Che ossessione lo spot

Che ossessione lo spot Che ossessione lo spot Stefania Bertela ^ CCOLA che è arrivata. ^ Non ne sentivamo la mancanza, ma ne senti- mmm vamo l'incombenza. Prima o poi, era fatale che anche i libri ci proponessero le amabili interruzioni pubblicitarie che ci danno consigli su come spendere quel po' di soldi che ancora ci restano. Ormai i film, anche al cinema, sono il poema epico degli sponsor, le partite di calcio sono una lotta tra cross da fuori area e telefonino, grandi fratelli e piccoli famosi isolati sfoggiano magliette prepagate, e allora perché i libri no? Ineccepibile che a colmare la lacuna fosse la Mondadori, il braccio editoriale di Mediaset, e azzeccata anche la scelta del veicolo: un romanzo della cohana «Red Dress Ink», ovvero quella che ci racconta pensieri, aspirazioni e carriera di trentenni sexy nelle brillanti città del mondo. Qualcosa bolle in città è il primo tra questi romanzi scritto da un'autrice itahana, Camilla Vittorini, e non vi sorprenderà sapere che la città in cui il qualcosa bolle è Milano. Anche tutti gli altri elementi della storia sono serenamente e sohdamente prevedibili: protagoni- sta che pensa solo a farsi sposare, ambiente di lavoro chic-pubblicitario, fidanzato figo e ricco, amiche sgahettate ma con un cuore così, aridità assoluta di sentimenti e rapporti familiari ma tanto yoga, tanti aperitivi, tanti locali, e tanto, tanto tanto shopping. Ma è qui che il libro diventa diverso, e si rivela per il primo Romanzo Redazionale in cui ci siamo imbattuti. Perché Sabrina fa nomi e cognomi. Se beve un caffè solubile, ci informa che è QUEL caffé solubile, quello con la tazza rossa, e non lo fa una volta sola: in questo romanzo, il suddetto caffè è citato a ripetizione, e sempre in modo entusiastico. Quando non sta in casa a ingollarsi il beverone, Sabrina esce a far compere, e in particolare apprezza una certa marca di biancheria intima, di cui vanta qualità e prezzo. Se deve comprarsi un vestito nuovo, lo sceglie in una certa catena di abbighamento, e anche il negozio di scarpe si riceve la sua giusta dose di pubblicità. E i ristoranti, i bar, le enoteche e gh happy hour dove questa vivace e socievole creatura passa le sue serate? Niente paura, sono citati tutti, così le lettrici milanesi o quelle disposte aha trasferta saranno in grado di seguire passo passo le orme di Sabrina, e sentirsi anche loro molto dentro la tendenza. Ma per i più distratti, aha fine del romanzo c'è unappendice che ci toghe tutti i dubbi: intitolata «Shopping con Sabrina» ci ripropone marche e negozi con nuovo vigore, mentre ai ristoranti e all'onnipresente caffé solubile pensano le altre tre sezioni dell'appendice: «Al ristorante con Sabrina» «La Domenica con Sabrina» «Gh happy hour di Sabrina» e «Mangiare e bere secondo Sabrina». A questo punto ci piacerebbe molto un'appendice intitolata «In Banca con Sabrina», per sapere quanto ha reso l'operazione. E di chi sarà stata, l'idea? Chissà se alla Mondadori hanno proposto all'autrice di inserire nel suo romanzo i loro sponsor, o se invece hanno fatto scrivere a una disponibile signorina una storia costruita appositamente a scopo pubblicitario? Fateci sapere, e soprattutto, buttatevi, scrittori. Anche voi potete vendere spazi: Camilleri ci dica di marca sono le scarpe di Montalbano. Ammaniti ci informi sui ristoranti preferiti' dei suoi malvagi, Culicchia ci dica cosa bevono i ragazzi di città, e Paola Mastrocola indichi una buona volta da che fioraio acquista le piante il protagonista di Una barca nel bosco. Anche in questo, ancora una volta, il Mago di Oz ci ha indicato la strada. «Qualcosa bolle in città» di Camilla Vittorini: una storia che sembra costruita appositamente a scopo pubblicitario, tutti gli indirizzi per fare shopping a Milano Camilla Vittorini Qualcosa bolle In città Mondadori pp. 180,213 ROMANZO Shopping in via Montenapoleone

Persone citate: Ammaniti, Camilla Vittorini, Camilleri, Culicchia, Paola Mastrocola

Luoghi citati: Milano