Luci del teleschermo
Luci del teleschermo MOSTRA A CARIGNANO Luci del teleschermo Mezzo secolo di televisione in Italia inseguendo la memoria (e il sorriso) A un certo punto, nel 1954, sui palchi delle sale cinematografiche, sotto il magico tendone, apparì una scatola luminosa. Persino ì saloni oratorianì si dotarono della televisione. Dai seggiolini dì locali rimodernati per vedere kolossal americani e cinemascope, si intravedevano a malapena e in bianco e nero i nuovi volti del piccolo schermo, tra loro la torinese Maria Teresa Ruta (già annunciatrice radio) e un certo... Mike. Il Bongiomo si vide dal mattino della tv: prima con «Arrivi e partenze», ma il vero exploit lo ebbe con il quiz «Lascia o raddoppia?», che debuttò il 19 novembre 1955. Come è entrato il televisore nelle case degh italiani? Incredìbile domanda per chi è nato tra vìdeo che fanno parte dell'arredamento, tra gente che lì vuole addirittura nell'abbigliamento personale. C'è chi ha un apparecchio per camera, e chi si sintonizza con il cellulare. Eppure 50 anni fa.... E' bene spiegarlo alle nuove generazioni che crescono nella «demotica» dando per scontato la presenza dì tecnologia ed elettrodomestici. Il «com'eravamo» è tanto più importante per Torino, che è tuttora impegnata a salvaguardare il prosejuimento delle attività di eccelenza che cinquant'annì fa favorirono l'esordio sui «ventun pollici», dopo aver già lanciato nell'etere la radio (1924). Con «Luci del teleschermo», la grande mostra allestita a Palazzo Carignano, curata da Pappino Ortoleva, da giovedì 12 novembre fino al 7 gennaio (orario 9-19, lunedì chiuso, biglietto 5 euro, ridotti 3, gruppi e scuole 2) si compirà un grande viaggio nella memoria e all'interno dell'universo televisivo. «I suoni, le voci, le immagini, i protagonisti che hanno fatto la storia della televisione. E ancora, una mostra dedicata al rapporto che lega la storia del cinema italiano a quella parallela della televisione, accompagnata da un'ampia retro¬ spettiva al Museo Nazionale del Cinema», promettono gli organizzatori dell'evento organizzato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e dalla Rai, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, l'Università di Torino, il Centro di Produzione Rai dì Torino, Rai Cinema, Rai Trade, Rai Teche e Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Promosso dalla Città di Torino, dalla Provincia e dalla Regione, con il sostegno dì Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt. Il clou della mostra dì Palazzo Carignano è «Scritto nell'etere. Televisione e cultura», una sorta di passeggiata dentro l'etere o dì zapping fisico che aiuterà a scoprire come la televisione ha ridefinito la nostra identità e che ha fatto conoscere l'Italia agli italiani. Un suggestivo allestimento curato dagli architetti Aìmaro Isola e Guido Laganà, insieme con le scenografie di Eugenio Guglìelminetti. Parte integrante della mostra è poi la sezione dedicata a 50 anni di satira nella o/e sulla televisione italiana, curata da Gian Paolo Caprettinì: s'intitola «Una TiVù da ridere» e affronta l'auniverso televisivo» nell'ottica divertente e divertita della comicità, della satira e del fumetto. Contemporaneamente, presso la Mole AntoneUiana, il Museo Nazionale del Cinema (orario 9-20, sabato 9-23, lunedì chiuso, bighetto 5,20 euro, ridotto 4,29, scuole 2,10) si arricchirà di nuove installazioni, in un percorso ideato e realizzato da Francois Confino {vedi servizio a pagina 33). Infine, al Cinema Massimo, prosegue fino al 31 dicembre (intero 5,20 euro, ridotti e Aiace 3,60) la retrospettiva, ideata da Alberto Barbera, «Cavalcarono Insieme. 50 anni di cinema e televisione» con cinquanta lungometraggi rappresentativi della storia del cinema prodotto dalla Rai.
Persone citate: Alberto Barbera, Francois Confino, Gian Paolo Caprettinì, Guido Laganà, Leonardo Da Vinci, Maria Teresa Ruta, Ortoleva
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