Un partito unico degli sciiti per conquistare l'Iraq di Paolo Mastrolilli

Un partito unico degli sciiti per conquistare l'Iraq LA MAGGIORANZA CONFESSIONALE SI PRESENTA CON UNA COALIZIONE DI 23 PARTITI E 288 CANDIDATI Un partito unico degli sciiti per conquistare l'Iraq Resta fuori soltanto r«imam ribelle» Al-Sadr. Si attende la reazione sunnita Paolo Mastrolilli NEW YORK Gli sciiti hanno presentato la loro lista unitaria per le elezioni irachene previste il 30 gennaio. Adesso tocca ai sunniti decidere se possono difendere meglio i propri interessi rispondendo con un altro elenco di candidati, oppure boicottando il voto. L'annuncio è stato fatto ieri nella massima sicurezza della Green Zone, l'area nel centro di Baghdad dove hanno sede il governo provvisorio e l'ambasciata Usa. La coalizione si chiama United Iraqi Alliance, raggruppa 23 partiti e ha 288 candidati. L'ha voluta l'ayatollah Al Sistani, leader religioso degli sciiti iracheni, e l'ha presentata l'ex scienziato Hussain al-Shahristani, un suo uomo che era stato il favorito dell'Onu per diventare premier del governo provvisorio. I partiti principah sono l'Islamic Dawa Party, guidato dal vicepresidente iracheno Ibrahim Jaafari, e il Supreme Council for the Islamic Revolution (Scili), di cui è capo Abdel Aziz Hakim, fratello di im popolare ayatollah ucciso nel 2003. Entrambe queste fonnazioni erano sopravvissute in esilio in Iran, durante la dittatura di Saddam, e sono rimaste legate a Teheran, nonostante la scelta di collaborare con l'occupazio¬ ne americana. Lo Sciri aveva anche una'milizia privata, la Badr Brigade, che contava 10.000 uomini armati, ma alla fine del 2003 Iha trasformata in ima costola politica chiamata Badr Organization. Nella coalizione c'è' l'Iraqi National Congress di Ahmed Chalabi, l'ex favorito del Pentagono come nuovo leader iracheno. La carriera di Chalabi sembrava finita quando tutti lo avevano incolpato di aver fornito informazioni false sulle armi di Saddam, e gli americani erano arrivati a fare incursione nella sua casa dopo alcune denunce per frodi finanziarie. Ma il capo dell'Ine è riuscito a evitare la condanna in tribunale, si è riawicinato all'Iran e ha riconquistato un posto di prestigio nella coalizione sciita. Chi invece è rimasto fuori è Muqtada al-Sadr, il giovane leader religioso responsabile delle rivolte a Najaf in primavera ed estate. Il capo della milizia Al Mehdi era stato invitato a partecipare, ma secondo un portavoce ha preferito «guardare come andrà il voto. Se funzionerà ci sarà tempo di candidarsi alle prosisme elezioni. Se fallirà, non avremo contribuito alla pohtica sbaghata dell'occupazione». Anche l'attuale premier Allawi vuole presentare una lista separata, ma per sfruttare meglio la visibilità del suo ruo¬ lo. Nell'elenco dei candidati ci sono alcuni curdi e sunniti indipendenti della tribù Shamar, che hanno consentito a Shahristani di definire la lista come «una iniziativa unitaria per rappresentare tutti gli iracheni». In realtà l'alleanza è stata orchestrata da Sistani per sfruttare al massino la maggioranza sciita nel Paese. Le consultazioni del 30 gennaio dovranno scegliere i 275 membri dell'Assemblea naziona¬ le che poi scriveranno la Costituzione con cui si terrà un nuovo voto alla fine di dicembre. La legge elettorale proporzionale favorisce le coalizioni, e gli sciiti, che rappresentano il GO1}*) della popolazione, avevano tut¬ to l'interesse a presentarsi uniti. Saddam li aveva emarginati, ma adesso puntano alla maggioranza assoluta. Il primo problema ora riguarda la reazione dei sunniti, che hanno minacciato di boicottare le elezioni tramite i leader religiosi dell'Association of Muslim Scholars. I sunniti, cui apparteneva Saddam, sono il 20,}6 della popolazione e quindi sembrano destinati a perdere le elezioni. Adesso devono scegliere se gli conviene presentare ima lista, raccoghendo quello che possono, oppure sfidare il sistema boicottando il voto e cavalcando la guerrigha. Poi c'è il sospetto dell'influenza sugli sciiti dell' Iran, che secondo il re giordano Abdallah ha infiltrato oltre un milione di persone in Iraq per condizionare il risultato delle elezioni. Ieri il Segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha detto al Consiglio di Sicurezza che i preparativi del voto procedono bene, ma ha avvertito che «l'insicurezza, inclusi rapimenti, intimidazioni, attacchi ai civili e brutali atti di terrore, resta un grande ostacolo». Annan ha mandato solo 19 inviati per organizzare le elezioni irachene e non vuole aumentarli, e secondo alcuni osservatori cpiesto è uno dei motivi all'origine degli attacchi contro di lui per la vicenda «Oil for Food». li leader sciita Moqtada al-Sadr in una delle sue ultime apparizioni in pubblico: lo scorso maggio, nella città santa di Najaf

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