il piccolo mozzo che fondò un impero

il piccolo mozzo che fondò un impero LA STORIA DI UN BUSINESS TRA REGGIO E MILANO il piccolo mozzo che fondò un impero Oggi lo stabilimento è considerato uno dei più moderni d'Europa personaggio REGGIO CALABRIA LA storia dei Mauro, per usare le parole del sito aziendale, è «la storia di un'impresa nata da un nulla più profondo del mare». Già, il mare, uno degli elementi che si lega indissolubilmente alla crescita personale e professionale di Demetrio Mauro, il fondatore della ditta (padre di Antonio), morto a 91 anni nel '96, quando la Mauro Caffè era già una realtà consolidata e si accingeva a inaugurare (nel '97) il nuovo stabilimento di Villa San Giovanni, una struttura considerata tra le più moderne in Europa per la lavorazione del caffè. Imbarcato a 10 anni come mozzo su una nave che fa la spola tra Reggio Calabria e Messina, Demetrio Mauro sogna e lavora sodo, occupando quel poco di tempo che gli rimane per studiare, fino alla licenzia elementare conseguita a Reggio. Riesce a diventare armatore, proprietario a 25 anni di una nave (la «Salvatore padre»), con cui continua a coprire la rotta Reggio-Messina. Poi, negli anni, si spinge in Africa, finché gli affari vengono interrotti dalla Seconda guerra mondiale. Nel 1946, in un seminterrato di Milano, dà il via alla grande avventura, con una «Torrefazione del caffè». Torna nella sua amata Reggio Calabria e da lì l'azienda decolla, conoscendo un successo via via crescente. Demetrio è molto attaccato alla sua terra: un attaccamento quasi morboso, che dopo i «moti di Reggio» gli farà cono¬ scere il carcere. La Mauro Caffè - già sponsor della Reggina Calcio - fa parte di Reggio, ne è un pezzo a cui tutti si sentono un po' legati. E forse proprio per una sorta di debito di riconoscenza verso un'azienda che negli anni alla città ha dato tanto, come lascia intendere il sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti («da quasi un secolo, prima con il compianto commendatore Demetrio, poi con i figli, la famiglia Mauro ha dimostrato grande attaccamento e vicinanza alla nostra città»), ora sono in tanti a sperare che gli indagati - i Mauro in testa - possano dimostrare al più presto la loro estraneità alle accuse di usura. Molti non nascondo la loro incredulità, come il presidente della Provincia di Reggio, Pietro Fuda: «Conosciamo la ditta Mauro Caffè tra le più accreditate del Mezzogiorno, per la storia e la grande capacità imprenditoriale che le hanno permesso di diventare un simbolo: sia per i posti di lavoro sia per il conseguente indotto economico, creati in un territorio dove non è facile avviare attività produttive». Non è solo, insomma, la notorietà che il marchio Mauro si è conquistato negli anni (sono tanti a ricordarlo nel Carosello). Di certo, le misure cautelari emesse nell'ambito dell'inchiesta della procura di Reggio sono piombate sulla città con effetti dirompenti. Ieri sera, nel sito aziendale, la Mauro Demetrio Spa si è detta «estranea ai reati contestati», riponendo «piena e incondizionata fiducia nell'operato della magistratura, assicurando ad essa la più totale collaborazione. Si attende con serenità lo sviluppo e l'esito delle indagini, che sono tuttora in corso, auspicando - spiega la società - un rapido accertamento della verità, nella piena convinzione della rettitudine morale e civile di tutte le persone coinvolte». Nello stesso sito appare un motto che si scontra con tutto quello che emergerebbe dal fascicolo d^inchiesta, in cui sono raccolte centinaia e centinaia di pagine sulle indagini fino ad oggi svolte dalle Fiamme Gialle: «La vostra ricchezza è quella che si ha nella banca della tenacia, quella che si gioca e si vince nella borsa dei propositi, là dove gli uomini non si misurano per i conti di cui dispongono, ma per le iniziative che sanno intraprendere». Cresce così l'attesa per gli ulterióri accertamenti, mentre i vertici della Guardia di Finanza sottolineano la difficoltà delle indagini, legate a «cittadini apparentemente al di sopra di ogni sospetto». [r.v.]

Persone citate: Demetrio Mauro, Giuseppe Scopelliti, Mauro Demetrio, Pietro Fuda