Identificate le diciassette vittime del disastro di Paolo Poletti

Identificate le diciassette vittime del disastro RIAPERTA LA LINEA FERROVIARIA VERONA-BOLOGNA Identificate le diciassette vittime del disastro Sfilata dei parenti all'obitorio. Il procuratore: «L'inchiesta sarà severa» Paolo Poletti La linea adesso funziona, del disastro resta solo il dolore dei parenti. A Crevalcore ieri sera è stata riaperta la Verona-Bologna. I lavori di ripristino, dopo il sollevamento dai binari del secondo locomotore, si sono conclusi alle 18, in anticipo sui tempi previsti. Alle 19,15 è passato il primo treno, l'Eurostar diretto a Roma, partito da Bolzano. Ieri - dopo lo strazio dei riconoscimenti tramite foto, Ojggetti personali, resti di vestiti - alla Certosa di Bologna è stato il giorno delle visite alle salme, per lo meno di quelle che erano state ricomposte. Dalle 10 alla camera mortuaria (si trova a un ingresso secondario del cimitero) si sono presentati parenti e amici. Alcuni senza preavviso, come ha dimostrato la discussione tra uno di essi e il funzionario che gli aveva detto che le visite non erano state autorizzate. Poi tutto si è risolto e a dominare è stato solo il dolore. «Ho molta rabbia per le cose che non vengono mai fatte», ha detto riferendosi ai problemi di sicurezza nelle ferrovie Roberto Gatti, stfo di Anna Martini, psicologa modenese trentenne morta mentre si stava recando a Bologna, dove lavorava. ((Anna era figlia unica ed era brava - ha osservato commossa un'amica - quando muore qualcuno si dice sempre che è bravo ma lei lo era davvero, anche nel suo lavoro, la chiamavano dappertutto». Davanti ai cancelli della camera mortuaria si è fermato anche il cognato di Bruno Nadah, 50 anni, istruttore di yoga residente nel Mantovano: «Sono sgomento, Bruno stava andando a Bologna per un corso di aggiornamento di yoga, sono stati i carabinieri a chiamarci, uno choc». I familiari delle 17 vittime sono stati accolti dai funzionari di Trenitalia, polfer. Croce rossa e 118. Alcuni parenti, prima di andarsene, hanno sostato in cortile scambiandosi indirizzi e numeri di telefono. Pasqualina Schicchitani, psico- Ioga della Pubblica assistenza di Crevalcore, era all'ingresso principale per accoghere i primi familiari che ha poi accompagnato alla camera mortuaria: «Hanno dimostrato grande compostezza, il sentimento più forte era la rassegnazione». Carla Mingozzi, dell'Unità sanitaria bolognese delle Ferrovie, ha coordinato il gruppo di medici che ha dato supporto psicologico ai parenti. La difficoltà più grande, spiega, è stata l'incer¬ tezza: «Molte persone sono arrivate dicendoci: mio figlio non è tornato a casa, non trovo mio marito che doveva essere su quel treno, non riesco a rintracciare un amico ma non so se fosse a bordo. L'incertezza è stata la situazione più drammatica, paura mescolata alla speranza. Perchè la certezza di un decesso è tremenda ma anche l'incertezza è sconvolgente». Tra le vittime c'è un trentino, Alberto Mich, 48 anni, cugino del parlamentare Giovanni Kessler (Ds) che un anno fa aveva rivolto un'interrogazione al ministro dei Trasporti per denunciare l'inadeguatezza del binario unico su una linea che collega il Nord Europa con lltalia centrale. Mich, rappresentante nel settore dell'erboristeria e dell'alimentazione naturale, si recava spesso a Bologna dove aveva i suoi riferimenti professionali. La notizia della morte è stata data con cautela all'anziana madre, reduce da un infarto. E tra le vittime c'è anche Matteo Sette, 27 anni, figlio di un avvocato di Verona: con un sms aveva avvisato la fidanzata, contento, che era riuscito a salire proprio su quell'interregionale, per raggiungerla. In serata il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, ha incontrato in obitorio il procuratore Enrico Di Nicola, presenti il pm Enrico Cieri, titolare dell'inchiesta, e diversi funzionari di Trenitalia. Dopo l'omaggio alle vittime, il sindaco (reduce dalla visita ai feriti), i magistrati e i funzionari sono rimasti a lungo nel cortile a parlare della sciagura. «Possiamo dire soltanto che faremo un'indagine completa - ha sottolineato il procuratore - e che già ci sono tutti gli elementi per fare in modo che giunga all'accertamento della verità. Non ci limiteremo alla prima fermata, andremo avanti. Sarà un'inchiesta condotta dalla procura con tutte le strutture tecniche e professionali di cui può disporre. Abbiamo iniziato lo stesso giorno, eravamo lì e abbiamo cominciato subito». Lo zio della psicologa morta mentre andava al lavoro «Ho molta rabbia per le cose che non vengono mai fatte»