Sono cinque le donne del «buon governo»

Sono cinque le donne del «buon governo» PREMIO IN ONORE DI ELEONORA D'ARBOREA, REGINA MEDIOEVALE, E DEI SUOI CODICI Sono cinque le donne del «buon governo» Stefanella Campana 'T1 INA Anselmi, Marisa CinciaA ri Rodano, Nadia Gallico Spano, Maria Eletta Martini per ora non sono state nominate dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi senatrici a vita come auspicava l'Udi, con un'iniziativa sostenuta da migliaia di firme portate al Colle. In compenso, per il loro impegno parlamentare e governativo fin dalla nascita della Repubblica, a cui hanno contribuito, anche con un'attenzione ai problemi delle donne, riceveranno il «Premio Eleonora d'Arborea nella Storia - Donne per il Buon Governo», alla sua prima edizione. E, alla memoria, viene assegnato a Maria Teresa Sechi, la prima, e finora unica, presidente della Provincia di Oristano. Un riconoscimento promosso dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Oristano (sarà presentato domani a Roma) per valorizzare quelle donne che sull'esempio di Eleonora d'Arborea hanno lasciato un segno nel loro operato, perseguendo gli ideali di democrazia e pace. Grandi personalità femminili contemporanee escluse dalle massime cariche rappresentative, premiate in ricordo della giudicessa Eleonora, importante figura storica che governò il Giudicato d'Arborea dal 1383 sino alla sua morte nel 1404, rivelando una straordinaria abilità politica e grande forza d'animo nell'osteggiare in tutti i modi la potenza spagnola e artefice di varie alleanze per l'autonomia della Sardegna. Ma vittima di un'«ingiustizia» storica. «Eleonora d'Arborea ha subito una "discriminazione" culturale - dice Pupa Tarantini, storica, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Oristano, patria della giudicessa -. I giovani apprendono chi è Giustiniano, ma in genere nulla sanno di Eleonora d'Arborea, nonostante l'importanza della sua «Carta de Logu», il primo codice di leggi civili e penali d'Europa promulgato nel 1392 e rimasto in vigore persino in e joca spagnola e sabauda, fino all'emanazione del Codice di Carlo Felice nel 1827. Un'ingiustizia che va sanata. Eleonora d'Arborea deve finire sui libri di scuola e meritare il giusto posto nella storia che le spetta: non è un personaggio importante solo per la storia della Sardegna, ma per l'Italia e l'Europa». La «Carta de Logu» è considerata una delle forme più evolute della scienza giuridica medievale anche per alcune norme di attualità sorprendente per il mondo femminile. Quali per esempio le punizioni contro atti di violenza sessuale, la libertà della donna di accettare o rifiutare il matrimonio riparatore a seguito della violenza subita, la comunione dei beni nel matrimonio, la donna riconosciuta come soggetto giuridico. Nella sua visita a Oristano nel febbraio di quest'anno, il Presidente della Repubblica ricevette in dono proprio la «Carta de Logu». E lo stesso Ciampi, in un telegramma inviato alla presidente della Commissione Pari Opportunità Pupa Tarantini (è lei la donatrice della «Carta») formula «i migliori auguri di successo» al Premio e al convegno intemazionale che si svolgerà sabato a Oristano sul tema «Strategie di donne per la pace in Europa e nel Mediterraneo: il buon governo nell'era della globalizzazione». Promosso e organizzato dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Oristano, dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Oristano e dal «Mediterranean Women Press Network», in omaggio a Eleonora metterà a confronto esperienze di donne al governo delle città del Mediterraneo e ospiterà un confronto internazionale sull'informazione «tra Occidentalismo e Orientalismo». Il «riscatto» di Eleonora d'Arborea continua. Ma quando sarà conosciuta anche attraverso i libri di scuola? E per altre donne del «buon governo», appuntamento a Oristano per il prossimo premio. Qui accanto Tina Anselmi e a destra Marisa Rodano tra le cinque premiate