Il leader dell' «Ucraini, paralizzate il Paese» di Anna Zafesova

Il leader dell' «Ucraini, paralizzate il Paese» LA COMMISSIONE ELETTORALE PROCLAMA PRESIDENTE IL CANDIDATO FILORUSSO YANUKOVIC Il leader dell' «Ucraini, paralizzate il Paese» Anna Zafesova MOSCA Viktor Yanukovic ha vinto le elezioni di domenica: questo è il verdetto finale di Kiev, che rifiuta così un'ipotesi di mediazione con l'opposizione accusandola di tentato colpo di Stato. La Commissione elettorale centrale, dopo un ritardo che aveva fatto pensare a un compromesso, ha proclamato Yanukovic presidente con il 49,50Zo dei voti contro il 46,6 di Viktor Yushenko. Il leader dell'opposizione ha annunciato che a questo punto il popolo «cercherà la verità nella lotta» e ha indetto lo sciopero generale. E le autorità di Kiev si trovano nell'isolamento intemazionale: Colin Powell ha dichiarato che gli Usa non riconosceranno i risultati di elezioni non democratiche, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha chiesto di «rivedere» l'esito del voto. Il campo per una soluzione pacifica si restringe così drasticamente. Eppure ieri era sembrato che il presidente uscente Leonid Kuchma e il suo delfino Yanukovic avessero deciso di accettare un negoziato con l'opposizione sotto la pressione della piazza e della comunità intemazionale. L'annuncio della Cec veniva rinviato di ora in ora, e lo stesso Yanukovic dichiarava di non volere «una vittoria fittizia», ma un risultato che sembrasse legittimo «agli occhi del popolo ucraino», e menzionando la possibilità di rivedere il conteggio dei voti. Il premier aveva anche parlato di un governo di «fiducia nazionale» che includesse l'opposizione. La proposta di compromesso di Yushenko era invece una ripetizione del ballottaggio senza brogli, con la sostituzione della Commissione. Ma l'annuncio della Cec - con due dei 15 membri che non hanno firmato il protocollo finale polemizzando con il rifiuto di esaminare le proteste inviate dall'opposizione - ha fatto precipitar e la situazione. Kuchma ha deciso di scegliere toni duri e ha accusato l'opposizione di preparare un colpo di Stato contro la sovranità e l'integrità dell'Ucraina. Il Presidente ha chiesto un'urgente tavola rotonda tra tutte le forze politiche e ha promesso che «non ci sarà ricorso alla forza». Una presa di posizione che ha rigettato la soluzione in piazza, alla quale Yushenko ieri sera ha gridato: «Vogliono metterci in ginocchio, ma non ci arrenderemo». Il leader dell'opposizione - che martedì ha giurato autoproclamandosi presidente - a sua volta ha accusato Kuchma e Yanukovic di golpe e proposto la creazione di un Comitato di salvezza nazionale per difendere la democrazia. Dal palco in piazza Indipendenza, dove a notte continuava il comizio a favore di Yushenko, sono stati lanciati anche appelli allo sciopero nazionale, e la pasionaria Yulia Timoshenko ha chiesto ai suoi sostenitori di entrare in azione bloccando strade, assediando sedi governative e cercando di convincere i militari a passare dalla parte della rivolta. Nonostante il governo dichiari di avere ancora in mano le redini, la situazione ora dopo ora sembra sfuggire sempre più dalle mani di Kuchma. Intere regioni non riconoscono più il potere centrale, a Leopoii la giunta regionale ha deposto il governatore fedele a Kiev per sostituirlo con un seguace di Yushenko. La spaccatura ha attraversato la Cec, il Parlamento, il ministero degli Esteri, i cui diplomatici si sono schierati con Yushenko; ci sono dubbi anche sulla fedeltà dell'esercito, mentre i poliziotti a Kiev chiedono ai manifestanti di intrattenerli con canzoni popolari. E ieri si sono ribellati anche i giornalisti del primo canale tv, mettendosi in sciopero: «La nostra paura è stata vinta da un sentimento più forte, la vergogna». Le altre emittenti filogovemative per evitare guai hanno smesso di trasmettere notiziari, e l'unica rete a informare gh ucraini è il quinto canale, che Kuchma ieri ha accusato di «preparare il terreno per il colpo di Stato». «La piazza è l'ultimo bastione della democrazia», dichiara il deputato dell'opposizione Nikolaj Tomenko. NeUe strade sinora pavesate con l'arancione di Yushenko sono apparse le bandiere bianco-celesti e giaUo-azzurre di Yanukovic. I minatori del Donbass e gli studen¬ ti di Leopoii si sono fronteggiati per tutto il giorno senza incidenti, anche se i seguaci, del premier lamentavano il fatto die i negozianti di Kiev rifiutavano di vendere loro cibo. Ma lo stesso Yanukovic appare più spaventato dallo spettro di guerra civile del presidente suo patrono: ieri sera ha rinnovato la sua proposta di dialogo con Yushenko in toni piuttosto concilianti. Tra le proposte che mette sul tavolo, una riforma politica che riduca: i poteri del presidente a favore del Parlamento,"'garanzìe all'opposizione, par condicio nei mediai «Non voglio che gh elettori di Yushenko si sentano ingannati ha dichiarato - nessun potere vale una sola vita umana». Viktor Yanukovic che secondo! risultati ufficiali ha vinto le elezioni presidenziali e gode dell'appoggio del potente vicino russo Viktor Yushenko si rivolge alla folla dei suoi sostenitori a Kiev invocando uno sciopero generale

Luoghi citati: Kiev, Mosca, Ucraina, Usa