Corpi e matite nel frigo di Manai di Guido Curto

Corpi e matite nel frigo di Manai BOLOGNA Corpi e matite nel frigo di Manai Guido Curto PIERO Manai è uno di quegh artisti d'indubbio valore, rimasti poco noti al grande pubblico, perché i casi tragici della vita, insieme al cinismo che governa il mercato dell'arte, hanno prematuramente stroncato la sua rapida e promettente camera. Nato a Bologna nel 1951, Manai è morto di tumore al cervello nel 1988, dopo aver dedicato tutti gh anni della giovinezza ad una pratica costante, appassionata e sempre innovativa della pittura. Giunge quindi come un dovuto (e quasi tardivo) omaggio da parte della sua città natale, la grande mostra retrospettiva a lui dedicata per iniziativa congiunta della Galleria d'Arte Moderna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Due sono anche e sedi espositive: la GAM, che di Manai presenta settanta dipinti di grandi dimensioni, e lo spazio per mostre temporanee di Palazzo Saraceni - sede centrale della CARISBO - dove sono riunite cinquanta opere su carta e le polaroid dipinte. Nel salone centrale della Galleria d'Arte Moderna e lungo tutto il perimetro circostante, le opere sono disposte in rigoroso ordine cronologico, dal 1968 al 1988, mettendo in evidenza le tante, ben distinte fasi attraversate da Piero Manai in rapida e quasi frenetica successione. Il percorso inizia con i dipinti vagamente Post-Pop degli anni Settanta, che hanno come soggetto l'interno di un frigorifero, oppure barattoh debordanti dello stesso colore acrilico usato per dipingere il quadro, o le matite con le quali sono disegnate proprio quelle matite. Opere che sembrano citare la pittura ammirata durante un soggiorno negh Stati Uniti, ma che, in realtà, vanno già lette in chiave neo-concettuale, sottilmente autoironica. Nei primi Anni Ottanta Manai cambia radicalmente registro, adottando uno stile neoespressionista, vicino aha Transavanguardia. Il soggetto più trattato diventa il corpo umano, in particolare la testa, dipìnta stilizzata e allungata tanto da far venire in mente certi dipinti di Francesco Clemente. In realtà non c'è alcun plagio, ma semmai in quell'inquietante volto-cranio deformato e oblungo l'artista bolognese sembra presagire la malattia che gh sarà fatale. La mostra è curata sia da Vittoria Coen, responsabile delle collezioni d'arte della Fondazione CARISBO, sia dal direttore della Gam Peter Weiennair; questi due storici dell'arte, insieme a Claudio Cerrìtel11, Tilman 0sterwold e Maura Pezzati, sono gh autori dei saggi introduttivi al catalogo della Silvana Editoriale Figura accovacciata di Piero Manaì Piero Manai Bologna, GAM e Palazzo Saraceni Orari: da martedì a domenica 10-18 Fino al 5 dicembre

Luoghi citati: Bologna, Stati Uniti