Non è possibile ritrovare tutte le vittime

Non è possibile ritrovare tutte le vittime L'ITALIA Sarebbe imminente una visita del ministro degli Esteri nei Paesi colpiti. «Nei primi giorni il mio dovere non era di essere là ma adesso non escludo una missione di solidarietà in Asia» Non è possibile ritrovare tutte le vittime Fini : sarà necessario avviare procedure di morte presunta Giacomo Galeazzi ROMA Dìciotto vittime accertate e 660 turisti che mancano all'appello. «Ma quando sarà possìbile fare il punto definitivo sulla tragedia - afferma il ministro degli Esteri Gianfranco Fini - il numero complessivo degli italiani deceduti sarà molto superiore»; Tra morti, scomparsi e boom dì segnalazioni all'unità: dì crisi, diventa dì ora in ora più angosciante il bilancio per l'Italia del catachsma nel sudest asiatico. Con «doverosa cautela». Fini aggiorna la lista delle vìttime mentre si moltiplicano le missioni in Asia del personale diplomatico e sanitario (progetti per 70 milioni dì euro). Nella conferenza stampa di ieri il capo della diplomazìa tricolore non ha voluto azzardare ipotesi su quanti dei vacanzieri italiani dispersi siano effettivamente periti nel maremoto di domenica, senza però nascondere un crescente pessimismo. «Probabilmente non si troveranno mai i cadaveri di molte vittime e sarà neces¬ sario avviare le procedure per morte presunta - spiega Finiperciò non sì può dire quante saranno le vittime». Sono quasi tutti in Thailandia i nominativi dei turisti segnalati alla Farnesina. «Il 900Zo dì coloro dei quali non abbiamo più notìzie sì trovano a Phuket precisa Fini - mentre un altro 8 per cento è in Sri Lanka. Di contro, i riscontri effettuati dalle nostre ambasciate a Myanmar (ex-Birmania) e a in India escludono che ci siano vittime italiane in quei due paesi». Mentre rientrano le prime bare, il governo lancia un appello alle famìglie: «Non andate in Thailandia nella speranza di ritrovare ì vostri cari». Riconoscere con certezza l'identità della salma è sempre più difficile e dì fatto è ormai possibile solo con «procedimenti scientifici che richiedono tempi lunghi». Le segnalazioni di persone di cui si presume la scomparsa sono aumentate ancora: in totale sfiorano quota amila. Ciò però non porta automaticamente ad un numero maggio¬ re dì dispersi poiché già nei giorni scorsi sì sono verificati casi di segnalazioni fatte più volte o da persone diverse. Le persone che nei giorni scorsi hanno denunciato all'unità di crisi o alle prefetture la mancanza di notizie di familiari o amici e, che invece hanno poi preso contatto con i loro cari, sono state invitate dalla Farnesina a comunicare il cessato allarme (numero verde 800.086808) per consentire di aggiornare le liste. Sembra imminente, intanto, un viaggio dì Fini nelle zone devastate. «Il mìo dovere nei primi giorni della catastrofe non era quello dì essere là, ma dì lavorare sodo dall'Italia per il mighor funzionamento e coordinamento fra le attività delle istituzioni - precisa il ministro degli Esteri- ora, però, non escludo più una missione in Asia, perché una volta conclusa la fase di emergenza è doverosa una sohdarietà personale a quei paesi e ai nostri connazionali all'estero». Venerdì, inoltre, si è riunito alla Farnesina il coordinamento per gli aiuti (con Fini, il ministro degli Interni Giuseppe Pìsanu e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta). D'ora in poi il Viminale fornirà ogni possibile assistenza attraverso le banche dati della Pohzia e dell'Anagrafe civile. La Protezione Civile, invece, ha.ultimato.il ponte aereo, che resta comunque attivo, con il rimpatrio di circa 3.400 turisti (di cui 200 stranieri di venti nazionahtà diverse). In Sri Lanka il governo italiano sta rafforzando il presidio ospedaliero di Galle (unica struttura straniera finora aperta) e presterà alle autorità locali altri aerei Canadair, unici mezzi che consentono di raggiungere villaggi isolati delle coste colpite per convogliare gli aiuti umanitari. Fini, poi, ha avuto un colloquio telefonico con il suo collega lussemburghese Jean Asselbom, che ha assunto ieri la presidenza del Consigho dell'Unione Europea. Un ampio scambio dì vedute sul ruolo che l'Ue dovrà assumere nella programmazione e gestione, seguito ieri sera dal vertice con i rappresentanti diplomatici a Roma di cinque nazioni asiatiche. «Tra gli strumenti operativi che l'Italia ha indirizzato alla realizzazione di specifiche iniziative di ricostruzione è previsto l'utilizzo delle somme che dovrebbero essere restituite all'Italia quali rimborsi dei crediti d'aiuto da noi concessi, e cioè la riconversione del debito - puntualizza Fini- sì tratta in particolare di 9,4 milioni di dollari per lo Sri Lanka e di 30 milioni per l'Indonesia. Per gli altri Paesi verranno effettuati interventi attraverso le organizzazioni intemazionali». Numerose le iniziative immediate della cooperazione itahana, inclusi «i due voli con destinazione Sri Lanka per un valore complessivo di un milione di euro», quindi lo stanziamento di «tre milioni di euro per interventi operativi decisi dagli esperti in loco» ed infine la «disponibilità a rispondere agli appelli internazionali che le agenzie dell'Onu stanno quantificando». Per quanto riguarda ì fondi raccolti dalle sottoscrizioni coordi¬ nate dalla Protezione civile questi «verranno gestiti d'intesa con il ministero degli Esteri». Il titolare della Farnesina ha posto l'accento sul ruolo svolto dall'Italia «che si è adoperata per sollecitare un intervento dell'Ue». Ciò ha condotto «allo stanziamento di 10 milioni di euro per l'Indonesia, 8 milioni per lo Sri Lanka e due per le Maldive». A livello multilaterale, l'Italia ha proposto una riunione del club di Parigi per la ristrutturazione del debito commerciale dei Paesi colpiti che avrà luogo nella capitale francese il 12 gennaio: «Non si tratta di cancellazioni ma di dilazionamenti a termine più o meno lungo». Il 7 gennaio, in Lussemburgo, l'Itaia «annuncerà l'insieme dei suoi interventi nel corso della riunione dei ministri per la Cooperazione allo sviluppo dell'Ue». Tale riunione consentirà anche di mettere a punto una linea d'azione comune dei Paesi della Uè in vista della conferenza dei Paesi donatori convocata dalle Nazioni unite per 1' 11 gennaio a Ginevra. I bilancio dei nostri connazionali morti è di diciotto, in 660 mancano all'appello II novanta percento degli scomparsi sono in Thailandia Mentre rientrano le prime bare, il governo lancia un appello ai famigliari: «Non partite alla ricerca dei vostri cari Il riconoscimento richiede ormai mezzi scientifici» In una settimana all'Unità di crisi sono arrivate complessivamente ottomila segnalazioni La Farnesina ha previsto di riconvertire una parte del debito delle nazioni devastate in aiuti per la ricostruzione Un tratto della costa a Khao lak in Thailandia prima e dopo il disastro Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini

Persone citate: Galle, Giacomo Galeazzi, Gianfranco Fini, Gianni Letta, Jean Asselbom