Bush cambia la strategia a Baghdad di Paolo Mastrolilli

Bush cambia la strategia a Baghdad IL PRESIDENTE FIDUCIOSO: «LE ELEZIONI EVENTO STORICO» Bush cambia la strategia a Baghdad Inviato un ex generale che fu protagonista della Guerra del Golfo Paolo Mastrolilli NEW YORK Il presidente Bush resta convinto che le elezioni in programma a fine mese in Iraq saranno «un evento storico, e un'esperienza incredibilmente colma di speranza per la popolazione». Il Pentagono però non è altrettanto certo che le sue operazioni vadano per il verso giusto, perciò ha deciso di inviare a Baghdad un ex generale incaricato di rivedere l'intera strategia. La mossa del segretario Rumsfeld è stata rivelata proprio il giorno dopo la strage di giovedì in Iraq, dove nove soldati americani hanno perso la vita; sette per l'esplosione di una bomba nella capitale, due per i combattimenti ancora in corso nella provincia di al Anbar. La coincidenza temporale è casuale, ma quella di sostanza no. Infatti uno dei comandanti sul terreno, Erv Lessel, ha detto di aspettarsi «nuovi attacchi spettacolari in vista delle elezioni». L'ex generale in partenza si chiama Gary Luck e nelle forze armate Usa è quasi un mito. Sulle spalline portava quattro stelle, il grado più alto, e aveva comandato i paracadutisti del XVIII Airbome Corps durante la Guerra del Golfo nel 1991. Oggi è un consighere ufficiale degh Stati Maggiori Riuniti. Nel corso delle operazioni in Afghanistan e Iraq aveva lavorato con il generale Franks nella base di Tampa, dove si trova il comando per l'intera regione mediorientale. Una persona così qualificata non parte per fare un ispezione, e il Pentagono ha chiarito che Luck ha il mandato più ampio possibile: deve valutare la situazione sul terreno, immaginare le correzioni necessarie per il dopo elezioni, e riferire a Rumsfeld con un rapporto segreto. Il suo primo compito è capire che cosa non funziona neU'addestramento delle forze irachene, che a questo punto dovevano essere pronte a svolgere un ruolo consistente nella sicurezza del Paese. In termini di numeri l'arruolamento procede, ma troppi uomini messi in divisa non fanno il loro dovere, non sono capaci di compierlo, o addirittura collaborano con la guerriglia. Un'idea che circola è quella di inserire consiglieri americani nei reparti iracheni, per motivarli e supportarli con la copertura aerea, ma il precedente del Vietnam non è incoraggiante. I portavoce del Pentagono hanno chiarito che Rumsfeld ha piena fiducia nei generali Abizaid e Casey, che guidano il comando di Tampa e le forze sul terreno, ma Luck avrà il mandato per verificare come stanno le cose anche fra i soldati americani. Al momento in Iraq ci sono circa 150 mila militari, e Washington sperava di cominciare a ridurli dopo le elezioni. Il rischio è che succeda il contrario, tanto che il Pentagono sta valutando due richieste: rendere permanente l'aumento di 30 mila uomini neh' esercito, arruolati finora su base provvisoria, e allungare i tempi di ferma dei riservisti, che al momento sono limitati a un massimo di due anni. Il generale Scowcroft, consighere per la sicurezza naziona¬ le di Bush padre all'epoca della Guerra del Golfo nel 1991, ha detto di temere che in questa situazione le elezioni del 30 gennaio complicheranno il quadro. Secondo lui il voto, invece di pacificare a .stabilizzare l'Iraq, potrebbe approfondire gh attriti fra sunniti e scuti, fomentando la guerra civile. Quindi Scowcroft ha suggerito che l'unica via d'uscita potrebbe essere un passaggio delle consegne dagli Usa alla Nato o all' Onu, meno invisi sul terreno. Il presidente Bush ieri ha risposto che la pensa esattamente al contrario: «Le elezioni saranno un'esperienza piena di speranza per gh iracheni». Il capo della Casa Bianca ha ammesso che «in quattro province su diciotto i tenbristi stanno cercando di impedire il voto, perché capiscono che la democrazia è l'esatto opposto di ciò in cui credono. Sono come i taleban e Osama bin Laden; voghono imporre la propria volontà, e se non sei d'accordo con loro non conti. Il lavoro dei militari americani è fare il meglio possibile per dare a tutti i cittadini l'opportunità di partecipare. Qui sta precisamente la ragione per cui la squadra del generale Luck va in Iraq: garantire che in questo momento storico nella vita del Paese ci sia ima strategia chiara per aiutare il nuovo governo a difendersi». Uno dei problemi che dovrà risolvere è la scarsa qualità delle truppe irachene Pulizia di un manifesto ' elettorale per le elezioni irachene