Allarme epidemie Primi morti tra i profughi

Allarme epidemie Primi morti tra i profughi LA GIORNATA Cominciano ad arrivare in tutte le regioni dell'Asia disastrate i primi carichi umanitari Ma la distribuzione è resa difficile dalla mancanza di strade e dalle piogge torrenziali Allarme epidemie Primi morti tra i profughi Le malattie stanno cominciando a colpire le zone del Sud-Est Sempre più numerosi i casi di malati in Sri Lanka e in India Arrivano i primi aiuti, la gente assalta i convogli carichi di viveri Claudia Ferrerò L'incubo più temuto dopo il maremoto sta prendendo forma. I primi segni di epidemie - «decessi per affezioni polmonari» - hanno cominciato a funestare la provincia di Aceh, nel Nord dell'isola indonesiana di Sumatra, proprio là dove la furia del mare si era abbattuta con più violenza e dove nella capitale si stima che lo tsunami abbia cancellato ben un quinto della popolazione. Epidemie in agguato tra cadaveri in cerca di sepoltura e acque contaminate: tifo, colera, epatite, febbri emorragiche. L'Organizzazione mondiale della Sanità, nel lanciare l'allarme in tutte le zone del Sud-Est, fa sapere di essere pronta all'emergenza. «Arrivano notizie di casi sempre più numerosi di disturbi gastrointestinali tra gli sfollati in Sri Lanka e in India - ha precisato David Nabarro, responsabile del coordinamento Oms nelle crisi umanitarie -. Ma siamo preparati; ciò che dobbiamo fare è continuare ad assicurare la distribuzione di sali reidratanti, di farmaci antidiarrea e di acqua potabile». Le previsioni sono fosche: «Con circa cinque milioni di persone: che dipendono dagli aiuti, una previsione di 50 mila morti per diarrea e altre malattie continua a non essere una cifra del tutto irragiohevole», ha detto Nabarro. AIUTI. È stato un assedio disperato quello che la popolazione di Aceh sull'isola di Sumatra, la più colpita dal maremoto del 26 dicembre, ha scatenato intomo agli elicotteri militari americani H-60 Seahawk carichi di aiuti umanitari. I velivoli, una decina, erano partiti dalla portaerei «Uss Abraham Lincoln», al largo di Sumatra; assieme ai Super Puma inviati da Singapo- re e agli Hercules giunti dall'Australia, i Sewhawk sono stati i primi veri mezzi di soccorso a raggiungere il capoluogo isolato da terra e raso al suolo dalle onde sismiche e dalle mortali ondate oceaniche. Qui la popolazione è stata decimata, con già ottantamila morti accertati solo in città. «La gente non ne può davvero più - ha riferito il comandante Ted Williams -. Tutti tentano di salire sugli elicotteri e di avventarsi sul cibo». Nei contenitori c'è riso, spaghetti a cottura istantanea, biscotti, acqua potabile e farmaci. I primi carichi di aiuti umanitari stanno arrivando, ma la loro distribuzione si presenta molto difficile. La solidarietà nel mondo ha supe- rato quota 1,85 miliardi di dollari; navi, aerei e un piccolo esercito multinazionale di addetti sono in arrivo, ma gli aeroporti sono congestionati, le comunicazioni terrestri distrutte in vaste aree, le infrastrutture e gli approdi marittimi inesistenti. «Ci vorranno settimane per raggiungere tutte le zone isolate», ha dichiarato Michael El- mquist, responsabile dell'Ufficio di coordiOnamento degli affari umanitari dell'Onu. NUOVA SCOSSA Una nuova forte scossa sismica al largo dell'isola indonesiana di Sumatra - localizzata a una profondità di 9 chilometri e mezzo sotto al fondale marino, ha registrato una magnitudo 7 sulla scala Richter -, ha riscatenato ieri mattina il panico ■nella regione, in particolare tra i residenti terrorizzati di Banda Aceh, che si sono precipitati in strada temendo l'arrivo di un nuovo tsunami. Seconflol sismòlogi, queste repliche non sono abbastanza forti da provocare nuove onde assassine, sebbene alimentino la psicosi tra la popolazione già disastrata. «BASTA BILANCI». Il bilancio ufficiale delle vittime è arrivato a 140 mila, ma si tratta di un dato ancora molto approssimativo. Il coordinatore delle Nazioni Unite per gli Aiuti umanitari, Jan Egeland, ha confermato che il nume¬ ro complessivo dei morti «si sta avvicinando a 150 mila». Il problema «è che non avremo mai una cifra definitiva