E' diventata l'edicola a più grande vetrina dei romanzi di Mirella Appiotti

E' diventata l'edicola a più grande vetrina dei romanzi di Mirella Appiotti PROSSIMAMENTE E' diventata l'edicola a più grande vetrina dei romanzi NON solo «dove va» la povane narrativa itaiana (di cui si occupa Sergio Pent nella nostra copertina) ma (d'editoria italiana dove va»: domanda d'obbligo in tutte le Tirature degli anni passati e più che mai di Tirature '05 (in uscita il prossimo 18 gennaio per il Saggiatore, pp. 256, «20), dove Spinazzola e i suoi esperti operano una sorta di tomografìa dell'industria del libro. A partire da un evento epocale, (de strategie librarie dei quotidiani», i «romanzi in edicola», 60 milioni di copie di grandi titoli venduti allegati al giornale, almeno due testate diventate anche sigle editoriali in proprio, situazione con la quale gh editori «tradizionali» stanno facendo i conti. Come ti istruisco il lettore Per introdurre il non specialista nel cuore del problema, il team di Spinazzola ha approntato ima serie di capitoh dove si esaminano i temi fondamentah della vita del libro: dal «mercato dei successi» (che sancisce quest'almo la vittoria della saggistica d'autore, in testa Fallaci, Terzoni, Pausa) a «L'almanacco delle classifiche, come si scalano le graduatorie» (dove «si evidenzia scrive Giuseppe Gallo -l'irriducibile particolarità del caso itahano, ovvero la fatica a governare questo mercato dei successi di massa. L'andamento di vendite tipico dei bestseller si osserva forse soltanto per l'ultimo Harry Potter seguito però dall'exploit di ima piccolo editore come Fazi con Melissa. Abbondano invece i percorsi inaspettati come la crescita costante del Codice da Vìnci e la tenuta di successi dehe stagioni passate come Won ri muovere della Mazzantini). In primo piano «Le vie deha promozione», segnalando il favore che godono i readings e il quasi nullo appeal degh audiolibri, senza dimenticare «il senso delle copertine» sempre più importante, né «il pubblico delle biblioteche», vale a dire l'argomento più nuovo di discussione nel bel saggio di Antonella Fiori «Non pago per leggere, non pago di leggere». L'università, snodo cruciale per la lettura «funzionale ad altre attività», luogo dove fiorisce purtroppo il fenomeno delle fotocopie è il centro dell'intervista a Lorenzo En¬ riques e della ricerca su «Le dimensioni deha lettura» di Pier Francesco Attanasio che conclude, un po' amaramente «ci vantiamo di essere un popolo di creatori ma agiamo come un popolo di copisti, infastiditi se c'è da premiare quella stessa creatività». Che futuro per gli editori? In tutta Europa le catene librarie si espandono, cambiano le relazioni e i pesi tra i protagonisti della produzione editoriale e le priorità dei problemi. In Italia la Legge sul libro è tuttora nel cassetto, in sospeso la questione del prezzo fisso, «gh editori itahani- riassume Raffaele Cardone- decidono di fare a meno dello Stato in tema di promozione della lettura». Colpo di scena, Mondadori rientra nell'Associazione Itahana Editori; dopo il miserevole fallimento degh Stati Generali voluti dal ministro Urbani, dalla convention «Passaparola» indetta dalle grandi sigle esce uno slogan suggestivo «E allora faremo da soh». Vedremo. Intanto largo al fumetto Nonostante il fiuto di geni dell' editoria come del Buono, «un pregiudizio diffuso e pervicace,. in Italia più che altrove, impedisce che ai fumetti venga riconosciuta la dignità di opere di narrativa. Il caso di tre volumi editi dalla Coco- nino Press - denominazione mutuata dal fumetto KrozyKat di George Hemman - appare in questo senso esemplare e provocatorio». Così, Dario Voltolini ci porta nella fucinanuova editrice di Igort (Igor Tuveri) con Simone Romani e Carlo Barbieri dove i tre titoh (ma il catalogo è già fitto) sono Berlin-la città delle pietre dell'americano Jason Lutes; IZ Grande Male del francese David B.; In una lontanacittà del giapponese Jiro Taniguchi. Tutti autori già di lungo corso e acclamati all'estero che lavorano sulla Storia (vedi Berlin) e sulle «storie»: veri e propri romanzi, come lo è l'unico davvero entrato nei nostri scaffali, Maus di Spiegelmann. E dei «fumetti più belli», tra cui il Grande Male, scrive un altro superesperto come Luca Raffaelli, raggruppando anche .n/ófogra/o di Guibert, Lefèvre, Lemercier, una contaminazione di fotografia e disegno, e Pillole blu del ginevrino Frederik Peeters sotto il segno dell'autobiografismo, della cronaca, nella fattispecie «della malattia». Forse la parola «fumetto» non è già più appropriata. Tendenze e successi dell'editoria italiana in «Tirature '05», il tradizionale bilancio redatto da Spinazzola con i suoi collaboratori per il Saggiatore: oltre ai dati e ai bestseller, la ricerca di nuove vie per promuovere la lettura

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