Regionali, no dei governatori azzurri a Berlusconi di Gigi Padovani

Regionali, no dei governatori azzurri a Berlusconi CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO DENTRO FORZA ITALIA DOPO IL DIVIETO DEL PREMIER Regionali, no dei governatori azzurri a Berlusconi Formigoni, Fitto e Biasotti pronti a presentare le «liste dei presidenti» Gigi Padovani I governatori vanno avanti. Nonostante Berlusconi. Oggi a Genova Sandro Biasotti presenterà la sua lista per la Liguria, mentre ieri sia Raffaele Fitto (Puglia) che Roberto Formigoni (Lombardia), hanno ribadito di aver deciso da tempo di procedere con le loro «liste del presidente» per la gara delle regionali 2005. E persino Enzo Ghigo, il più prudente fra i presidenti azzurri pronti a ricandidarsi (il governatore del Piemonte aveva già annunciato di unifonnarsi all'indicazione del premier, contrario alle liste autonome) ieri ha commentato: «Forse l'affermazione di Berlusconi è stata obiettivamente un po' perentoria». Quanto a Francesco Storace, presidente di An del Lazio, da mesi si è organizzato con propri candidati e proprio simbolo e ieri ha ribadito quanto ha dichiarato in continuazione in questi giorni: «Voghe darvi una notizia, si candiderà nella lista Storace anche Pasquale Donato, già assessore al Turismo e allo Sport della giunta Badaloni, di centrosinistra. Vorrei chiedere al presidente Berlusconi a chi toghe voti questa candidatura...». Ma la sorpresa di ieri, nel braccio di ferro che da settimane divide il premier dai suoi «pupilli» della periferia (Ghigo e il veneto Galan, per esempio, erano suoi funzionari in Publitalia, quando lui h volle alla politica), è stato il duro commento di Formigoni. «Mi permetto di dare un consiglio al presidente Silvio Berlusconi: fermarsi perché c'è ancora tempo e mettere il bavaglio agli imprudenti consiglieri». Sono questi «incauti» consigheri, secondo il governatore lombardo, «che veramente rischiano di portarlo su una strada sbagliata. Una strada che potrebbe anche essere rovinosa». A chi si riferisce il «più federahsta dei presidenti» - come ama definirsi - nel suo attacco? Non è difficile scorgere un accenno anche alla Lega, che aveva chiesto, tràmite Bossi, la presidenza della Regione Lombardia per Bobo Maroni, a costo di andare al voto anticipato se Formigoni avesse accettato la Farnesina. La durezza dello scontro dimostra che l'asse Berlusconi-Bossi, almeno a Milano, è ancora forte: così per la prima volta il presidente ciellino (pronto a mettere in campo il suo esercito di attivisti cattolici nella sfida, se dovesse «correre» da solo) si ritrova isolato e contestato pure dal Carroccio. Il presidente del Consiglio regionale lombardo, il leghista Attilio Fontana, conferma la dichiarazione del suo capo¬ gruppo al PireUone, Boni, che aveva detto di Formigoni: «Se vuole presentarsi con la sua lista, allora non sarà più il candidato della Cdl». Al di là delle prese di posizione ufficiali, Fontana però confida: «Secondo me, questa tempesta finirà in \m nulla di fatto». Gh alleati cercano di stare fuori dalla polemica, come ha già fatto il fratello di Ignazio La Russa, Romano, che nel Consiglio regionale lombardo è capogruppo per An: «Sulle liste dei presidenti, non siamo né contro, né entusiasti». Attilio Fontana è più diplomatico del suo collega Boni, che dalle agenzie di stampa invita gentilmente Formigoni a ritirarsi a vita privata: «Il problema non è nostro - dice l'esponente leghista -, abbiamo rinunciato alla candidatura di Maroni e stiamo nell'alleanza della Cdl con lealtà. Credo ci sia un problema di leadership in Forza Italia e che Formigoni si stia preparando da tempo a questo passo». In, particolare. Fontana non crede al ragionamento che il presidente della Lombardia ha ripetuto in questi giorni, sulla falsariga dell'amico pughese Fitto (con il quale è in perfetta sintonia nella risposta al Cavaliere): la lista del governatore è aperta a esponenti del «neoriformismo lombardo» favorevole al federalismo, che quindi porta via voti all'Ulivo, convince gh astensionisti e semmai incide più nell'elettorato leghista che in quello di Forza Italia. Il giovane governatore di Maghe (Lecce), ieri ha diffuso una dichiarazione nei toni assai più diplomatica di quella di Formigoni, ma nella sostanza identica: «La scelta di costituire una lista di cittadini pugliesi in appoggio alla coalizione della Casa delle Libertà è stata lanciata sin dajlo scorso agosto e vagliata nella riunione dei leader regionah il 22 novembre scorso». Fitto ricorda che la sua lista è «rivolta all'esterno della coalizione» come provano «le prime adesioni». Poi, a chiusura del comunicato, una mano tesa al Cavaliere: «Sono convinto che queste ragioni non potranno che essere condivise da Berlusconi con il quale mi auguro di poterne discutere prima possibile». A Genova, dove ieri Biasotti ha accolto sia Formigoni sia Ghi¬ go per un convegno per rilanciare i collegamenti del Nord-Ovest, gh uomini del presidente fanno sapere che l'ex imprenditore si è candidato sì con Forza Italia, ma come indipendente. E quindi il «niet» di Berlusconi non lo .riguarda. Risultato: oggi Sandro Biasotti ha convocato una conferenza stampa in cui presenterà la sua lista.^Sa che ruhica'pòssibilità di battere l'avversario, il diessino Claudio Burlando, è cercare voti a tutto campo. Entro fine anno tutte la candidature per le regionah (si voterà la prima domenica di aprile 2005), saranno definite: 14 sfide - 8 maggioranze uscenti del Polo contro 6 uhviste - nelle quali il centrodestra rischia in Calabria, Puglia, Lazio, Abruzzo e Piemonte. Duro il presidente della Lombardia: «Silvio imbavagli i suoi incauti consiglieri o perderà» In Liguria oggi verrà annunciata la squadra che sarà opposta a Burlando In campo anche Ghigo «Il Cavaliere è stato troppo perentorio»