CALCIO BLINDATO Campioni senza voce e allenamenti vietati

CALCIO BLINDATO Campioni senza voce e allenamenti vietati DAL CASO CASSANO, MULTATO PER UN'INTERVISTA, ALLA MODA DI «NASCONDERE» LA SQUADRA DEL CUORE, NAZIONALE COMPRESA CALCIO BLINDATO Campioni senza voce e allenamenti vietati inchiesta Marco Ansaldo AVER dichiarato il proprio affetto per Capello costerà a Cassano qualche migliaio di euro. Non è una questione di sentimenti né di gelosie ma di regole, dicono alla Roma per spiegare la multa in arrivo al giocatore: per concedere l'intervista di fine anno alla Rai, Cassano doveva chiedere ilpennesso alla società che invece ne è venuta a conoscenza quando i microfoni e le telecamere erano ormai piazzati a casa sua. Già, le regole. Il calcio ne rispetta poche persino quando si tratta di cose serissime come i bilanci e allora perché si scopre intransigente davanti alla dimenticanza tutto sommato innocua di un ragazzo che negh ultiìni mesi ne ha combinate più di Bertoldo in Francia? Sembra assurdo ma, per il mondo del pallone, il vero pericolo è diventata l'informazione da cui si difende con strategie sempre più. rigide. C'è una blindatura feroce. Una volta si portavano i ragazzini a vedere i campioni che si allenavano, si raccoglievano gh autografi e ci si innamorava di una squadra. Ora, in molti club, ci si trova davanti a un cancello chiuso e sorveghato dai vigilantes. Talvolta con effetti grotteschi. Ad esempio chi volesse seguire gh allenamenti della Juventus di Capello dovrebbe impiegarsi come secondino nel carcere minorile «Ferrante Aporti» dalle cui finestre si vede il campo senza, il disturbo dei teloni che impediscono la visuale al tifoso comune. Per chi ha meno di 18 anni può andar bene anche il ruolo del recluso. Tutti gh altri, compresi i giornalisti che dovrebbero farsi qualche idea di cosa succede per poterlo raccontare, lavorano d'immaginazione o adottano mortificanti stratagemmi da voyeur, come bucare con un temperino il telo della recinzione e guardare dal foro finché non arriva il guardia ,no. Un peep-show senza luci rosse. E buona pace al rispetto per chi compra il biglietto o l'abbonamen- to alla pay-tv e avrebbe il diritto di sapere se spende i soldi per vedere Del Piero o Piripicchi e, soprattutto, se Del Piero sta bene o va in campo con qualche acciacco. Gh allenamenti off-limits sono ima moda che dai grandi club si diffonde in provincia e persino al Sud, dove c'è più calore. Messina e Palermo tengono lontano il pubblico con la scusa che si allenano in zone militari, a Cagliari entrano solo i giornalisti ma alla vigilia delle gare stanno fuori pure loro perché Arrigoni, come altri tecnici, gradisce lavorare in segreto. L'esempio viene dall'alto: con lippi, la nfmitura della Nazionale è a porte chiuse e pazienza se si è smarrita la festa della gente che correva a vedere da vicino gli azzurri non potendo farlo spesso in campionato. Da quanto poi accade in partita, non si capisce cosa ci sia da nascondere. Forse il nulla. Si parla di professionismo eppure laddove è più spinto, negh Stati Uniti, le leghe impongono norme e usi esattamente contrari ai nostri: per ima finale del basket Uba, ci capitò di restare nello spoghatoio dei Chicago Bulls di Michael Jordan a parlare con i giocatóri fino a tre quarti d'ora dall'inizio e di tornarci 15 minuti dopo la fine, con gli schemi belli e segnati sulle lavagne. Qui invece più aumenta il business e più si aggiungono schermi protettivi. Quelli che avvolgono i giocatori sono clamorosi. Qualche tifoso si sarà chiesto perché i giornali e le Tv pubblichino e trasmettano le stesse interviste. E i più smaliziati si saranno stupiti nel leggere le dichiarazioni di Caio nel giorno in cui Sempronio ha segnato tre gol. Beh, la ragione è che, salvo rari casi, in nessun club si parla con chi si vuole ma con chi si presenta alle conferenze stampa, scelto in base all'umore del giocatore e dell'addetto stampa, questo nuovo alchimista che disciplina interviste col manuale Cencelli: il Tale ha già parlato troppo, quell'altro può far scoppiare la polemica e poi chi lo sente il presidente, quell'altro ancora si sente trascurato. «Oggi è tutto più noioso e banale, si leggono sempre le stesse cose. Quando giocavo i rapporti con la stampa erano più stretti e più veri», dice Walter Novellino, uno dei tecnici che amano poco la blindatura. «Gli allenamenti della Samp li faccio vedere, mi bastano 45 auhuti a porte chiuse il venerdì per provare qualcosa di particolare. Bisogna salvaguardare il rapporto con la gente». Altri non la pensano così. Forse è che sono aumentate le pressioni. Forse è che salvare l'immagine è diventata l'esigenza più importante. «Questi non sono come quelli che avevo prima e che se ne sbattevano se li rimproveravo in pubblico per un errore - spiegò Trapattoni quando decise di allenare a porte chiuse la Juve, nella sua seconda esperienza in bianconero -. Questi si offendono e va a finire che se ci state voi io non posso dire niente». «Questi» erano i giocatori di una Juve che, nonostante Baggio, vinse solo la Coppa Uefa, mentre quelli che «se ne sbatteva¬ no» avevano conquistato tutto. I calciatori