Kofi Annan «Ma dov'è la gente?» di Paolo Mastrolilli
Kofi Annan «Ma dov'è la gente?» IN VISITA IN INDONESIA Kofi Annan «Ma dov'è la gente?» Paolo Mastrolilli NEW YORK «Dov'è finita la gente? Che cosa le è successo?». Cercava risposte impossibili, il segretario generale dell' OnuKofi Annan, dopo aver sorvolato ieri una delle zone più colpite dallo tsunami nell'isola di Sumatra. Una volta sceso dall'elicottero, sul volto l'espressione sconvolta, ha detto: «Devo ammettere che non avevo mai visto una distruzione così completa. Tutto spazzato via, miglio dopo miglio». Annan ha visitato l'area intorno alla città di Meulaboh, dove proprio ieri il governo indonesiano ha annunciato di aver scoperto altre settemila vittime. Il capo delle operazioni umanitarie dell'Orni, Jan Egeland, ha avvertito che bisogna abituarsi a notizie del genere: «Il numero di 150.000 morti è molto basso. Alla fine il conto sarà parecchio più alto. Tante vittime sono state spazzate via dall'ondata, e molte di loro non riappariranno mai». Al momento l'Oms ha escluso epidemie, ma i sopravvissuti devono affrontare l'emergenza e i pericoli. LUnicef ieri ha denunciato il primo caso accertato di traffico dei bambini, aggiungendo che quasi sicuramente non è l'unico. Birgithe Lund-Henriksen, responsabile dell'agenzia in Indonesia, 'ha detto che una coppia' ha portato vìa un pìccolo di quattro anni da Banda Aceh, la capitale della regione più colpita, per trasferirlo in un ospedale a Medan, 450 chilometri a Sud. I due avevano dichiarato di essere i genitori del bambino, ma quando la loro storia ha cominciato a non quadrare l'hanno corretta, spiegando che erano vicini e amici della famiglia. Anche la nuova versione però non ha retto, perché Medan è un noto centro per il traffico di minori, avviati poi alla prostituzione, il lavoro forzato o le adozioni illegali. Proprio per prevenire questo commercio umano, e non incoraggiare i criminali, Sri Lanka, Indonesia e Usa hanno bloccato le adozioni degli orfani dello tsunami. La «International Oiganization for Migration» ha denunciato sette casi di traffico, mentre fonti locali hanno detto di aver visto una barca piena di bambini che si allontanava da Banda Aceh nella notte. Dopo Sumatra, Annan è partito per lo Sri Lanka, insieme al presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn. Due giorni fa, al vertice di Giakarta, il segretario generale ha chiesto subito 977 milioni di dollari per affrontare l'emergenza. E mentre gli impegni complessivi per le donazioni pubbliche e private hanno raggiunto i sei miliardi di dollari, lui si prepara alla riunione dell'I 1 gennaio a Ginevra, in cui chiederà di cominciare a consegnare realmente i soldi. Nel frattempo la Gran Bretagna, leader di turno del G7, ha annunciato che i Paesi più ricchi del pianeta si sono accordati sul congelamento del debito delle nazioni colpite. Per ora l'intesa riguarda la moratoria dei pagamenti di rate e interessi dovuti su base bilaterale agli stati donatori, che ammontano a oltre tre miliardi di dollari, e non a quelli delle istituzioni finanziarie internazionali come la Banca Mondiale e l'Emi. I dettagli verranno definiti durante il vertice del «Club di Parigi», in programma il 12 gennaio nella capitale francese. La discussione potrebbe allargarsi anche alla riduzione vera e propria del debito. Anche il segretario di Stato Colin Powell ieri era nello Sri Lanka, a conclusione della sua visita nella regione. Ha parlato al telefono con il presidente Bush e lunedì farà il suo rapporto alla Casa Bianca. Allora l'impegno finanziario é logistico americano potrebbe aumentare, soprattutto tramite i mezzi militari e gli uomini che continuano ad affluire nella regione. L'ex generale, però, ha chiarito che al momento «il problema non sono i soldi, il cibo o le medicine, ma il coordinamento per distribuirli in maniera efficace e secondo le necessità».
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