Il sacrificio di Varsavia

Il sacrificio di Varsavia Il sacrificio di Varsavia 63 giorni della resistenza disperata ricostruiti nel cortile di corso Valdocco SI inaugura giovedì 2 dicembre alle 17 al Museo Diffuso della Resistenza, corso Valdocco 4/a, «Warszawa 1944», storia dei 63 giorni dell'insurrezione degli abitanti della capitale polacca contro i tedeschi. La mostra resta visibile fino a domenica 20 marzo. L'orario è dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. L'ingresso è libero. Info 011/436.14.33. Al tramonto del 2 ottobre del 1944 la città di Varsavia è un cumulo di macerie. La resistenza degli abitanti è spezzata. Le truppe tedesche e le SS hanno ripreso con il sangue di mighaia di vittime il controllo della capitale. E' la fine di un sogno, della resistenza di un'intera città, di una guerra ad armi impari iniziata 63 giorni prima. Prima del crollo definitivo Heinrich Himmler, capo delle Ss, aveva detto: «Ógni abitante deve essere ucciso, non bisogna fare prigionieri, Varsavia va rasa al suolo. Servirà da esempio per l'Europa». Quella che passerà alla storia come r«msuiTezione di Varsavia», inizia il primo agosto di quell'anno. Da un lato le forze polacche, l'Esercito Nazionale, l'Armata Krajowa e le mighaia di volontari, dall'altra i tedeschi che- occupano militarmente la città, dopo l'accordo polacco-sovietico dell'estate del 1941, anno in cui la Germania di Hitler attaccò l'Urss. Il primo agosto del 1944 gh abitanti di Varsavia decidono di ribellarsi all'oppressione nazista e iniziano una vasta operazione militare contro i tedeschi. L'Armata Krajowa conta 40 mila uomini, a cui si aggiunge l'appoggio dell'intera popolazione civile. La rapidità di esecuzione delle azioni armate degli insorti sorprende i tedeschi e alcuni quartieri vengono riconquistati dai suoi abitanti. Ma la scontro è impari, i polacchi sono nettamente inferiori come numero e male equipaggiati. I tedeschi non possono sopportare l'umiliazione militare. Il contrattacco sarà devastante per l'intera città. Sulle colline di Varsavia, nei sobborghi, l'Armata Rossa di Stalin assiste al massacro senza battere ciglio. Una ferita, quella tra russi e polacchi, che non si rimaiginerà mai più. Dopo 63 giorni di combattimenti nelle case, nelle vie, nelle piazze, nelle cantine, le truppe naziste piegano ogni resistenza. La manovra di accerchiamento dà i suoi frutti. Il bilancio finale è di 16 mila morti tra gli insorti e di 150 mila morti tra i civili. Il 2 ottobre del 1944 la città è letteralmente rasa al suolo, ridotta a macerie con mighaia di morti nelle strade, avvolta .in un silenzio irreale, come il regista Roman Polanski ha ben raccontato ne «Il Pianista». L'episodio dell'insurrezione resterà una delle pagine più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale. Oggi, a sessant'anni esatti da quei giorni di ribellione, il Museo Diffuso della Resistenza e della Deportazione ha allestito una mostra di straordinario impatto emotivo e storico. Per la prima volta al mondo un museo ricostruisce nei minimi dettagli la Varsavia dell'estate del 1944. In oltre mezzo secolo soltanto New York e Berlino avevano raccontato i 63 giorni della resistenza polacca. Ma mai nessuno aveva ricostruito all'interno di un museo la Varsavia dell'epoca, a grandezza naturale. Qui il cortile di corso Valdocco è diventato Waski Dunaj, una via del centro storico della capitale. Il visitatore cammina tra le mace¬ rie della guerra, tra due ah di palazzi sbrecciati, contornati da sacchi di sabbia, illuminati da luci che ridanno alla strada l'atmosfera esatta del tempo. Si cammina su un selciato di porfido, copia perfetta di quello dì Varsavia, si notano i tombini attraverso i quali s'infilavano gh insorti per sfuggire ai soldati tedeschi. Sulla sinistra le vetrine spezzate di un negozio, i lampioni spenti. Il primo piano del museo si percorre attraverso una serie di tunnel, ricostruzione al millimetro, delle gallerie sotterranee di Varsavia. Sono pochi i pannelli scritti, qualche video nelle gallerie, ma tutta la sofferenza di quella gente è nell'impressione forte, totale, profonda die il visitatore ha di trovarsi realmente in quei luoghi e in quei giorni. La collaborazione del Museo con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino, ha dato un risultato eccellente. Una viaggio nella storia, senza libri, che vale più di qualsiasi lezione sui banchi. Giorgio Levi Dal 3 dicembre una mostra ricostruisce l'Insurrezione di Varsavia contro I tedeschi

Persone citate: Giorgio Levi, Heinrich Himmler, Hitler, Roman Polanski, Stalin