sono trattati come bambini un po' tonti e incapaci di schivare le trappole della stampa e le attenzioni dei tifosi. Cappuccetti Rossi «che vanno protetti» e chissà come facevano a vincere i Rivera, i Platini, i Maradona, i Vialli che avevano tutti attorno, persino negh spogliatoi del dopopartita. Oggi per parlare, serve il permesso dall'addetto stampa. E molti sono già padri di famiglia. Ma a loro va bene così. Perdono meno tempo al telefono e, per l'immagine, basta un passaggio in un salotto tv dove è raro ricevere domande «rischiose» e magari ci incontri la Velina. «La pianificazione dei rapporti è utile ma crea freddezza. - ammette Bartolo Mutti, tecnico del Messina -. Con i vecchi cronisti da campo si creava una comphcità per cui nelle difficoltà un allenatore o un giocatore poteva chiedere un aiuto. Oggi è complicato». Come ci si è arrivati? «Il problema è che neh'87 i giornalisti sempre presenti ad Appiano erano tre, con l'avvento di tv e radio ogni giorno ne arrivano a decine e con esigenze diverse - spiega Paolo Vigano, capo ufficio stampa dell'Inter -. La Lega dovrebbe fissare una disciplina chiara come fa la Uefa per la Champions League, stabilendo degh obblighi e dei limiti». La moltiplicazione dei «media» è reale, ingombrante, invadente. Talvolta cialtrona. Ma è una delle spiegazioni. Ci sono le esigenze degh sponsor (per cui non può apparire in tv l'intervista senza il tabellone pubblicitario sullo sfondo), l'ingerenza dei procuratori, l'interesse nel far crescere i siti Internet ufficiali. L'informazione sportiva si è impoverita, omogeneizzata, plastificata. Vince la superficialità perché il condizionamento è inevitabile: se per parlare con un calciatore è necessario il placet del club, è probabile che le domande siano bevi e le risposte ancora di più altrimenti in futuro ti scordi quel permesso e pochi sono disposti a rischiare la multa. Cassano l'ha fatto, chissà se ci proverà ancora. Trap ricorda l'isolamento ai tempi della Juve di Baggio: «I giocatori si offendevano se li rimproveravo davanti a cronisti e telecamere» Novellino: «Oggi vince la noia, quando giocavo i rapporti con i media erano più veri. I tifosi io li salvaguardo, porte chiuse solò il venerdì» Cassano e Capello nella Roma: il tecnico suggerisce una mossa al giocatore, lo fa tenendo le mani sulla bocca per evitare di farsi leggere il labiale dalle tv COME SI COMPORTANO LE SQUADRE DI A ATALANTA Allenamenti aperti al pubblico e stampa. Interviste libere, vietate solo quelle al telefono f^^jlil^CIA ' Allenamenti a porte aperte, tranne rare eccezioni. Un giocatore al qiorno in conferenza stampa. Vietate le interviste individuali senza permesso della società CHIEVO Allenamenti a porte aperte a tutti. Interviste concordate con la società ma senza multe per chi non chiede il permesso INTER Allenamenti aperti a tutti tranne rare eccezioni. Un giocatore in conferenza stampa ogni qiorno, vietate le interviste individuali senza permesso della società Allenamenti a porte chiuse (su un campo isolato). Conferenza stampa con un giocatore ogni giorno, interviste individuali vietate senza permesso della società LIVORNO Allenamenti aperti a tutti. Interviste libere .MILAN Allenamenti a porte chiuse. Un giocatore al giorno in conferenza stampa. Interviste individuali vietate senza permesso della società 3 PARMA Allenamenti a porte chiuse tranne il giovedì (o il giorno della partitella). Un giocatore al giorno in conferenza stampa. Interviste individuali vietate senza permesso della società ROMA Allenamenti a porte chiuse, tranne un giorno a settimana per i giornalisti. Conferenze stampa saltuarie, vietate interviste individuali senza permesso della società SIENA Allenamenti aperti a tutti. Conferenze stampa saltuarie, interviste individuali vietate senza permesso della società ff BOLOGNA Allenamenti a porte aperte tranne alla vigilia. Uri giocatore al giorno in conferenza stampa. Vietate le interviste individuali senza permesso della società CAGLIARI Allenamenti a porte chiuse per il pubblico, nella vigilia anche per la stampa. Interviste libere t FIORENTINA Allenamenti aperti a tutti. Un giocatore al giorno in conferenza stampa. Vietate le interviste individuali senza permesso della società JUVENTUS Allenamenti a porte chiuse per pubblico e stampa. Conferenze Stampa saltuarie, vietate interviste individuali senza permesso della società LECCE Allenamenti aperti a tutti. Due giocatori al giorno in conferenza stampa. Interviste individuali concordate con la società ma senza multe per i trasgressori ^ ft MESSINA mMT Allenamenti a porte chiuse per tutti. M M Due giocatori disponibili il martedì ^IS pF e il giovedì PALERMO Allenamenti aperti solo alla stampa. Conferenze stampa e interviste individuali da concordare con la società REGGINA Allenamenti a porte aperte tranne alla vigilia. Un giocatore al giorno in conferenza stampa. Interviste individuali vietate senza permesso della società i SAMPDORIA Allenamenti aperti a tutti salvo il venerdì. Un giocatore al giorno in conferenza stampa. Vietate interviste individuali senza permesso della società UDINESE Allenamenti aperti a tutti. Interviste libere