La prigione marchia Innocente di Leo Malet

La prigione marchia Innocente di Leo Malet La prigione marchia Innocente di Leo Malet Massimo Romano ÉO Malet esordì nella letteratura con due romanzi polizie■™schi pubblicati sotto pseudonimi americani, Johnny Metal (1941) con il nome di Frank Harding e La mori de Jim Licking (1942) con la firma di Leo Latimer. Aveva poco più di trent'anni e i suoi numi tutelari erano i maestri americani dell'hard boiled, Dashiell Hammett, James Gain e Raymond Chandler, creatori di personaggi malinconici e cinici, violenti e romantici, dark ladies affascinanti e pericolose che si muovono in città malavitose dove echeggiano gli spari di rivoltelle da auto in corsa lanciate a tutta velocità e bande criminali si affrontano tra fumo di sigari, partite a poker, bottiglie di gin e pollici che scorrono lungo le bretelle. L'ombra del grande muro è il terzo romanzo di Malet, il primo firmato con il suo nome. Scritto nel 1942 e pubblicato nel 1944, dopo 120, rue de la Gare, dove appare per la prima volta l'investigatore Nestor Burma, viene ora tradotto in italiano e curato da Luigi Bernardi, che lo definisce «una classica gangster story», «un noir maledetto». Se nei romanzi precedenti Malet aveva affilato gli strumenti del mestiere, qui è pronto per il grande salto e si presenta al 1 pubblico con una storia forte, serrata nella struttura ed efficacissima nel linguaggio. Il protagonista della vicenda è un giovane chirurgo, Crawford, che sconta tre anni di prigione per un delitto che non ha commesso. La sua amica Evelyn Stacy è stata assassinata e ai piedi del letto è stato rinvenuto un gemello di valore, un modello unico da quattrocento dollari, appartenente a Crawford. Il chirurgo si è lasciato-.laccusa^-e come colpevole'per non compromettere la sua amante, moglie di un uomo potente, «grasso e lucido come un maiale», aspirante alla carica di sindaco di New York. Uscito di galera, non riesce a liberarsi del marchio della prigione, «l'ombra del grande muro», e diventa il medico di una banda di criminali. Mahoney, il precedente dottore a cui salva la vita quando il capo intende eliminarlo perché non si è fatto trovare pronto a prestargli le sue cure dopo una sparatoria, gli svela l'identità dell'assassino di Evelyn. E Crawford prepara la sua vendetta. Come scrive Malet nella premessa, questo romanzo è «la storia di un innocente che la fatalità spinge nel fango sanguinoso del crimine». Ambientato nell'America degli anni Trenta, un paese che l'autore non ha mai visto, ricostruito con il filtro della memoria cinematografica e letteraria, è un noir asciutto, senza concessioni allo spettacolo, sorretto da una scrittura tesa che tiene il lettore con il fiato sospeso sino alla fine. Anticipa la Trilogie noir (1969), che uscì con la celebre copertina disegnata da Magritte, ed è superiore alle avventure di Nestor Burma nella serie dei «Nuovi misteri di Parigi», 15 romanzi ambientati nei diversi quartieri della città, interessanti più per la suggestione davvero fascinosa delle atmosfere anni Cinquanta che per la geometria degli intrecci, talvolta un po' confusi e squilibrati. Leo Malet L'ombra del grande muro trad. di Giuseppe Di Liberti Fazi. pp.143,214,50 ROMANZO

Luoghi citati: America, Burma, New York, Parigi