«I killer di mio marito sono in carcere, senza taglie»

«I killer di mio marito sono in carcere, senza taglie» L'UOMO FU UCCISO NEL SUO NEGOZIO A MILANO CINQUE ANNI FA «I killer di mio marito sono in carcere, senza taglie» La vedova del gioielliere Bartocci: è difficile, ma bisogna avere fiducia intervista MILANO Auccidere suo marito sono stati un paio di balordi con una pistola cattiva, i nervi di burro e troppa eroina nelle vene. «Quel minuto è come un film che rivedo ogni giorno. Mi è morto tra le braccia», ricorda Maria Rosa, la vedova di Ezio Bartocci, il gioielliere ammazzato nel suo negozio di via Padova a Milano il 20 luglio di cinque anni fa. «Nessuno più di me, sa quanto devono soffrire i famigliari del benzinaio ucciso a Lecco. Vivono la mia stessa pena. Ci vuole molta fede... ma nei primi giorni non è facile, scappa anche quella». Signora Bartocci, il ministro Calderoli ha proposto di istituire una taglia per trovare gli assassini del benzinaio di Lecco. Può essere utile? «L'ho letto sui giornali, mentre andavo al cimitero a trovare mio marito... Una taglia non serve a niente. E' solo un ritorno all'indietro nei secoli. Lo dico come cittadina, non c'entra la politica». Non crede che offrire dei soldi, possa essere uno stimolo a collaborare di più con la polizia? ((Assolutamente no. Non dobbiamo metterci noi a caccia degli assassini. E poi la polizia lavora bene. Chi ha ammazzato mio marito è stato arrestato ed è in carcere. Lo so che non sempre finisce così. Ma se non abbiamo fiducia nello Stato torniamo solo al Far West e alla giustizia fai da te». La taglia può essere un deterrente? «Figuriamoci se può avere paura di una taglia, chi non teme pene severe come quelle che ci sono oggi. Meglio il castigo sicuro: quando i colpevoli vengono trovati, dopo ragionevoli processi devono essere condannati. E la condanna deve essere scontata fino all'ultimo giorno. Chi ha ucciso mio marito è in carcere. Mi piacerebbe pensare che ogni attimo senza libertà, possa servire almeno a riflettere su quello che hanno fatto. Ma so che non è così». Quando succedono omicidi come quello di suo marito o del benzinaio di Lecco, c'è chi propone che i negozianti abbiano il porto d'armi. Secondo lei è giusto difendersi da soli? «Mio marito detestava le armi. Diceva sempre: "Se vogliono i soldi daglieli. L'importante è che ci salviamo noi due"». Non ha mai pensato che se suo marito fosse stato armato, forse oggi potrebbe essere vivo? «L'istinto di avere qualcosa tra le mani con cui difendersi c'è sempre. Lo capisco. Ma chi ha sparato a mio marito lo ha fatto solo perchè io avevo un mazzo di chiavi in mano con cui volevo aprire la porta per farli andare via. In quei momenti pensi solo: pigliate tutto quello che volete e andatevene. E invece hanno rovinato la nostra vita per sempre». Quando un negoziante uccide un rapinatore c'è sempre qualcuno che dice: meglio lui che uno per bene... «Sono ragionamenti irrazionali come quelli di chi invoca la pena di morte. Nessuno ha il diritto di togliere una vita. Io non voglio la morte di nessuno, nemmeno di quelli che hanno ucciso mio marito. Voglio che soffrano il loro castigo fino all'ultimo giorno come soffro io». Le manifestazioni di protesta servono? Ieri sera ce n'è stata un aaLecco... «Ne organizzarono una anche a Milano dopo la morte di mio marito. Ci andai anch'io ma prima volli rassicurazioni sul fatto che non ci fossero simboli di partito. Queste cose servono solo a non far sentire soli i famigliari delle persone uccise. Sono un momento di solidarietà e basta. Io ho trovato forza nella fede... ma i primi giorni, dopo quello che è successo, non è facile nemmeno credere. Alla moglie di quel povero benzinaio vorrei dire di avere coraggio e tanta buona volontà. Non si è mai soli. Ci sono i figli, ci sono gli amici, bisogna vivere per loro». [f. poi.) jé&éfe Spero ™™ che scontino la loro pena fino all'ultimo giorno Non li voglio morti, preferisco sapere che soffrono 99 La gioielleria Bartocci dopo la rapina

Persone citate: Bartocci, Calderoli, Ezio Bartocci

Luoghi citati: Lecco, Milano