Ritorno nel cuore della città di Daniele Cavalla
Ritorno nel cuore della città TORINO FILM Ritorno nel cuore della città Addio al Pathé: Lux, Massimo, Romano e Empire ospitano un cartellone di trecento film e incontri il NO sguardo sul cinema contemporaneo. Si apre venerdì 12 novembre la ventiduesima edizione deiTorino Film Festival. L'ex Cinema Giovani cambia sede: abbandonato il multiplex Pathé Lingotto per la gioia dei cinefili poco propensi ad assistere alle proiezioni del Festival alternativo per eccellenza all'interno di una shopville, ritoma nel centro storico della città. Quattro i- locali pronti ad ospitarlo: il Lux di Galleria San Federico, là multisala Massimo, il Romano di Galleria Subalpina, l'Empire di piazza Vittorio. Le migliaia di ore di proiezione sono suddivise secondo il seguente schema: il Lux è sede delle cerimonie di apertura e chiusura, dei lungometraggi in concorso e dei lavori Fuori Concorso destinati al cosiddetto «grande pubblico»; il Romano propone i lavori in concorso per Spazio Italia, Doc 2004, Spazio Torino; il Massimo è stato scelto per i film di Americana, le retrospettive di John Landis e Luciano Emmer, Detours, l'omaggio a Richard Fleischer. L'Empire ospita prevalentemente le repliche. Il programma comprende più di trecento film, numerosi incontri e dibattiti, tanti ospiti intemazionali (fra tutti John Landis, Luciano Emmer, Abbas Kiarostami, Ornella Muti e la nuova diva dei teenager Sarah Michelle Gellar). Il concorso Lungometraggi presenta quattordici film in rappresentanza di undici cinematografìe mondiali (fra cui l'italiana con «L'iguana» di Catherine McGilvray e «Notte senza fine» di Elisabetta Sgarbi). La sezione Fuori Concorso è tanto variegata quanto interessante: svettano «Sideways» del regista di «About Schmidt» Alexander Payne in anteprima europea, il seguito di «Prima dell'alba» girato da Richard Linklater, «Before sunset» con Ethan Hawke e JuUe Delpy, la prima mondiale di «Mozart. Requiem» di Aleksandr Sokurov (l'autore de «L'arca russa» lo scorso anno al centro di un omaggio), l'agghiacciante «The Grudge» che è un rifacimento di un campione d'incassi giapponese realizzato anche in versione Usa dal rìipponico Takashi Shimizu e prodotto dal «papà cinematografico di Spider-Man» Sam Raimi, un paio di lavori dell'acclamato nuovo autore dell'action movie orientale Johnny To. Secondo anno per Detours, sezione che ritrae i cambiamenti nel cinema mondiale attraverso le nuove tecnologie digitali: fra i titoli di questa miscellanea si segnalano la nuova fatica dell'indipendente torinese Tonr- no De Bernardi «Marlene de Sousa» e il programma di cortometraggi nato dalla collaborazione con il Festival di Oberhausen e il Goethe Institut. Mentre nelle prime visioni continua a mietere consensi «Hero» di Zhàng Yimou, la cinematografia cinese viene analizzata attraverso film, corti e mediometraggi. Fiore all'occhiello del Festival è anche quest'anno Americana, viaggio nella produzione Usa meno omologata con opere di autori come Steven Soderbergh (il suo «Opean's twelve» sarà uno dei film di Natale), Martin Scorsese, Robert Altman, David O. Russell. Imperdibili anche le retrospettive dedicate a John Landis e Luciano Emmer, e gli omaggi a Richard Fleischer, alla coppia Gianikian e Ricci Lucchi e al «Godard brasiliano» Rogério Sganzerla. Daniele Cavalla Daryl Hannah in «Silver City» di Slayes
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