidi cui non ha diritto; chi non fa, insomma, il proprio dovere di cittadino, fatica poi, inevitabilmente, a farsi ascoltare quando chiede, giustamente, che lo Stato faccia la sua parte». Lo Stato deve garantire giustizia, buona amministrazione, infrastrutture. Ma non bisogna mai dimenticare che in Calabria, come ovunque in Italia, «il primo problema siamo noi, i cittadini, consci dei nostri diritti, ma anche dei nostri doveri». C'è di più. Se questo è il dovere dei cittadini, il dovere delle classi dirigenti, delle autorità locali, è quello di impegnarsi nell'«educazione (Jei cittadini alla legalità». C'è un antico proverbio calabrese, che Ciampi non avrebbe potuto citare, secondo il quale, quando il pesce puzza, comincia sempre dalla testa. Ed è quindi un preciso dovere di chi ha responsabilità pubbliche, di chi comanda, aiutare i cittadini a rispettare la legalità, con una caparbia opera di educazione, che è «compito di tutti». Commosso dalla presenza di tanti giovanissimi, Ciampi ha voluto regalare loro una raccomandazione, la stessa rivolta recentemente ai giovani di Napoli: «In qualsiasi circostanza, in qualsiasi momento di dubbio, di incertezza, date ascolto a una sola voce, quella che parla silenziosamente dentro di voi. E' la voce della vostra coscienza. Non vi pentirete mai di avere dato ascolto a quella voce». presidente Ciampi, durante la visita al Museo Archeologico Nazionale, ammira il Tesoro di Hera

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