Sul Patto Ue sintonia con Zapatero di Gian Antonio Orighi

Sul Patto Ue sintonia con Zapatero «SERVE FLESSIBILITÀ'» Sul Patto Ue sintonia con Zapatero Gian Antonio Orighi CUENCA Flessibità «ragionevole» sul patto di stabilità. Coincidenza di vedute su riforma dell'Orni, comune difesa dei fondi strutturali, ingresso indispensabile della Turchia nella Ue; accordi nella lotta contro il terrorismo, sull'immigrazione, sulla cultura. Erano soddisfatti ieri sera a Cuenca, presentando i risultati del 12° vertice bilaterale italo-spagnolo, i premier José Luis Rodriguez Zapatero e Silvio Berlusconi, accompagnati da loro cinque ministri: esteri, interni, cultura, industria e lavoro. Una sintonia, già manifestatasi in mattinata, quando il colloquio tra i due presidenti del Consiglio è durato 90 minuti, 60 in più di quelli previsti dall'agenda. Il vertice, nella meravigliosa ma scomodissima Cuenca, una cittadina di 51mila abitanti della Castilla La Mancha (sprovvista sia di aereoporto che di eliporto: la delegazione italiana è dovuta arrivare nella madrilena Torrejon de Ardóz e poi prendere 6 elibus), è il primo che ha celebrato Zapatero in casa dopo la vittoria elettorale del marzo scorso che ha mandato all'opposizione i popolari dell'ex premier José Maria Aznar. Un avvicendamento che non ha affatto scombussolato le relazioni tra i due Paesi. «Spagna ed Italia hanno una intensa relazione. E questo vertice segna il rilancio di una tappa, che ha buone ragioni perchè la Spagna e Atalia sono Paesi profondamente europei e ciò unisce molto», ha esordito il socialista Zapatero. Un bel passo avanti rispetto al prudente «rispetto mutuo» pronunciato dal leader socialista lo scorso maggio nella sua prima visita a Roma. E subito è arrivato il primo risultato tangibile, un accordo per creare una rete europea sul furto e traffico di esplosivi, il materiale usato da Al Qaeda per i «treni della morte» di Al Qaeda nella strage dell' 11 marzo a Madrid. Berlusconi, dopo aver ricordato la positività del summit, ha aggiunto due punti molto importanti su cui insiste da tempo. «C'è stato un accordo tra di noi sulla flessibilità necessaria nell'interpretazione del patto di stabilità.- ha detto il presidente del Consiglio - É una flessibilità doverosa perchè non possiamo mettere dei vincoli alla nostre imprese, una flessibilità che pur lasciando intatto quel patto può portare ad un'interpretazione che ci consenta di graduare le possibilità dei nostri interventi sull'economia, dal punto di vista dei governi nazionali, a seconda delle condizioni dell'economia ed anche seguendo i canoni dellabuona contabilità». Dopo aver cjuindi incassato da Zapatero la «flessibilità ragionevole» della Spagna, comunque già promessa dal capo dell' Esecutivo di Madrid a Germania e Francia sempre che ci sia una difesa, dal 2007, dei fondi strutturali che arrivano ai Paesi mediterranei (su cui l'Italia è d'accordo), Berlusconi ha evidenziato la piena identità di vedute anche sull'ingresso di Ankara in Europa: «Siamo entrambi convinti che sarebbe una delusione troppo grande quella di dare al popolo turco una risposta ambigua. Un grande Paese come la Turchia deve essere incentivato nella sua volontà di unirsi all'Unione Europea». Berlusconi si era preparato con cura il vertice. Ha conquistato Zapatero ricordandogli, all'inizio dell'incontro, la sua grande amicizia con l'ex premier socialista Felipe Gonzàlez. Il collega spagnolo era cosi contento da ribadire che, nella campagna elettorale di marzo, aveva assicurato: «Tagliare le imposte è anche di sinistra. La fiscalità è solo uno strumento, non un fine». Dulcis in fondo, il presidente del Consiglio, mentre stava prendendo l'aereo che lo riportava a Roma, ha ricevuto il saluto inaspettato del re Juan Carlos, che stava transitando per lo stesso aereoporto. Insomma, Aznar è passato remoto.