Lazard rompe gli indugi e sbarca a Wall Street

Lazard rompe gli indugi e sbarca a Wall Street PRESENTATI IERI ALLA SEC I DOCUMENTI PER LA QUOTAZIONE Lazard rompe gli indugi e sbarca a Wall Street La più esclusiva banca d'affari del mondo, da tempo al centro di un violento scontro tra gli eredi dei fondatori ed i nuovi azionisti conta di raccogliere sul mercato 850 milioni di dollari Glauco Maggi NEW YORK Ha resistito 156 anni, ma alla fine anche la Lazard, l'ultimo salotto finanziario di Wall Street che si era sempre mantenuto privato e riservatissimo dalla sua fondazione nel 1848, ha bussato alla SEC (la Consob americana) presentando la documentazione ufficiale per quotarsi. La banca d'affari raccoglierà 850 milioni di dollari con Tipo (initial public offering), che sarà organizzata da Goldman Sachs, Citigroup, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Credit Suisse First Boston, J.P. Morgan e dalla controllata Lazard Freres &• Co. La compagnia non ha rivelato alcun dettaglio sul numero di azioni (si sa però che saranno di Classe A) e sul ventaglio di prezzo a cui saranno offerte, ma si conosce la sigla, LAZ, che avrà sul principale listino di Wall Street, il New York Stock Exchange. La decisione è la conclusione di una faida tra Michel David-Weill, 72 anni, numero uno della ditta da un quarto di secolo e discendente di quarta generazione dei fondatori della boutique finanziaria, e Bruce Wasserstein, assunto nel 2002 per rivi¬ talizzare la partnership tra i soci di Londra, Parigi e New York che stava lentamente perdendo posizioni di mercato. Quando entrò nella società, Wasserstein vi investì 200 milioni di dollari circa e divenne il secondo maggior azionista dopo lo stesso Weill. Da subito giocò il ruolo del salvatore decisionista della ditta, e fu osteggiato dai rami europei della partnership. Ma la Lazard necessitava di una cura radicale, e non di palliativi: nel solo settore della consulenza in fusioni e acquisizioni societarie, il suo core business da sempre e la maggiore fonte di profitti, il ramo americano che era al settimo posto nel 1997 era scivolato al 15°nel 2001. La Lazard, un tempo mitica cabina di regia di tante delicate operazioni e alleanze nei salotti finanziari internazionali (Italia compresa, grazie alle sue relazioni con Comit, Generali, Mediobanca), pareva avviata a un lento declino d'importanza. La chiamata di un manager ben noto a Wall Street per le sue qualità di leadership (53 anni al tempo dell'ingresso, Wasserstein aveva già alle spalle la creazione di una propria azienda di consulen¬ za, la Wasserstien Perella & Company, e la sua vendita profittevole alla Dresdner Bank), a cui i partner di New York attribuirono poteri operativi fino ad allora nelle mani di David-Weill, era il preludio ad una «normalizzazione» societaria, in termini di gestione operativa, quale per forza di cose diventa quando si devono fornire informazioni trimestrali alla SEC. Da sempre privata, la Lazard non aveva alcun obbligo, fin qui, di svelare i suoi bilanci al mercato. Ora, con la quotazione in Borsa, si aprirà una nuova fase nella vita della banca, che dovrebbe raggiungere una valutazione attorno ai tre miliardi di dollari. Così fosse, salirebbe al secondo posto nella classifica delle ipo delle banche d'affari, dopo la Goldman Sachs che entrò al Nyse nel 1999 con una quotazione da 3,65 rniliardi di dollari. H momento scelto per Tipo non potrebbe essere il più felice: Wall Street è stata protagonista nelle ultime settimane di una vera febbre di affari, ed una società che offre al pubblico di partecipare al banchetto delle M&A (merger and acquisition, fusioni e acquisizioni) da una postazione privilegiata quale resta la Lazard potrebbe spunta- re un'ottima quotazione. Anche questa considerazione tattica potrebbe aver ammorbidito le opposizioni al progetto Borsa, che non solo il vecchio Weill, depositario della mentalità tradizionalmente riservata dei fondatori, ma anche i partner francesi e londinesi non avevano mancato di rendere pùbbliche negli ultimi mesi. Alla fine, l'accordo è però stato raggiunto, e ora Wasserstein ha davanti il compito non facile di rendere più alti i margini dei profitti per tutti gli azionisti e non solo per i partner: secondo i file depositati in SEC, si apprende infatti che la Lazard ha un rapporto tra i compensi ai soci per gh affari che promuovono e il fatturato pari all'81,5%, smodatamente più elevato di quello medio delle altre banche d'affari quotate, che è attorno al 50%. I propositi espressi nel prospetto di quotazione sono per una riduzione al 57,5%, senza indicare però entro quanto tempo. Altri risparmi preannunciati riguardano tagli ai compensi agli attuali dipendenti e il non rinnovo di contratti in scadenza, per un totale di 170 milioni di dollari. Nella sua dichia- razione ufficiale, il management della Lazard, cioè Wasserstein, non chiude però la porta ad un futuro ritorno alla politica delle alte compensazioni ai soci, a scapito dei propri profitti di banca. Del resto, la natura del business delle banche d'affari è lo sfruttamento delle qualità e delle connessioni dei soci-partner, che alla fine hanno però accettato la rivoluzione modernista di Wasserstein, firmando lettere che li impegnano a restare nel team per i prossimi due anni, con incentivi per i successivi tre anni. II progetto Borsa ha incontrato per lungo tempo una vivace opposizione all'interno della società: in programma c'è infatti una forte riduzione dei compensi ora attestati su livelli ben più alti della media II presidente della Lazard, Michel David-Weill L'ad Bruce Wasserstein

Luoghi citati: Boston, Italia, Londra, New York, Parigi