«Il risultato del voto per gli Usa non è legittimo»

«Il risultato del voto per gli Usa non è legittimo» DURA PRESA DI POSIZIONE DEL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO «Il risultato del voto per gli Usa non è legittimo» Powell avverte: agite in modo responsabile o ci saranno conseguenze Paoio Mastrolilli NEW YORK «Gli Stati Uniti non possono accettare i risultati delle elezioni presidenziali in Ucraina come legittimi, perché non rispettano gli standard intemazionali. Se il governo non agirà immediatamente in maniera responsabile, ci saranno conseguenze per le nostre relazioni». E' molto netta la risposta del Segretario di Stato Colin Powell alla crisi di Kiev, e dimostra la determinazione di Washington a trovare ima soluzipne non violenta. Il capo della diplomazia americana ieri ha usato tutte le leve a disposizione. Ha parlato al telefono col presidente ucraino Kuchma, il ministro degli Esteri russo Lavrov, il presidente della Commissione Europea Barroso, e il responsabile della politica estera della Uè Solana. A tutti ha ripetuto che la vittoria proclamata da Viktor Yanukovic è inaccettabile, perché «non sono state investigate le numerose e credibili notizie di frodi e abusi. Noi chiediamo una completa revisione della condotta delle elezioni e dei risultati». Lo stesso aveva dichiarato martedì la Casa Bianca, e quindi non c'è dubbio sulla posizione americana. !Il giorno prima l'assistente segretaria di Stato Elizabeth Jones, responsabile dei rapporti con l'Europa, si era spinta a convocare tanto l'ambasciatore ucraino a Washington, quanto quello russo, per esprimere le riserve Usa e chiedere una soluzione pacifica. Powell non ha chiarito quali conseguenze rischia Kiev: «Non abbiamo ancora intrapreso azioni, aspettiamo di vedere gli sviluppi». Il piatto, però, è pieno di opportunità. Washington ha l'opzione di bloccare i 150 milioni di dollari in aiuti che paga ogni anno all'Ucraina, ma potrebbe anche spingersi ad imporre sanzioni economiche, o coordinare iniziative con Bruxelles per congelare le ambizioni dell'ex repubblica sovietica all'ingresso neh' Unione Europea. Parlando con Kuchma, Powell ha detto di aver fatto pressioni «affinché approfitti delle opportunità per una soluzione che rispetti la volontà della popolazione, e per metterlo in guardia dall'uso di qualunque tipo di forza contro i dimostranti». Tra le ipotesi, secondo il segretario, «circola quella di tenere nuove elezioni, ma esistono anche altre possibilità». Con Barroso e Solana c'è stata piena identità di vedute, e la questione verrà sollevata durante il vertice di oggi fra l'Unione Europea e la Russia. Quindi l'ex generale ha apprezzato anche la mediazione proposta dal presidente polacco Kwasniewski. Mosca martedì si era lamentata per le ingerenze straniere. Queste proteste però nonhanno intimidito Powell, che ieri ha discusso il problema direttamente con il collega Lavrov. Il capo della diplomazia americana non è sceso nei particolari della conversazione, ma ha detto di aver sollecitato una via d'uscita «basata sulla legge, usando procedure legali». Gli Stati Uniti non vogliono rischiare una rottura con la Russia per l'Ucraina, e il segretario lo ha ribadito: «Questa non è una gara fra noi e loro». Però non sono neppure disposti ad accettare il calpestamento della democrazia nell'ex repubblica sovietica, che al momento del crollo dellTIrss era la terza potenza nucleare al mondo. Non si tratta solo di una questione di principio, perché in gioco ci sono gh equilìbri dell'intera regione. Se è vero che Mosca ambisce a ricreare un dominio diretto, non troppo diverso da quello esercitato durante la Guerra Fredda, Washington non può restare a guardare in silenzio, perché ne va della sicurezza di tutti gh altri Paesi dell'Europa orientale. L'Ucraina, poi, pone un problema specifico di stabilità, che ha spinto il direttore degli studi europei al Council on Foreign Relations, Charles Kupchan, a paragonarla ai Balcani. «Dopo il crollo dell'Urss - ha spiegato Kupchan al Washington Post - il territorio controllato da Kiev è rimasto relativamente coeso. Il voto, però, tende a dividersi lungo la linea Ovest-Est, con le aeree occidentali in cui si parla ucraino favorevoli al capo dell' opposizione Yushenko, e quelle orientali dove si parla russo legate al premier Yanukovic. Un piccolo passo falso potrebbe trasformare questa disputa politica in un conflitto fra identità in competizione».