Partiamo da Bush
Partiamo da Bush Partiamo da Bush «Silver City», il film d'apertura s'ispira agli esordi del presidente UN noir con omicidio, intrigo pohtico e luce western, ambientato tra i boschi e i picchi delle Rocky Mountains, con un cast stellare che include Daryl Hannah (nuovamente in versione armata alla «Kill Bill»), il premio Oscar Chris Cooper, Kris Kristofferson, Tim Roth e Danny Huston'... per una trama costruita sulla falsariga degli inizi della carriera di George W. Bush: è «Silver City» di John Sayles, il film d'apertura del Tff, che sarà presentato alle 19,30 di venerdì 12 al Lux. Colonna del cinema indipendente Usa, romanziere, e uno degli sceneggiatori più apprezzati di Hollywood, Sayles non è un nome nuovo al Festival di Torino. I suoi «Brother Another Planet», «City of Hope», «8 Men Out»e «Men With Guns» hanno esordito in Italia proprio al Festival. Quest'anno, per la prima volta, Sayles sarà qui per presentare il suo ultimo film, un classico mix di cinema di genere e attualità giocato sullo sfondo della campagna elettorale di un candidato alla poltrona di governatore del Colorado, superficiale e sgrammaticato (Cooper), ma abilmente pilotato da un consulente politico senza scrupoli che ha le sembienza di Richard Dreyfuss. Tutto comincia quando, durante una partita di pesca, l'inetto candidate estrae dall'acqua non una trota formato gigante ma il cadavere di un immigrato messicano... Se Bush jr. e il suo consigliere Karl Rove fanno virtualmente capolino in «Silver City», l'ombra di Nixon strega il secondo film della serata d'inaugurazione, «Animai House», in programma alle 22,30. Madre di tutte le commedie college-demenziali a venire (e anche, di quelle non college, come «Tutti pazzi per Mary»), di cui rimane il campione insuperato, il terzo film di John Landis lanciò sui grandi schermi l'astro di Bluto/John Belushi (miliare la scena della cafeteria) e resta uno dei manifesti più sovversivi dell'America post controcultura. Profetico anche rispetto al nostro presente, sarebbe (a sentir loro) sia il film favorito sia di George Bush sia di John Kerry. [g.d.v.]
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