Chìrac: «Nessun direttorio per emarginare l'Italia» di Cesare Martinetti

Chìrac: «Nessun direttorio per emarginare l'Italia» Chìrac: «Nessun direttorio per emarginare l'Italia» «Ho suggerito a Zapatero di invitare anche Berlusconi alla festa per la Costituzione ma è il premier spagnolo che decide». «Il patto di stabilità? Abbiamo posizioni diverse» colloquio Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI JACQUES Chirac dice d'essere «felice» ogni, volta che può andare in Italia. E' quella solita «passion frangaise» per il nostro Paese che a Parigi sono numerosi a dichiarare, salvo poi declinare il tutto a seconda della congiuntura politica. E da questo punto di vista i rapporti italo-francesi sono sempre alla prova del paradosso. Chirac e Berlusconi non si sono mai veramente amati fin da quando il patron della televisione commerciale venne in Francia a installare una tv su misura socialista su invito congiunto di Bettino Craxi e Frangois Mitterrand. Il francese, da primo ministro, la fece subito smantellare e ancora una volta nel corso del loro ultimo incontro all'Eliseo, Silvio Berlusconi gli ha ricordato di avergli mandato in fumo un forte investimento. Da politici, si sono spesso divisi sulle scelte europee, a cominciare da quella sulla guerra in Iraq. Ora gli interessi italiani e quelli francesi sembrano convergere a proposito della modifica del patto di stabilità che regola }a vita dell'euro. Sia il presidente del Consiglio italiano che il presidente francese hanno bisogno di rendere più elastico quel patto. Ma alla domanda precisa se ci sarà un'iniziativa comune dei due governi su Bruxelles, Chirac ha preferito risponderci in modo molto prudente. Questa breve conversazione con due giornalisti italiani è avvenuta ieri mattina nel salone delle feste dell'Eliseo dove Jacques Chirac, secondo tradizione, ha presentato i suoi auguri di buon anno alla stampa. Una cerimonia che prevede i discorsi ufficiali e poi un'infinita serie di strette di mano e di contatti a tu per tu. Monsieur Chirac, qual è oggi la temperatura dei rapporti tra Francia e Italia? «Tra i nostri due paesi i rapporti sono eccellenti e non può' essere che cosi'». Perché? «L'Italia è un paese fondatore dell'Unione europea. Abbiamo eccellenti relazioni economiche, politiche, culturali. Siamo due nazioni sorelle. Per noi francesi il rapporto con l'Italia è fondamentale, come quello con la Germania». Eppure abbiamo l'impressione che la frattura nata con la guerra in Iraq, non si sia mai saldata. Per esempio: tra qualche settimana ci sarà una grande manifestazione per la Costituzione europea tra Spagna, Germania e Francia. Di nuovo una specie di direttorio che ci esclude? «Non sono stato io a fare gli inviti, io soiio semplicemente un invitato». Ma perché non è stato coinvolto il presidente Berlusconi? «Infatti io ho proposto a Monsieur Zapatero di invitare anche il primo ministro italiano. Non so se l'ha fatto. Io, ripeto, andrò' a Barcellona da semplice invitato». Ci sarà un'iniziativa comune tra Italia e Francia per modificare il patto di stabilità dell'euro? «Il fatto di avere un rapporto stretto, non significa avere sempre le stesse posizioni». Dal che sembra di capire che, per adesso, l'obbiettivo di Parigi e di Roma è effettivamente lo stesso, ma i mezzi per arrivarci sono ancora diversi. Il presidentefrancese Jacques Chirac assiste all'Eliseo a una cerimonia di auguri per l'anno nuovo