Originali sguardi sul mondo

Originali sguardi sul mondo TORINO FILM CONCORSOLUNGOMETRAGGI «FILM DEL Originali sguardi sul mondo Quattordici film si contendono il primo premio Sono inediti frammenti di undici cinematografie DALLA costa bretone ai paesaggi digltal-llsergicl di un futuro dominato dagli androidi, dalla storia d'amore con un elettrodomestico a quella con un bellissimo fantasma, da Marivaux ad Anna Maria Ortese, da un cinema di scrittura minimal, delicata, realizzato in Giappone, a un'inaspettata nouvelle vague cinese, fino alla fibra violenta, implacabile, di una produzione «sudista», firmata Terence MaUck. Cuore del Festival, scommessa sul futuro, il Concorso lungometraggi offre quest'anno quattordici film da undici paesi, oggetti spesso diversissimi tra loro che ci sono sembrati accomunati da una particolare originalità dello sguardo, dalla volontà di ricerca e dalla libertà con cui si pongono nei confronti del cinema. Quasi un Godard cinese ci è parso l'artista Yang Fudong, con il suo film d'esordio, «An Estranged Paradise», dal luminoso, tremante, bianco e nero; mentre emerge dalle tenebre più profonde della notte di una Cina completamente diversa, «Jiang Hu/ Left Hand» di Wong Chiù Po, una ghost story che riscrive le leggi del gangster movie di Hong Kong. Un film «di genere», ma pieno di scarti e languido, come 11 fanno in Corea, anche Hypnotized, avvolto in una spirale di amori, ossessioni, devastanti abbandoni e ipnosi, opera prima di Kim In-Sink. In «The Beautiful Washing Machine» di James Lee (già nel Focus Malesia l'anno scorso), in bilico tra Christine e Tsai Ming-Liang, dall' oblò di una lavatrice verde si materializzano sogni e incubi dei personaggi. Il gioco dell'amore e del Caso, recitato da un gruppo di ragazzi nella periferia urbana francese, è al centro di «L'esquive» di Abdellatif Kechiche, un teatro di vita per corpi e passioni adolescenti. Invece «Illumination» di Pascale Breton segue il vagare sonnambulo ed iniziatico, tra la terra e l'oceano, del giovane pescatore Ildutt, «folgorato» per sempre dalla sguardo di una ragazza. Film tedesco ma dall'anima apolide, «Make My Day» di Henrike Goetz si muove a sua volta sulle tracce delle erranze, degli smarrimenti e degli amori perduti della sua protagonista, tra Corea, Germania e Francia. Piccolo trattato di resistenza umana è anche l'insolito film iraniano «Butterflies Are Just a Step Behind» di M. E. Moaiery: l'amicizia tra due bimbi sopravvissuti a un' inondazione, e di uno storpio, sulla riva del lago, tra farfalle e aironi. Film su una fuga, che ricorda (per lo sguardo e l'ambientazione) «La morte corre sul fiume», è l'americano «Undertow», terzo lungometraggio di David Gordon Green (già vincitore a Torino). Mentre un altro fiume, nella giungla argentina, vede il viaggio misterioso di un ex carcerato alla ricerca della figlia nell'intensamente fisico «Los muertos» di Lisandro Alonso. Agh estremi opposti i due film giapponesi: «Casshem», visionario adattamento delle avventure di Kyashan, l'androide adolescente di Tatsuo Yoshida; e «The Cat Leaves Home» di Namì Iguchi, delicata, malinconica e cristallina storia di un'amicizia tra ragazze. Infine altre due donne registe per due film eccentrici nel cinema italiano: «Notte senza fine» di Elisabetta Sgarbi, tre monologhi immersi nelle tonalità cangianti del buio da testi originali di Amin Maalouf, Tahar Ben Jalloun e Hanif Kureishi (con Galatea Ranzi, Anna Morante, Toni Servillo, Anna Bonaiuto); e «L'iguana» di Catherine McGilvray, originale rilettura del romanzo «La notte dell'iguana» di Anna Maria Ortese (con l'attrice di Monteiro Claudia Teixeira) in direzione di un cinema fantastico e visionario. [g.d.v-r.t.) Laura Morante in una scena di «Notte senza fine» di Elisabetta Sgarbi, nel Concorso Lungometraggi Due inquadrature di «Inu Neko» di Nami Iguchi e, a destra, «Casshern» di Kiriya Kazuaki

Luoghi citati: Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Malesia, Torino