Ciampi sulla tv: serve più servizio pubblico di Giovanni Giovannini

Ciampi sulla tv: serve più servizio pubblico LE PAROLE DEL CAPO DELLO STATO APPREZZATE DAI DUE POLI Ciampi sulla tv: serve più servizio pubblico L'appello valido «qualunque sia l'assetto aziendale in viale Mazzini» Ai giornalisti: «Tenete la spina dorsale dritta». L'Ulivo: condividiamo i timori. La Cdl: il Presidente conferma ciò che stiamo facendo Paolo Passarini ROMA L'indicazione èpredsa: «la televisione pubblica italiana deve conservare, rafforzare, migliorare sempre di più la sua attività di servizio pubbli-' co». Lo ha detto Carlo Azeglio Ciampi durante la cerimonia per la consegna dei premi di giornalismo Saint Vincent, svoltasi ieri mattina nel Salone delle Feste al Quirinale. Il Presidente ha sottolineato che questa sua raccomandazione vale «qualunque sia l'assetto aziendale della televisione pubblica italiana». In altri termini, il suo intervento non può essere Ietto come l'espressione di una contrarietà ai progetti di privatizzazione dei quali si parla da tempo. Però le sue parole vanno attentamente analizzate. Non essere in linea di principio contrari alla privatizzazione non significa non avere alcuna preoccupazione sui modi in cui questa privatizzazione può avvenire, e sulle sue conseguenze. Se ha.ha sentito il bisogno di raccomandar e che la «televisione pubblica» migliori la sua ftwzicwe cU,«erw?3P.pi*blico», vuole dire che Ciampi considera (teme si verifichi) la possibilità che questa peggiori. Del resto, la sua raccomandazione è rivolta alla «televisione pubblica», cioè quella che è oggi la televisione pubblica e che domani potrebbe essere privata, come sono oggi le tv dì Mediaset, alle quali non può dare raccomandazioni. Insomma, detto diversamente, il Presidente vorrebbe che quella che oggi è la tv pubblica continuasse a fornire (e anzi lo potenziasse) un buon servizio pubblico anche se diventasse come Mediaset. Quindi, mentre sprona la Bai a fare di più e meglio, Ciampi lancia un implicito allarme contro un sistema di informazione televisiva omologato sullo standard di qualità delle televisioni commerciali. Un settore di qualità deve rimanere comunque nel sistema. In che cosa la televisione pubblica deve migliorarsi? «Nei contenuti editoriali e culturali, nell'informazione, nello stile, in linea con le indicazioni dell'Unione Europea sui servizi pubblici radio-televisivi». E' un richiamo ai contenuti del trattato di Amsterdam del 1997, che Ciampi citò anche nel suo messaggio alle Camere del 2002. Ma come si fa a migliorare l'informazione? Lo si può desumere dai consigli che il Presidente ha ieri rivolto in generale ai giornalisti. Innanzitutto - ha detto Ciampi, prendendo le mosse dal suo recente viaggio in Cina - «serve una maggiore apertura intemazionale dei nostri mezzi di informazione». Ciampi ha osservato che, in occasione di questo viaggio, «il. sistema dell'informazione ha saputo trasmettere il messaggio»; un complimento che vale anche come un rimprovero per tutte le volte che non lo ha fatto. Matti il Presidente ha sottolineato che, eoa come «serve una maggiore apertimi intemazionale», eoa «serve meno attenzione a dinamiche, a contrasti e divisioni domestiche, die spesso nascono e svaniscono in pochi giorni, se non nel disorientamento die provocano all'interno e all' estero». Questo è anche un rabbuffo ai politici che amano alimentare effimere polemiche giornalistiche, eoa come un invito agli editori di giornali a non cavalcarle. E, infine, un altro consiglio ai giornalisti: «Tenere la spina dorsale dritta», essere seri ma non servili, senza interrompere mai il dialogo con la propria coscienz a. Ciampi lo ha detto parlando dopo il presidente della Federazione nazionale della stampa. Franco Siddi, e il presidente dell'Ordine Lorenzo Del Baca, che gli avevano prospettato i problemi della categoria (legge sulla diffamazione, richieste di silenziostampa, precariato), sulle quali il Presidente ha ricordato di essersi pronunciato in altre occasioni. Poi ha consegnato il premio a quel decano del giornalismo che è Giovanni Gio vannini. Fra i vari riconoscimenti, per le migliori inchieste, servizi speciali e rubriche spedalizzate un riconoscimento è stato attribuito a Marco Ansaldo della Stampa per «H palestinese che insegnava a nuotare ai bambini ebrei». Come spesso succede, le parole di Ciampi sono state commentate positivamente sia dalla maggioranza («è quello che stiamo facendo»), sia dall' opposizione («grave monito»). Paolo Gentiloni, della Margherita, deplora «una tv pubblica già poco distingui¬ bile da quella commerciale» e teme unpeggioramento con la quotazione in Borsa della Rai. Giuseppe Giulietti, Ds, paventa che le indicazioni di Ciampi vengano «disattese», come il suo messaggio alle Camere sulla libertà di infonnazione. Alfonso Pecoraro Scanio, Verdi, è per «(bloccare subito» la privatizzazione. Pippo Gianni, Udc, si dice «fehee» che (di Presidente d dia ragione su quello che stiamo facendo». I presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con Giovanni Giovannini

Luoghi citati: Amsterdam, Cina, Mediaset, Roma