Lo tsunami ha colpito un'area già disastrata di Eugenia Tognotti
Lo tsunami ha colpito un'area già disastrata L'OMS TEMEVA GLI «EFFETTI SECONDARI» DEL DISASTRO. E NON E' STATO SMENTITO DAI FATTI Lo tsunami ha colpito un'area già disastrata Una rete di servizi sanitari precaria, poca acqua potabile, scarso cibo analisi Eugenia Tognotti SEMMAI lo avessimo dimenticato, in questa parte ricca e opulenta del mondo, il maremoto nell'oceano indiano ci ha ricordato che ne esiste un pezzo, in cui uomini, donne e bambini sono ancora minacciati da malattie che noi abbiamo cancellato da decenni dalla nera lavagna delle patologie. E che gli squilibri nei livelli di reddito e d'istruzione, nonché il mancato accesso ai benefici derivanti dalle applicazioni degli straordinari progressi delle scienze biomediche, rendono possibili quelle differenze di salute che hanno drammaticamente accresciuto la vulnerabilità delle popolazioni colpite. Proprio per questo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il CDC di Atlanta avevano messo in conto che il cataclisma del 26 dicembre desse una spallata alla già precaria situazione sanitaria dei paesi del Sudest asiatico, aprendo un capitolo nero per i sopravvissuti. Non che, di per sé, una catastrofe naturale inneschi automaticamente vampate epidemiche. A preoccupare erano naturalmente gli «effetti secondari». E puntualmente, a una.settimana di distanza, le previsioni trovano una prima conferma nel quadro, fosco, che emerge dall'ultimo rapporto dell'Oms dalla Tailandia alle Maldive allo Sri Lanka: infezioni da ferita, infezioni intestinali, diarree acute, febbri virali, dengue, malaria, malattie respiratorie, intossicazioni alimentari, ansietà, stress psicologico e shock, un «male» dell'anima che sarà forse il più duro da sconfiggere. Del resto era difficile che i sopravvissuti non scontassero anche questo supplemento di sciagura. I microrganismi patogeni, virus, batteri, funghi o protozoi - scriveva nel 1935 il grande microbiologo Hans Zinsser in un libro giustamente famoso «Rats, lice and history» - sono sempre nell'ombra, pronti a colpire quando guerre, rivolgimenti, povertà e sciagure minacciano le condizioni di vita di grandi masse e abbassano le difese naturali. Il maremoto ha fatto venir meno contemporaneamente tutti quei fattori che condizionano lo stato di salute di ima popolazione e di una comunità: la disponibilità di acqua pulita, alimenti non contaminati, cure mediche e, naturalmente, un riparo. Centinaia di mighaia di persone che già vivevano in Paesi dove dominano, endemici, colera, dengue e altre infezioni, e dove la rete dei servizi sanitari primari è debole e precaria, non dispoligono di una quantità sufficiente di acqua e di generi alimentari e sono costretti a vivere addensati in centri di raccolta o esposti a rischi ambientali come il calore e la puntura di insetti, veicoli di malattie. Di qui una lunga sequela di mah, in primo luogo possibili epidemie enteriche legate sia alla contaminazione potenziale dell'acqua, sia alla concentrazione di grandi masse in luoghi ristretti con scarsa disponibilità di acqua anche per lavarsi le mani. Il lungo elenco delle minacce alla salute dei sopravvissuti comprende le salmonellosi (da quelle enteriche alla febbre tifoide propriamente detta) e la dissenteria bacillare (soprattutto da Shigella ma anche da altri batteri), la malattia «di casa» - il colera - e malattie virali a trasmissione oro-fecale, tra cui quelle diarroiche particolarmente minacciose per i bambini. Sempre nel campo delle malattie enteriche a trasmissione oro-fecale, e per gli stessi motivi, potrebbe essere facilitata la trasmissione di malattie da protozoi come l'Entamoeba histolytica e la giardia. Infine, laddove masse di sopravvissuti senza tetto sono concentrati in luoghi di raccolta, si potrebbero verificare epidemìe a trasmissione respiratoria come le meningiti e, se la situazione si dovesse protrarre a lungo, la stessa tubercolosi. Condizioni precarie e antigieniche di habitat e «concentrazione» potrebbero favorire l'insorgenza di epidemie trasmesse da pidocchi, acari o altri insetti, ad esempio il tifo esantematico e la scabbia. . I primi interventi - come pare si stia facendo - dovreb¬ bero essere dunque destinati ad assicurare riserve d'acqua pulita e di cibo e ad assicurare ripari e assistenza sanitaria. Ma, al di là dell'emergenza, occorre guardare più avanti, alla lotta alle malattie prevedibili, e quindi evitabili, che pongono ai Paesi sviluppati il problema del rapporto tra equità e salute. Problema che anche questa immane catastrofe ha messo in luce, mostrando quanto sia ancora lontano l'obiettivo «salute per tutti» per l'anno Duemila - stabilito tempo fa dall'Organizzazione mondiale della sanità e troppo presto dimenticato. Virus, batteri e funghi sono sempre nell'ombra Pronti a colpire quando le sciagure minacciano le condizioni di vita di grandi masse e abbassano le loro difese immunitarie In fila per gli aiuti in una strada di Banda Aceh
Persone citate: Hans Zinsser
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