assoluta, poiché vi sono moltissimi pescatori e abitanti dei villaggi che semplicemente sono scomparsi e non potremo mai scoprire quanti fossero». Proprio per le proporzioni bibliche del disastro, l'Indonesia ha deciso di rinunciare ad aggior- namcontinuamente i dati. Umiair stro della Sanità Shiti Fadilah Suparia ha comunicato che i suoi uffici d'ora in poi forniranno solo stime generali? L'ultimò datò ufficiale è di 79.906 vittime. Il secondo Paese più colpito è lo Sri Lanka con 43.664 morti e ancora 18 mila dispersi. Llndia ha rivisto il suo bilancio a 12.709 vittime, mentre in Thailandia i morti sono 4.812 anche se il premier ne teme oltre ottomila. PIOGGE TORRENZIALI. Non c'è pace per lo Sri Lanka, dove al sisma si sono aggiunte piogge torrenziali. Un diluvio che ha inondato numerosi campi di accoglienza per gli sfollati, tanto che quelli nel distretto di Ampara sono stati evacuati. Nelle zone costiere si sono dovute interrompere le operazioni di soccorso e in taluni casi l'acqua ha raggiunto il metro di altezza. Piove a dirotto anche su Sumatra, ostacolando l'intervento degli operatori umanitari e rendendo ancora più proibitive le-condizioni di .vitardei-sopravvissuti. ' VOLI DA MALPENSA Si riparte. Ad, una settimana esatta dallp catàst^è^maechìnidelle^acanze è già ripartita: ieri sera dall'aeroporto milanese di Malpensa sono decollati i primi due voli charter verso le Maldive, dopo il blocco delle partenze imposto dalle autorità. Sessantacinque turisti italiani hanno deciso di confermare le prenotazioni o prendere al volo le offerte dei tour operator che utilizzano quei villaggi che la furia del maremoto di Santo Stefano ha risparmiato. Terrore per una nuova potente scossa sismica al largo di Sumatra Il bilancio delie vittime del maremoto si sta avvicinando a 150 milaDa Maipensa'ripartono i voli delle vacanze ' INDIA | Il governo indiano ha innalzato il bilancio delie P vittime accertate o presunte a 12.709: ci sonò ^ 700 dispersi nelle isole Andamane e Nicobare. La situazione sanitaria è sotto controllo, grazie alle vaccinazioni di massa e alla sterilizzazione dell'acqua THAILANDIA Il bilancio definitivo dei morti, secondo il primo ministro, potrebbe essere di 7.000-8.000. Attualmente ci sono 4.560 morti confermati (di cui 2.230 stranieri), più di diecimila feriti e 6.541 dispersi (200-300 italiani) z MYANMAR Il regime militare dell'ex Birmania ha comunicato il I bilancio ufficiale del disastro: | 53 morti, 43 feriti, 21 dispersi, I 17 villaggi costieri devastati, 778 senzatetto I X i *- MALDIVE Almeno 42 isole delle 1192 che formano l'arcipelago delie Maldive sono state cancellate. Il bilancio del disastro, al primo giorno dell'anno nuovo,ìè di 75 morti e 42 dispersi, 12 mila senzatetto (su 330 mila abitanti) e novemila persone \ temporaneamente \ 1 evacuate dalle loro case V SRI LANKA j Una decina di campi die ospitano migliaia di superstiti sono stati allagati dalle piogge torrenziali che hanno cò|pito il distretto di Ampara. L'ultimo bilàncio dà 28.508\ morti accertati, 14 mila dispersi, 12.482 feriti e 889.408 sfollati. Gli Stati Uniti pensano di inviare.^er aiuto, ISOOmarines, FILIPPINE Mk,\ x l ANDAMANE E NICOBARE Ieri sono state registrate oltre settanta scosse di assestamento: Te più forti erano di 5,2 gradi sulla scala Richter. E da martedì è in eruzione l'ultimo vulcano attivo dell'India, situato nelle Andamane. Nei due arcipelaghi indiani (500 minuscole isole in gran parte disabitate) i morti sono almeno 712, i dispersi 3.754. Salvi 19 italiani \ INDONESIA Una settimana dopo la tragedia, il numero ufficiale dì 140 mila morti e considerato ancora molto approssimativo. I feriti cèrti sono mezzo milione. E ieri, al largo di Sumatra, si è verificato un terremoto di magnitudo 7 sulla scala Richter. L'isola è nell'emergenza più totale, tra congestione degli aeroporti dove arrivano gli aiuti, rischio di epidemie, cadaveri ancora nelle strade, strutture azzerate mm 7 in Thailandia, a Krabi, si sparge ghiaccio artificiale per rallentare la decomposizióne

Persone citate: Abraham Lincoln, David Nabarro, Jan Egeland, Michael El, Nabarro, Richter, Ted Williams