Epoché-Togu-na, a migrante casa africana delle parole

Epoché-Togu-na, a migrante casa africana delle parole Epoché-Togu-na, a migrante casa africana delle parole AVEVA ragione Dada Rosso a introdurre con divertimento (ma senza tacere su quanto di lacerante vi fosse dietro le ironiche pagine dell'autrice) Come cucinarsi il marito all'africana, l'ultimo libro di Calixthe Beyala, la scrittrice camerunense vincitrice del Grand Prix du roman de l'Académie Frangaise per (il precedente) Gli onori perduti, ritratto di un'africana trapiantata a Parigi alla disperata ricerca, come le sue coetanee di ogni altrove, di una ardua identità. Entrambi romanzi pubblicati dalla piccola, recente Epoche, interamente dedicata agli scrittori africani (un'altra delle tante facce della scrittura migrante), precisa scelta dei soci, da Gaia Amanducci, direttore editoriale a Egi Volterrani (di qui la prevalenza degli algerini) che avevano cooptato Dada Rosso, il cui talento anche nel mondo editoriale viene, con rimpianto, ricordato. Quest'Africa, così fatale a Dada, e non certo scoperta oggi nei suoi nuovi talenti, da Jaca Book a e/o, si caratterizza nell'ancor unica collana di Epoche, «toguna», («la casa delle parole» in lingua Dogon), per due elementi base: le tragedie, specie dell'Algeria dalla lotta per la liberazione al fondamentalismo, raccontate con un linguaggio che privilegia le storie piuttosto che la letterarietà (unico sperimentahsta il congolese Sony Labou Tansi il cui Nemico del popolo ha impiegato anni per trovare un traduttore in Volterrani). Su questa linea si muòvono gli algerini Mohammed Dib, scomparso nel 2003, nella trilogia della povertà, del risveglio civile, che comprende La casa grande. L'incendio (appena uscito), Il telaio previsto per il 2005; Kateb Yacine (1929-89) di II cerchio delle rappresaglie, i cui temi dell'oppressione, dell'azione disperata, dell'emancipazione femminile risultano di forte attualità; Rakid Boudjedra che in II cerimoniale, sotto forma di giallo filosofico lancia la propria accusa al terrorismo, «ultimo gradino della umana regressio¬ ne». Nel 2005 arriveranno, tra gli altri, Monne, oltraggi e provocazioni», piccolo epos contro la civilizzazione dei bianchi di Ahmandou Kourouma, premiato al Grinzane, appena scomparso, e II fuoco delle origini, il mito del Continente nero, del congolese Emmanuel Dongala. Poi sarà la volta del sud sahariano e dell'Africa anglofona con un impegno di fedeltà al significato più «necessario» di Epoche: in greco «tempo» ma soprattutto «sguardo sul mondo, libero da pregiudizi». Contropiede L'attendibilissmo tondelliano Fulvio Panzeri prepara per peQuod un «viaggio tra i nuovi scrittori italiani», gli «Under 25» del nuovo millennio, «ragazzi che non amano la trasgressione, vogliono fare una letteratura nuova che rappresenti il proprio modo di vedere il mondo, senza cedere all'autobiografismo di maniera,...ragazzi che non cercano il successo facile e sanno che la scrittura è un duro esercizio...». Sarà durissimo se ancora scrivono: «...le strade profumano di nuovo...», «...il piazzale antistante... », «.. .mentre mi parlo e non mi ascolto...». Non obbligateci a preferire Melissa. Calixthe Beyala Dalla camerunense Beyala agli algerini Dib e Boudjedra, all'ultimo Kourouma, nel catalogo della casa editrice che aveva fra i suoi talenti Dada Rosso, tragicamente scomparsa in Ciad Epoché-Togu-n Calixthe Beyala, autrice di Epoche

Luoghi citati: Africa, Algeria, Ciad, Epoche, Parigi