«Le nostre armi: un tè caldo e voglia di libertà»

«Le nostre armi: un tè caldo e voglia di libertà» LA MAGGIORANZA SONO GIOVANI, SOGNANO IL MODELLO DI VITA DELL'OCCIDENTE «Le nostre armi: un tè caldo e voglia di libertà» In piazza Indipendenza tra la gente che ha assediato pacificamente il Parlamento reportage Benoit Hopquin KIEV COMBATTONO su due fronti: contro il potere e contro i brogli. Come armi hanno soltanto vestiti caldi, zuppa, té d'alcool nella tendopoli sarebbe vietato, ma gira comunque a piccole dosi) e un grande desiderio di libertà. Di giomo sono 100.000, di notte sono non meno di 15.000, per la maggior parte di età inferiore ai 30 anni. Dell'era comunista hanno in mente qualche racconto degli anziani, qualche slogan elementare e qualche immagine sbiadita. Dell'indipendenza dell'Ucraina, nel 1991, non serbano che le speranze deluse, le geremiadi dei parenti e magari la vogha di condividere il modello di vita dei nuovi ricchi che sotto i loro occhi sperperano grandi ricchezze in maniera indecente. I loro sogni, i loro ideali - a torto o a ragione - li hanno affidati a un banchiere, Viktor Yushenko, candidato del blocco di opposizione filooccidentale, e nel colore delle loro manifestazioni, l'arancione, che contrasta con il grigio della quotidianità. Hanno fatto di Viktor Yanukovic il candidato del potere, il depositario delle loro frustrazioni di classe media. Quando domenica 21 novembre, la sera del secondo turno delle elezioni presidenziali, hanno compreso che la vittoria sarebbe stata loro confiscata, rompendo con il tradizionale fatalismo dei loro antenati, si sono ribellati. Il lunedi mattina hanno fatto spuntare un immenso accampamento a metà dell'avenue Khrechatyk, in piazza dell'Indipendenza, bloccando la più grande arteria stradale di Kiev, ricca di quei negozi di lusso che per loro hanno rappresentato, per lungo tempo, una provocazione quotidiana. Sono vissuti da allora con la speranza che la democrazia spunti dalla neve sporca sulla quale battono i piedi per scaldarsi. Sono le 4 del mattino, il termometro segna meno 10" (nelle tende non supera i più 5 '' ). Sono le ore più dure prima del levarsi di un pallido sole verso le 7. Uomini e donne saltano da un piede all'altro, le mani stringono una bevanda calda, parlano forte per combattere contro il sonno e il torpore indotto dal gelo. Tra loro c'è Denis Tymochenko, 24 anni, studente nella facoltà di Commercio internazionale. Alla vigilia del secondo turno elettorale ha partecipato alle nozze della sorella, a Kherson, una città del Sud del Paese, presso Odessa. «La maggior parte degli invitati racconta - avevano dichiarato la loro intenzione di votare per Yushenko. Ero ottimista. Ma lo spoglio dei voti ha dato una schiacciante maggioranza a Yanukovic. Ho capito che ci stavano prendendo in giro. Allora ho deciso di uscire di casa e di battermi». Alexei Goglodze, 28 anni, ha avuto lo stesso scatto di rabbia. Era a Soumy, città natale di Yushenko, nel Nord del Paese, quando ha ascoltato i risultati: «Ho capito che non avrei più potuto sopportare questa prigione». Un ex responsabile del reparto spedizioni deUe ferrovie, ora disoccupato, ha abbracciato la moglie, Oxane, insegnante, è andato alla stazione e ha fatto il biglietto per Kiev. Da allora ostenta una straordinaria determinazione nel difendere una modesta ambizione: «Mi piacerebbe tanto, come voi occidentali, avere un lavoro normale, un salario normale, una vita normale, avere un futuro, sognare un viaggio e un giomo poterlo fare». Anche Anne Streltsova, 23 anni, ha un sogno: ((Mi piacerebbe - confida - visitare tutta l'Europa e in Ucraina avere una vita migliore». Quando i risultati sono stati resi noti ha pensato di essere stata ancora derubata, spogliata di un futuro possibile. L'organizzazione di una resistenza le ha ridato