Disco verde a Frattìnì dall'Europarlamento di Enrico Singer

Disco verde a Frattìnì dall'Europarlamento IL NUOVO ESECUTIVO DI BRUXELLES PRONTO PER IL VOTO Disco verde a Frattìnì dall'Europarlamento Ma sulla Commissione Barroso arriva il rischio-astensioni Enrico Singer inviato a STRASBURGO Doppio via libera per Franco Frattini da parte delle due commissioni del Parlamento europeo che lo hanno ascoltato. Luce verde anche per l'altro nuovo commissario del Barroso-bis - il lettone Andris Piebalgs - e per l'ungherese Laszlo Kovacs, che ha cambiato il suo portafoglio. A questo punto l'esecutivo europeo che prenderà il posto di quello guidato per cinque anni da Romano Prodi, è pronto per il voto di fiducia. E tutto lascia prevedere che lo avrà, domani mattina, quando i 731 deputati dell'assemblea di Strasburgo saranno chiamati a pronunciarsi, per appello nominale, sulla Commissione. Sta per chiudersi, così, la crisi esplosa in ottobre con il ritiro della squadra del Barroso-uno che rischiava una clamorosa bocciatura. Adesso nelle sale dell'Europarlamento si respira un clima ben diverso: la quiete dopo la tempesta. Ma non tutti i maldipancia sono svaniti e per Manuel Barroso un rischio c'è: quello di raccogliere meno voti di quanti ne ottenne, da presidente designato, a luglio. Allora Barroso, appena designato dai capi di Stato e di governo della Uè per guidare la nuova Commissione, ebbe la fiducia di 413 deputati europei, 251 gli votarono contro, 44 si astennero 6 ci fvuranol anche tre schede nulle. Un buon risultato se si considerano gli equilibri del Parlamento: 268 popolari, 200 socialisti, 88 democratico-liberali, 42 verdi, 41 comunisti, 37 indipendenti euroscettici, 27 dell'eurodestra e 29 non iscritti. Da ex premier del governo di centrodestra portoghese - che ha ospitato anche il vertice con Bush, Blair e Aznar alle Azzore a 48 ore dall'attacco all'Iraq - Barroso riuscì a superare molti pregiudizi e a conquistare il consenso di un fronte più ampio di quello sul quale poteva contare in base a un meccanico calcolo di schieramenti. Oggi, quando pronuncerà il suo discorso d'investitura, cercherà di ripetere la stessa operazione. E potrà giocare anche una carta in più, perché potrà dire di avere rispettato la voce del Parlamento modificando la sua squadra. Le audizioni dei nuovi commissari, in questo, lo aiutano. Quella di Frattini, in particolare, che ha ricevuto un giudizio favorevole sia dalla commissione Libertà pubbliche che lo aveva ascoltato lunedì sera sia dalla commissione Affari giuridici, che Io ascoltai*) ieri. Nelle due lettere di valutazione, inviate al presidente del Parlamento, Josep Borrell, ci sono molte lodi e poche riserve. Ma i problemi per Barroso non vengono dalle novità: vengono dai «vecchi» della sua squadra e, soprattutto, da Neelie Kroes, la commissaria olandese destinata a prendere il posto-chiave di Mario Monti nella difesa della concorrenza. La signora Kroes è stata nei board di decine di grandi multinazionali e quella che lei definisce «esperienza e conoscenza» del mondo che dovrà controllare, per molti è un pericolo permanente di conflitto d'interessi. La sostituzione della Kroes - che è liberale era stata chiesta sia dai socialisti che dai popolari. Anche per bilanciare i cambiamenti decisi da Barroso. Ma sulla Kroes ha fatto barriera il governo olandese - l'Olanda in questo semestre ha anche la presidenza della Uè - e Manuel Barroso ha ceduto all'intransigenza dell'Aja inventando la formula del «necessario e sufficiente» applicata al mini-rimpasto. I suoi critici, ora, rovesciano quella stessa formula contro di lui: «Ha fatto il minimo e anche noi faremo il minimo», dice Patrizia Toia, della Margherita, annunciando che gli eurodeputati italiani che sono nel gruppo democratico-liberale si asterranno nel voto di fiducia. E l'astensione potrebbe essere la strada scelta anche da molti altri. Nel gruppo socialista, prima di tutto. Forse addirittura tra i popolari dove è possibile la fronda dei 28 conservatori britannici che aderiscono al Pne. Ai voti contrari- e dei comunisti del Gue, di parte dei socialisti e degli euroscettici, si potrebbe aggiungere una pioggia di astensioni. Che non metterà in pericolo la fiducia. Ma che sarebbe un avvertimento per Barroso. I problemi per il presidente che succede a Prodi ora vengono dai «vecchi» della sua squadra Il commissario designato Franco Frattini con il presidente della commissione Giustizia Giuseppe Gargani

Luoghi citati: Aja, Bruxelles, Iraq, Olanda, Strasburgo