Tra conoscenza e proprietà intellettuale

Tra conoscenza e proprietà intellettuale | SE NE DISCUTE DOMANI ALLA FONDAZIONE AGNELLI Tra conoscenza e proprietà intellettuale UN CONFLITTO RESO ESPLOSIVO DA INTERNET E DALLA «SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE»: NON RIGUARDA SOLO DISCHI. FILM E LIBRI MA ANCHE FARMACI. SEMENTI E CENTINAIA DI ALTRI PRODOTTI INDUSTRIALI Angelo Raffaele Meo (*) A "società dell'informazione" pone problemi giurìdici del tutto nuovi. tamm Una questione centrale è b corretto bilanciamento di due principi contrastanti, entrambi riconosciuti neba dichiarazione universale dei diritti deb'uomo: b diritto al libero accesso aba conoscenza e b diritto aba protezione deba "proprietà intebettuale". In sintesi, b diritto aba libertà contro il diritto aba proprietà. Un esempio debe difficoltà di ricomporre b contrasto è rappresentato daba dichiarazione di Okinawa del 2001. In quell'anno, i grandi deba Terra (i famosi 7+1 + 1) ai riunirono ed enunciarono b principio fondamentale "Nessun paese deba Terra deve rimanere senza Internet", ma subito dopo scrissero anche "la difesa dei diritti deba proprietà intebettuale è vitale per questo processo", dimenticando che Internet è b frutto di un lavoro cobettivo e che non vi sono praticamente diritti di proprietà intellettuale associati alle sue tecnologie. La questione deba proprietà intebettuale ha molti aspetti. Mi limiterò a citarne tre. II primo è associato aba proprietà intebettuale sube tecnologie deU'elaborazione e della trasmissione deb'infonnazione. Potenti multinazionali stanno ottenendo dai governi b rafforzamento dei meccanismi di protezione deba proprietà intebettuale. Ad esempio, negb USA si brevettano oggi i geni deb'uomo, i microrganismi, le specie animab, i principi attivi delle piante, i modelli di business, b software e gb stessi prìncipi scientifici. Per contro, molte decine di studiosi, progettisti e programmatori hanno lavorato alcuni anni per porre a disposizione di tutti un enorme patrimonio di software libero, di sobto disponibile gratis sulla Rete. La seconda è la questione dei diritti d'autoro sul libro, sul motivo musicale, sul film. Vi sono autori e editori che chiedo¬ no ai legislatori pene sempre più severe contro i "pirati di Internet", ma vi sono anche autori che sono beti di far conoscere a tutti b loro lavoro, anche rinunciando ai diritti economici deb'autore. La terza è la questione dei brevetti sui farmaci, sube sementi e su migliaia di altri prodotti industriali. Alcuni paesi considerano reato gravissimo la violazione dei Brevetti, altri hanno fatto o fanno di queba violazione uno strumento di pobtica industriale. Diversamente da illustri giuristi, b sottoscritto ritiene che le leggi siano scritte dai più forti m funzione dei loro interessi, e che la legislazione attuale dei paesi industrializzati riflette questo squilibrio. Nel nostro paese è considerato reato grave b cobegarsi a Internet per ricopiare una musica da sentire nel proprio salotto e una interpretazione estensiva di un testo di legge di qualche anno fa considera reato b sempbce possesso di unmasterìzzatore. Il nuovo governo irakeno ha vietato agb agricoltori la semina di parte di un raccolto per non violare i diritti di proprietà intellettuali debe multinazionali debe sementi. In quasi tutti i paesi del mondo i diritti di proprietà associati ai brevetti dei farmaci sono considerati più importanti del diritto aba vita di miboni di cittadini. La necessità di un più corretto equilibrio fra b diritto individuale deba proprietà intebettuale e b diritto collettivo ab'accesso aba conoscenza, e gb strumenti giurìdici per attuare questo equilibrio, saranno al centro di un dibattito che si svolgerà domani, 16 dicembre, dabe 14,30 abe 20, neba sala conferenze deba Fondazione Agnelli (Torino, via Giacosa 38). Il programma deba giornata è all'indirizzo http :ZZcreativecommons.ieiit.cnr.it/ccit2004/ Parteciperanno ibustrì giuristi e tecnologi, fra cui l'ormai leggendario Laurence Lessig deba Stanford Law School. Lessig, con altri giuristi americani. ha fondato nel 2001 un'organizzazione "non profit" chiamata "Creative Commons" che si è data, fra gb altri compiti, quello di identificare una nuova famigba di licenze rivolta ab' autore che non tema la perdita di diritti d'autore, ma al contrario vogba concedere al suo fruitore più ampi spazi di libertà rispetto aba norma. L'anno scorso il Dipartimento di Scienze giurìdiche dell'Università di Torino e l'Istituto di Elettronica e Ingegnerìa deblnformazione e delle Telecomunicazioni del CNR hanno sottoscrìtto con quest'organizzazione un accordo per divenire le istituzioni affiliate italiane, assumendosi anche b compito di adattare i contratti debe bcenze "Creative Commons" ab'ordinamento giurìdico itabano. Il convegno è quindi un'occasione importante per verificare la fioritura debe rose. OPolKecnico di Torino

Persone citate: Dalla, Laurence Lessig, Lessig, Libri, Raffaele Meo, Stanford Law School

Luoghi citati: Torino