E' per Annie il cuore del «carissimo orco» di Lorenzo Mondo

E' per Annie il cuore del «carissimo orco» E' per Annie il cuore del «carissimo orco» Lorenzo Mondo I esordio di una passione d'amore sotto le ali del magistero Lmi poetico, dì una bruschezza tanto più accentuata perché si avverte cedevole: «Signorina, nel mio codice poetico c'è questo articolo: - Ai preti e alle donne è vietato far versi. Per i preti no, ma per Lei Iho abrogato». E' la lettera di Giosuè Carducci ad Annie Vivant! che comparirà come prefazione e viatico alla sua raccolta di poesie intitolata Lirica. In quel 1890 Annie ha 24 anni (anche se ne denuncia 20) mentre Carducci è oltre i 50. Il vate della nuova Itaha si confessa sedotto dalla disarmata freschezza di un esercizio poetico che si colloca all'opposto del suo, gravato di cultura. Ma anche lui appare disarmato, dalla grazia sbarazzina della giovane donna che lo circuisce con una devozione tra candida e maliziosa («Siete bello, siete superbamente bello»), dal suo stesso nomadismo tra paesi e sangui diversi. Annie, nata a New York, è fighe di un patriota ebreo esule in America, la madre tedesca ha scritto libri per l'infanzia. Oltre elle poesia coltiva la musica, interpreta canzoni e romenze nei café-chantant, e ama cavalcare. Si concederà a turbinose esperienze sentimentali, non disdegnando l'amore saffico. Il suo rapporto con il diritto, severo Carducci sembra fuori tempo, non soltanto per l'età, ma per il suo atteggiarsi a eroina decadente che diresti già sfiorate da un'aura dannunziana. Eppure il «carissimo orco», come viene amebihnente apostrofato, cede a quell'innamoramento asimmetrico che gh porte in dono un alito di giovinezze: «Betto e la chiuse imposte con un ramicello di fiori-gleuchi ed azzurri, come i tuoi occhi, Annie». Nasce tra i due un carteggio ewincente, ore pubbliceto e cure di Anna Folli che lo integre con perelleli testi d'eutore e puntigliose ricerche documentali. Nonostante le molte lacune, ci informe su quelle breve stegione d'amore, dove la devozione e l'intenerimento di lei non escludono il calcolo cepriccioso. Nel 1892 Annie si spose con l'irlendese John Chartres e si stabilisce in America, sempre inseguendo il successo letterario (in particolare le sorti di ima sua commedia) ma non manca di tornare in Itaha e di fare visite e Giosuè, in compegnie del marito e deUe fighe Vivien. Sullo sfondo di eriose vedute montane a Medesimo, Moncenisio, Gressoney. L'emore ve tramutandosi in un celdo e solido affetto, quasi filiale, si preoccupa della sua salute, lo scongiura di non eccedere con il vino (si intravede, contro l'abusate monumentalizzazione, il profilo di un Carducci domestico, che ama la compagnie schiette, che gioca a scopone). .L'Orco coltiva invece, pur nelle rinuncia, l'antica fiamma che gh dette lettere soavissime e di scrittura decantetissime. Il desiderio di una solitudine rintanata: «Che è di te? Io sono stato a lungo in Maremma. Non più né anche un lupo. Dove quei poveri enimali venivano a frotte nelle sera urlando, ora fioriscono le viti...». Lo strazio per Annie che si eppreste e vercere l'Oceano: «Duohni che il selvaggio (il marito) mi ti porta vie: ma tu tomi a chi ti ama, e io resto ad avvezzarmi a invecchiare e morire... Ti ricordano anche ì luoghi. Su per le velie, le fete e le ninfe, dalle foreste, dai prati, dalle cascate, dalle cime vaporose, chiedeva¬ no - Orco, che hai fatto di nostra sorella? Lhai tu divorata?» (E' già l'abbozzo di una poesia famosa, «Elegìa del Monte Spinga»). Sì abbandona anche a confessare il triste declino, dopo che è stato colpito da una emorragie cerebrale: «Sono percosso. Scrivo poche righe a stento col lapis. E la parola non è del tutto e sempre libera». L'ultimo incontro resta affidato a una commovente lettera della donna, nell'eutunno 1902: «Non dimenticheremo mei l'addìo che ci deste nel crepuscolo lassù a Medesimo. Noi traversammo il ponte e Voi tornaste indietro, solo. La Vostra figura è scolpita solitaria e grande nel mio cuore e in quello di mia figlia... Penso anche che di là di un altro Ponte - dopo un altro crepuscolo - noi ci ritroveremo ancora». Carducci muore nel 1907. Annie, per varcare il Ponte, dovrà aspettare il 1942. Perseguitata razziale, accasciata per la morte della figlia, viene accolta dalle Suore Nazarene di Torino. Là si spegne, dopo essersi convertita, come da antico desiderio, al cattolicesimo. L'epistolario d'amore fra Carducci e la Vivant!: il poeta circuito dalla donna con una devozione candida e maliziosa , i-" ■■ J Annie Vivant! nell'aprile del 1900: l'ultimo incontro con Carducci nell'autunno del 1902 Giosuè Carducci -Annie Viventi Lettere e ricordi (1889-1906) . Feltrinelli, pp. 188,215 CARTEGGIO

Luoghi citati: America, Moncenisio, New York, Torino