«Tagliamo il debito di Baghdad» di Maurizio Molinari

«Tagliamo il debito di Baghdad» MANCA ANCORA L'ASSENSO FRANCESE «Tagliamo il debito di Baghdad» Usa e Germania rinunciano alI'SO per cento Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Stati Uniti e Germania hanno raggiunto un accordo per una riduzione dell'ottanta per cento del debito iracheno ed ora il testo del documento congiunto sarà discusso dal Club di Parigi, dove però manca ancora l'assenso della Francia. L'intesa è stata annunciata ieri a Berlino dal ministro delle Finanze tedesco, Hans Eichel, al termine di un incontro con il collega americano John Snow. ((Abbiamo posto le premesse per raggiungere il consenso sulla riduzione del debito iracheno da parte del Club di Parigi», ha sottolineato Snow, lasciando trapelare una certa soddisfazione per l'esito di una trattativa iniziata dal negoziatore americano James Baker sin dall'indomani della deposizione di Saddam. Il Club, che riunisce 18 Paesi occidentali più la Russia, somma crediti nei confronti dell'Iraq per 42 miliardi di dollari, dovuti ai debiti maturati da Saddam Hussein durante gli anni del regime e originati in gran parte all'acquisto di armamenti. «Concordiamo sul fatto che dovrà essere perdonato l'ottanta per cento del debito durante un processo composto di differenti fasi», ha specificato il ministro Eichel, riferendosi ad un percorso che inizierà con una riduzione iniziale immediata del trenta per cento, continuerà con un altro trenta per cento «legato all'applicazione di un programma del Fondo monetario intemazionale» e quindi si concluderà con un ultimo venti per cento quando il piano di aiuti che il Emi sta confezionando da alcune settimane «avrà avuto successo». In tutto saranno condonati a Baghdad 33 miliardi di dollari. Raggiungere il compromesso non è stato facile per via delle divergenze nelle posizioni iniziali: Washington chiedeva l'annullamento del 90-95 per cento del debito mentre i Paesi europei, inclusa la Germania, non volevano spingersi oltre la soglia del 50 per cento. L'intesa Eichel-Snow è stata trasmessa ieri stesso al Club di Parigi nella comune attesa di «una reazione positiva», ma ciò che manca ancora è l'assenso di Parigi, una delle capitali che vanta i maggiori crediti oltre ad essersi opposta fermamente all'intervento militare in Iraq, decidendo nel dopoguerra di non inviare truppe nella forza multinazionale autorizzata dalle Nazioni Unite. E' stato il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder a gelare gli entusiasmi, confermando che a dire l'ultima parola sarà proprio l'Eliseo: «Non c'è ancora un accordo definitivo, si tratta di negoziati in corso che non sono terminati, dobbiamo discuterne con Parigi perché l'Iraq è un Paese poten¬ zialmente molto ricco». La perplessità francese è infatti dovuta all'opportunità di condonare la maggior parte del debito ad una nazione come l'Iraq, considerata il secondo Paese del mondo per quantità di riserve petrolifere dopo l'Arabia Saudita. «Prima di prendere una simile decisione dobbiamo considerare la situazione sul terreno in Iraq, la sua capacità di produzione di greggio e la variabile del costo del petrolio», ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Nicolas Sarkozy. Al fine di smussare gli ultimi angoli della lunga e difficile trattativa, ed evitare che il caso iracheno possa essere considerato in futuro come un precedente, il ministro tedesco Eichel lo ha definito «un'eccezione dovuta al fatto che consideriamo la situazione dell'Iraq molto particolare». Il governo ad interim di Baghdad, guidato dal premier lyad Allawi, considera la riduzione del debito da parte del Club di Parigi un passaggio indispensabile per far decollare la ricostruzione economica, tuttavia i Paesi industrializzati sono titolari solo di una parte dei crediti iracheni ereditati da Saddam Hussein. Baghdad infatti ha la maggiore quota di debiti circa 80 miliardi di dollari nei confronti di nazioni arabe, soprattutto a causa della Guerra del Golfo del 1991 che vide le truppe di Saddam invadere e saccheggiare l'Emirato del Kuwait, che ebbe anche i propri pozzi petroliferi dati alle fiam- me quando gli iracheni furo- no obbligati a ritirarsi dall' avanzata delle truppe della coalizione internazionale guidata dagli Usa. Washington è convinta che un'intesa al Club di Parigi avvicinerebbe anche il compromesso sul debito arabo. Marine Usa con gli ultimi guerriglieri catturatinei sobborghidi Falluja