La calata del terzo Viktor di Anna Zafesova

La calata del terzo Viktor EMINENZA GRIGIA DEL NEGOZIATO IN CORSO La calata del terzo Viktor Il genero miliardario di Kuchma ammicca alla piazza personaggio Anna Zafesova MOSCA .. J\ NDRÀ tutto bene», ha "/^scritto su un foglietto di carta quando un ragazzo vestito dell'arancione della protesta di Yushenko gli ha chiesto un autografo. E se lo dice lui c'è da crederci, mollo più che alle strette di mano con sorrisi acidi nelle «tavole rotonde» in cui i contendenti alla presidenza ucraina cercano da più di dieci giorni un compromesso. Secondo molti osservatori, uno degli argomenti in discussione nei negoziati tra potere e opposizione a Kiev è proprio lui, Viktor Pinchuk, l'uomo che viene considerato il più potente e ricco del Paese. Il deputato e imprenditore non è presente in questi giorni nelle stanze dei bottoni, nessuno lo ha visto ai negoziati, ma i suoi interessi nella lotta tra la piazza della protesta e il potere sono ben rappresentati: per lui tratta il presidente dell'Ucraina Leonid Kuchma, suo suocero. Il patrimonio di questo 44enne di Dnepropetrovsk che ha fatto la sua fortuna con la metallurgia, espandendo poi il suo impero a banche, televisioni e altre attività, viene stimato in 1,3 miliardi di dollari. Ma il vero investimento di Pinchuk è stato il matrimonio con Elena Kuchma. La felice coppia pochi mesi fa ha fatto una nuova acquisizione: l'impianto siderurgico «Krivorozhstal» è stato privatizzato da loro per 880 milioni di dollari, nonostante concorrenti russi e occidentah avessero offerto quasi il doppio. Secondo l'opposizione ucraina, è proprio sui conti di Pinchuk in Germania e in America che hanno trovato rifugio i soldi dello stesso Kuchma, facendo dell'imprenditore il cassiere del «clan di Dnepropetrovsk» composto dal capo dello Stato e dai suoi intimi, come il capo dello staff presidenziale Viktor Medvedchuk (anche lui nella lista dei miliardari) e di Grigorij Surkis, proprietario della Dinamo Kiev. Una «famigha» ancora più spregiudicata e influente di quella di Boris Eltsin che oggi, nel momento in cui il suo capo è costretto a cedere il potere, ha ancora più urgente bisogno di garanzie di immunità di quanto ne avesse avuto l'ex presidente russo. E secondo molti commentatori, è stato proprio l'esempio dell'ex padrone del Cremlino a spingere Kuchma a cercarsi un erede al quale consegnare il potere e dal quale aspettarsi certezze per una tranquilla pensione. La scelta per questa successione è caduta su Viktor Yanukovic, appoggiato anche dal Cremlino. Con lui i miliardi e le proprietà della famiglia Kuchma avrebbero dovuto rimanere al sicuro. L'esplosione della protesta dell' opposizione ha sconvolto questo progetto. E Pinchuk, l'uomo più odiato dalla «piazza arancione», è apparso a sorpresa nella tendopoh dei sostenitori di Yushenko. Ha girato tra i ragazzi, ha distribuito autografi ai curiosi e ha sorriso benevolmente quando gli hanno urlato lo slogan preferito dai dimostranti, «Kuchma get'», Kuchma fuori. «Bellissimo - ha detto - se fossi studente sarei qui con voi». Gli è stato offerto di rimanere in piazza per la notte, ma Pinchuk ha detto che non poteva: era con la figlioletta. La nipotina del presidente in carica tra i manifestanti che vogliono la sua testa è un segnale di distensione, e il genero di Kuchma l'ha poi confermato in un'intervista al New York Times: «Per Kuchma questa settimana è più importante dei dieci anni precedenti, è pronto al compromesso, deve salvare il Paese». Dalle parole di Pinchuk sembra di capire che il compromesso consisterà nella vittoria di Yushenko: ha perfino ammesso i brogli alle ume, giustificandoli come «una tradizione postsovietica» e accusandone anche l'opposizione. «Ma l'altra parte è stata più brava», ha aggiunto. Un'uscita che sembra far intendere che il compromesso è stato jià raggiunto nel negoziato dietro e quinte, e che Pinchuk ha avuto le sue garanzie dagli ucraini e forse anche dagli europei. Non a Yushenko aveva chiesto agli occidentah di negare alla famigha Kuchma il «visto Schenghen» «Sono un uomo dell'Occidente - dice di sé Pinchuk - il mio obiettivo è una vita globale». Considerato filoccidentale, il genero del Presidente parla un ottimo inglese e intrattiene rapporti con politici e imprenditori a Ovest. Insistere sulla vittoria di Yanukovic avrebbe significato rischiare l'isolamento dell'Ucraina sul «modello bielorusso». Una situazione che forse sarebbe piaciuta a Mosca, ma che non rientra assolutamente nei piani degh oligarchi di Kiev che hanno in Europa interessi e proprietà. Sostenitori di Yushenko manifestano a Kiev con in mano una candela