speranza. L'impiegato di una compagnia di trasporti toma tutte le sere in piazza dopo il lavoro. Aiuta a preparare alimenti sostanziosi. Miracolosamente appare un pollo arrosto: viene diviso in piccolissime porzioni e divorato rapidamente. Aline Streltsova dice di avere la sensazione di «vivere una pagina di Storia». Lo stesso vale per Alexandre Choupylo. Ha 30 anni, giornalista di Chemigiv, nel Nord del Paese, ha rifiutato il compromesso col potere che hanno invece accettato tanti suoi colleglli. Questa ostinazione lo ha confinato a un posto di fotografo in un giornaletto e poi lo ha portato al licenziamento. Si è unito all'opposizione ed ha fatto lo scrutatore dell'ufficio 42 del distretto 208. «Nel primo turno Yushenko aveva 300 voti di vantaggio su Yanukovic. Al secondo turno ne ha avuti 482 di meno». L'evidente manipolazione lo ha convinto a unirsi alla protesta. Ci mostra la «catta della stampa» e sul retro gli impegni deontologici che si ispirano alla ricerca della verità: ((Mi piacerebbe tanto - dice - che non dovessimo mentire». YuriTsvetkov, 21 anni, studente in Legge, vorrebbe ugualmente esercitare il suo mestiere con dignità. Vuole che la legge venga difesa: «Qui - si rammarica - si compra tutto, anche i giudici». Vorrebbe che il suo Paese si affacciasse ad Occidente, di cui ha come molti una visione distorta. Sa quello che vuo¬ le: la giustizia. E sa quello che non vuole, percorrere la strada della nonna, Galina: una donna dignitosa che abita non lontano dall'accampamento dei manifestanti, in due stanze fatiscenti, che ha 68 anni e che deve ancora lavorare, non potendo contare sulla misera pensione: 90 euro al mese. Ci spiega con tipica ironia slava: ((A noi sembra bella la vita. Ma appena ci rendiamo conto del tenore di vita degli europei, ci rendiamo anche conto di quanto sia misera la nostra vita. Allora comprendiamo che non abbiamo vissuto, siamo solo esistiti». Maria latskin e il marito Igor, entrambi di 58 anni, sono arrivati da un villaggio dell'Ovest dell'Ucraina per permettere ai figli di avere un'istruzione superiore e riscattarsi dalla loro umile condizione sociale. Oggi sono entrambi disoccupati: «E' il loro avvenire che stiamo difendendo», ci dice Igor circondato da decine di migliaia di manifestanti davanti al Parlamento. A tratti urla con il resto della folla: «Fuori il govemo». Spezzando per la prima volta nella sua vita il tabù di un divieto. Gli slogan corrono di bocca in bocca come parole d'ordine: «Difendiamo la nostra volontà)), ((Facciamo rispettare il nostro voto», «Restiamo qui fino alla vittoria». Tutto intomo sono piazzate le tende, molti gli igloo concepiti per due persone, ma che ne ospitano non meno di quattro. Decorate allegramente, ma non disposte a caso: c'è la tenda del «comando», l'infermeria, la cucina. Barricate sono state collocate tutto attorno, difese da 2000 volontari. Una piccola armata costituita il primo giorno, quando si temeva una prova di forza della polizia o dei partigiani di Yanukocic, in arrivo dall'Est dell'Ucraina. La divisione del Paese? Yuri Tstetkov pensa che quelli che hanno votato per Yanukovic siano stati ingannati: «Quando tutti i giorni, per 5 anni, vi hanno detto che una foglia bianca è nera, voi finite per crederci». «Ci sono due Ucraine affenna Anatoly Tverdohleb, 38 anni - quella del popolo e quella del potere». «Chi ha votato per Yanukovic è stato ingannato: se tutti i giorni ti dicono che il bianco è nero, ci credi» «Ci sono due Ucraine quella del popolo e quella del potere» Uno scrutatore: «Nel primo turno Yushenko aveva 300 voti di vantaggio sul rivale Al secondo turno ne ha avuti 482 di meno Allora ho deciso che non si poteva accettare» L'esultanza dopo tante notti all'addiaccio nella piazza centrale della capitale

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