Putin al vertice con l'Ue, da imputato di Enrico Singer

Putin al vertice con l'Ue, da imputato OGGI ALL'AJA L'INCONTRO CHE SI ANNUNCIATEMPESTOSO Putin al vertice con l'Ue, da imputato Solana: «Non possiamo accettare elezioni fraudolente» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES «Non possiamo accettare elezioni fraudolente», dice Javier Solana. E la speranza dell'Unione europea, adesso, è appesa al filo di una verifica «attenta e trasparente» del voto. Di quella che il neopresidente della Commissione, Manuel Barroso, definisce «una revisione seria e indipendente» dei risultati delle presidenziah in Ucraina. La Uè non usa le stesse parole del segretario di Stato americano, Colin Powell, il quale ha annunciato che Washington «non riconosce» la vittoria del candidato filo-russo, Viktor Yanukovich, ma il messaggio che parte da Bruxelles per Kiev è identico. Con una dose di cautela in più - ((bisogna mantenere la calma e trovare una soluzione che rispetti la volontà dei cittadini» imposta anche da un appuntamento che sta per scoccare proprio in queste ore: il vertice Ue-Russia che metterà di fronte, oggi all'Aja, Vladimir Putin e i dirigenti delle istituzioni europee: dal presidente di turno, Jan Peter Balkenende, a Barroso, allo stesso Solana. L'incontro con Putin si annuncia tempestoso. La Russia ha già protestato contro quehe che ha bollato come «ingerenze» e ha anche rimproverato la Uè di «sostenere» il candidato dell'opposizione Viktor Yushenko. Si rischia un dialogo tra sordi, se non un vero scontro. Ma il vertice di oggi potrebbe anche favorire uno spiragho d'intesa se i negoziatori europei riusciranno a convincere il capo del Cremlino che la partita che si sta giocando in Ucraina deve rispettare tutte le regole della democrazia come lo stesso Putin, pubblicamente, dichiara. E se si vuole scongiurare una deriva violenta della situazione che è sempre più in agguato. Non solo. Il futuro delle relazioni tra la Uè e la Russia sarà inevitabilmente in- fluenzato dall'esito del braccio di ferro a Kiev. E un compromesso, in fondo, potrebbe essere la strada migliore per tutti. Almeno questo è l'auspicio dei Venticinque. Ma a Bruxelles nessuno si azzarda a fare previsioni. Per la Uè il possibile compromesso dovrebbe fondarsi su tre punti: garanzia di evitare qualsiasi tipo di incidenti (alla quale dovrebbe unirsi anche la Russia), dialogo tra le parti e revisione indipendente dei risultati del voto annunciati ieri dal comitato elettorale ucraino. Qualcuno ipotizza già la ripetizione del ballottaggio presidenziale se gh accertamenti dovessero confermare i brogli denunciati dagli osservatori dell'Osce - l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa - e di quelli che aveva inviato anche il Parlamento europeo. Del «carattere fraudolento» del voto ha parlato apertamente l'Alto rappresentante per la politica estera e là sicurezza della Uè, Javier Solana. Le irregolarità, ha detto, c'erano state anche nel primo turno «ma nel secondo ci sono stati casi chiari di brogli». L'elenco fatto da Solana è lungo e dettagliato. «Ci sono stati ricatti, intimidazioni, spostamenti di elettori da un collegio all'altro e sono state anche utilizzate urne mobili, che dovrebbero essere riservate solo al voto dei disabili, e che, a quanto sembra, hanno raccolto fino al 10 per cento dei suffragi. E' anche difficile credere all'elevatissima affluenza alle urne nella regione di Donetsk - il 96,65 per cento die è la città di cui è originario il primo ministro Yanukovic». Solana ha anche ricordato che, dopo il primo turno, 6500 ricorsi dell'opposizione sono stati respinti dalla Commissione centrale elettorale, nominata dal presidente uscente Kuchma, di cui facevano parte due soli rappresentanti dell'opposizione su 17 membri. I due che, ieri, si sono dimessi per non sottoscrivere il contestato verdetto di vittoria pronunciato dalla Commissione a favore di Yanukovic. A Bruxelles parole di grande preoccupazione sono state pronunciate anche dal segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, che in nottata ha convocato l'ambasciatore ucraino per esprimergli il proprio disappunto per come si sono svolte le elezioni e per ricordargli che Kiev aveva preso «impegni ben precisi sugli standard democratici con la comunità intemazionale che non sono stati rispettati». E Manuel Barroso ha detto che ((nelle famiglia europea c'è posto soltanto per un'Ucraina democratica». L'Ucraina ha assunto una rilevanza geo-politica decisiva per la Uè a Venticinque dopo l'ingresso di Polonia, Slovacchia e Ungheria. E lo sarà ancora di più dal 2007 quando entreranno nell'Unione anche Romania e Bulgaria. E' un Paese «cerniera» con la Russia che, proprio per questo, non vuole perdere la sua infuenza su Kiev. Ed è anche un Paese che ha nella Uè il suo maggiore partner commerciale e il suo più generoso finanziatore: un miliardo di euro in dieci anni, compresi i 260 milioni spesi per la sola sicurezza nucleare di impianti obsoleti come quello di Cemobyl. L'alto responsabile per la politica estera europea elenca le irregolarità rilevate dagli osservatori: «Ricatti, intimidazioni spostamenti di votanti da un collegio all'altro» Barroso chiede «una revisione seria e indipendente dei risultati» 1 |l||lll MP'^'^ 1 Hi i * ^ mm . m mt^Jt.* >. Wm m . Solana alto rappresentante dell'Unione Europea per la politica estera