Regionali, al via le sfide per ì 14 governatori

Regionali, al via le sfide per ì 14 governatori NONOSTANTE IL «NO» DI BERLUSCONI ANCHE NEL POLO CI SARANNO ANOMALIE FUORI DA FORZA ITALIA Regionali, al via le sfide per ì 14 governatori Biasotti, Storace e Fitto con loro formazioni, ancora incerto Formigoni Gigi Padovani Si parte 8 a 6 per il centrodestra, che spera di agguantare almeno un pareggio (molti danno per scontata la perdita dell'Abruzzo). Ma il centrosinistra - per altro non ancora pronto con tutti i suoi 14 candidati in importanti Regioni, come la Basilicata e la Puglia - aspira senza mezzi termini al sorpasso, puntando su Piemonte, Liguria e Lazio con suoi candidati, che considera forti. A quattro mesi dal voto per le Regionali si può dire che sia già partita la campagna elettorale, con i dodici governatori uscenti che si ricandidano (non lo fanno gli ulivisti Bubbico in Basilicata e D'Ambrosio nelle Marche) già da settimane impegnati in frenetici tour di inaugurazioni, incontri, convegni. Ieri il forzista Raffaele Fitto ha presentato la sua candidatura in una convention della Cdl a Bari, mentre D'Alema sosteneva Sassolino a Napoli, e Francesco Storace tra Fresinone e il Prenestino a Roma - andava all'attacco di Marrazzo. «A chi mi dice che sono in campagna elettorale da un anno celia al telefono il governatore del Lazio - replico che sto in giro dal 17 aprile del 2000, da quando sono stato eletto. Vedo entusiasmo, partecipazione, e credo che conti come si è governato rispetto a chi confonde i programmi televisivi con quelli elettorali». Storace non risparmia le battute all'avversario ulivista, che definisce «uno uscito dall"'Isola dei famosi"», anche se non sottovaluta nessuno: già da settimane la capitale è tappezzata dei suoi manifesti sei per sei con il simbolo della sua lista accanto alle altre della Cdl che l'appoggiano. Quando Berlusconi per la prima volta aveva sconsigliato i governatori dal fare ima propria lista, lui aveva replicato con una delle sue battute: «Ah sì? Non vogliono che faccia una mia lista, allora ne faccio due...». Ed è andato avanti sulla sua strada, non dovendo sottostare alle regole del premier nei confronti degli azzurri, ribadite anche l'altro giorno: «Se i nostri governatori - ha detto Berlusconi vogliono fare la lista, corrono da soli, anche a costo di perdere noi non li seguiremo». Per adesso non tutti si sono adeguati, anche se erano in molti ad accarezzare l'idea di una lista «personale» accanto a quelle di partito. Almeno due sembra che si siano adeguati: Ghigo in Piemonte (che pure aveva sondaggi lusinghieri che davano la sua formazione al 6-7 per cento) e Galan in Veneto, che invece non ci aveva mai pensa- to e ora si presenterà con un ticket come quello americano Bush-Cheney con il leghista Luca Zaia, presidente della Provincia di Treviso. Incerto ancora Formigoni, che pure ha un esercito di attivisti ciellini dalla sua e ha già lavorato per far partire una sua lista con i neo-riformisti guidati dal neo assessore regionale lombardo alla casa, Giampiero Borghini (ex sindaco Pei di Milano). Il governatore del Pirellone per ora tace, ma i motori sono accesi. In Liguria Sandro Biasotti, che se la dovrà vedere con un agguerrito Claudio Burlando - ex ministro dalemiano - sembra più propenso ad andare avanti: infatti è un indipendente, non un forzista. Così ieri anche Claudio Scajola (appena designato nella nuova trojka azzurra dal premier) l'ha ricordato, dandogli quasi un «via libera» a lanciare la sua formazione. In Puglia invece Raffaele Fitto andrà avanti: «La mia lista sarà chiusa agli esponenti dei partiti di centrodestra - spiega - mentre sarà aperta alla società civile». Non vuole certo mettersi di traverso con Berlusconi, Fitto, ma intende sfruttare apporti che gli arrivano anche da delusi del centrosinistra, come l'ex presidente della Provincia di Foggia, Pellegrino. Quanto alla Lega, ha deciso di accontentarsi degli assessorati promessi dal Cavaliere a Bossi. Riassume il giovane Luca Zaia, che fu eletto a Treviso con il 70 per cento dei voti, quando andò al voto solo col simbolo della Lega: «Non so se si farà il ticket con Galan, deciderà il direttivo - si schermisce - ma certo sarà una garanzia per tomare a vincere in Veneto». Per l'imprenditore ulivista Massimo Carra- ro la strada si presenta in salita. Pare invece avere maggiori possibilità, in Abruzzo, 0 sindaco di Pescara, l'emergente Luciano D'Alfonso che sarà contrapposto al governatore uscente, Lanfranco Pace: in questo anno che è alla guida della sua città ha conquistato molti consensi. In alto mare invece la situazione, per il centrosinistra, in Basilicata: Bubbico aveva deciso di non ripresentarsi, ma i due possibili candidati. De Filippo (Margherita) e Potenza (Udeur) sono entrati nel tritacarne dell'inchiesta sulle tangenti, come il loro avversario Blasi. Il risultato è che, per ora, a Potenza non ci sono sfidanti pronti. Anche la Calabria è incerta (nei due Poli). Definite le sfide di Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio. E in Lombardia l'anti-Formigoni, alla fine, potrebbe essere l'ex «golden boy» Gianni Rivera.