Tra Abu Mazen e Hamas è l'ora delie minacce di Fiamma Nirenstein

Tra Abu Mazen e Hamas è l'ora delie minacce SI ARROVENTA LA CAMPAGNA ELETTORALE PALESTINESE Tra Abu Mazen e Hamas è l'ora delie minacce Fiamma Nirenstein GERUSALEMME «Hamas deve capire bene: se continua con le minacce personali a Abu Mazen e al Fatah, lanceremo un'operazione nello stile di Falluja» ha detto un ufficiale molto vicino al candidato di Fatah alle elezioni palestinesi che avranno luogo domenica. Mancano due giorni, cambia lo stile: non si gioca più, siamo a una scommessa per la vita e per la morte, il tema che finalmente esplode, centrale e inevitabile, non è solo quello della democrazia (tutti dicono di volerla quasi con le stesse parole, tutti i candidati, anche i più estremisti, hanno interesse a superare la fase del potere assoluto), ma quello della violenza, e si manifestano le posizioni opposte^ E così, si fronteggiano Fatah e Hamas con la Jibad Islamica, che fin'ora si rivolgevano complimenti e promesse di unità e di non belligeranza. 1 nemici cominciano a mostrarsi la faccia per lo scontro. Già da lunedì, Hamas aveva comiriciato a pubblicizzare messaggi di minaccia: «Abu Mazen - proclama un suo documento - sta pugnalando la resistenza palestinese alla schiena». E gh chiede di scusarsi per essersi pronunciato contro l'uso dei missili Kassam. Si tratta di un messaggio chiaro, pari a una accusa di alto tradimento, e non pochi palestinesi hanno pagato con la vita per questo: insomma, una condanna a morte. In quello stesso giorno infatti, Abu Mazen aveva fatto infuriare Hainas di Gaza chiedendo proprio alle folle di Gazsa con grande coraggio, di smettere di colpire con una pioggia di missili Kassam dentro e fuori la Linea Verde; aveva spiegato che non serve a niente, e porta solo grandi lutti ài palestinesi quando l'Esercito israeliano compie le incursioni per distruggere i missih. La risposta del movimento integralista affiancato da altri sei gruppi politici ha sostenuto anche che questa richiesta corrisponde a una licenza per i carri armati di entrare nei campi profughi e nelle città della Striscia: Hamas e i suoi alleati, era la risposta del movimento integralista, rifiutavano e promettevano di essere ancora «l'incubo dei sionisti». E hanno mantenuto la promessa: parecchie decine di razzi sono piovute incessanemente fino a ieri pomeriggio, con feriti e danni. Quando Hamas ha minacciato direttamente la sua vita, l'azione di Abu Mazen si è sdoppiata: da una parte, il candidato del Fatah si è impegnato a smentire la terribile accusa di essere un collaborazionista e a cercato di riqualificarsi sul fronte dei falchi facendo dichiarazioni sempre più dure contro Israele, fino a quella di martedì, quando ha definito Israele con la desueta e violenta espressione di « nemico sionista» che neppure Araf at usava più. Dall'altra parte però si è dedicato al rafforzamento del suo rapporto con un'altra parte del movimento palestinese molto robusta anche dal punto di vista militare: le Brigate di Al Aqsa, con il loro vasto sfondo di Tanzim e Shabiba (le organizzazioni giovanili), le organizzazioni dei prigionieri e i ricercati sempre in fuga davanti alla caccia che conduce Israele. Ieri a Nablus, il comizio è stata un'apoteosi della abilità di Abu Mazen a muoversi in questa difficilissima base elet¬ torale; con i capi pare che Abu Mazen abbia stretto un patto scritto che prevede il sostegno nella lotta per liberare i prigionieri, per aiutare i profughi e per Gerusalemme. Nella città più caotica e armata della West Bank, le Brigate si sono presentate non armate in onore del capo, l'atteggiamento è stato favorevole come a Jenin, quando il capo militare locale l'ha portato sulle spalle davanti a una folla (stavolta armata) identica per composizione a quella che nel 2003, quando Abu Mazen era primo ministro, urlava sparando per aria «non voghamo agenti della Cia nel governo». Adesso Hamas potrebbe non limitarsi agli spari in aria ed è per questo che Abu Mazen alla fine ha deciso di non tenere il suo tour elettorale a Gerusalemme finale nella zona delle Moschee. Abu Mazen ha spiegato che rifiuta di esse- re protetto dagli attentato lo spinga a tenere comizi in una zona più controllabile. Alto anche il rischio che Hamas inviti, con modi non precisamente cortesi, gli elettori a non andare a votare domenica prossima, o addirittura, come riportano voci raccolte a Ramallah, che indichi Mustafa Barguti, sottobanco, come suo ' candidato. Questo spiegeherebbe come mai il leader in carcere ha fatto dichiarazioni molto dirette contro la posizione del candidato di Fatah che ha chiesto di fermare gli attacchi con i missih. La pioggia in questi giorni batte forte su Israele e l'Autonomia: i due grandi nemiche delle elezioni, la violenza e il maltempo, sono in agguato contro la speranza di tanta gente che aspetta che domenica sorga il sole con una luce nuova. Abu Mazen trai suoi sostenitori ieri nel campo profughi di Balata

Luoghi citati: Balata, Falluja, Gaza, Gerusalemme, Israele