PROCESSO AL FANTASMA DI MITTERRAND di Cesare Martinetti

PROCESSO AL FANTASMA DI MITTERRAND LE INTERCETTAZIONI ABUSIVE PROCESSO AL FANTASMA DI MITTERRAND Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI VENTANNI dopo, non è un romanzo di Dumas, ma pur sempre letteratura francese, un «tuffo nel tempo, nel potere e nel segreto», scrive oggi Le Monde - che ne sa qualcosa -, frammenti di autobiografia di un Paese che emergono nel processo che si apre su «les écoutes de l'Elysée». In altre parole le intercettazioni telefoniche ordinate da Frangois Mitterrand, cultore se ce n'è stato uno del potere e dell'occulto, come dice anche il «Da Vinci code», che lo celebra custode del segreto del Santo Graal, sotto l'enigmatica piramide di vetro che perfora la crosta del Louvre e che porta il suo nome. Da oggi lo spettro di Mitterrand è alla sbarra al tribunale correzionale di Parigi per quelle intercettazioni illegittime, centocinquanta persone spiate. Tra il 1983 e 186. Vent'anni fa, appunto. Tempi e modi «italiani». Avvocati, giornalisti (tra cui Edwy Plenel, oggi direttore della redazione di Le Monde, che è parte civile), un'attrice come Carole Bouquet, uno scrittore come Jean-Edem Hallier cbe sembrava voler rivelare l'esistenza di Mazarine, la fighe segreta del Presidente, una vera ossessione perla cellula clandestina costituita dai servizi segreti intemi (la Dst), ufficialmente per combattere il terrorismo e proteggere l'Eliseo, in realtà per scassinare la privacy di almeno 3 mila telefonate. Una pohzia parallela, un «gabinetto nero» con a capo il colonnello Christian Prouteau, che aveva nascosto in un garage cartoni sigillati «secret défense»: 5184 pagine di intercettazioni. Prima di morire Mitterrand lasciò alla storia il suo giudizio su Prouteau: «Il prototipo di ciò che di megho può produrre il nostro esercito». H segreto è indubbiamente una passione francese. Guardiamo il colonnello Prouteau e ci viene in mente la maschera del generale Estripeau - per dire che nelle due settimane di agonia di Yasser Arafat aveva il compito di leggere ai giornalisti il bollettino medico del leader dell'Olp: «Condizioni stazionarie», ripeteva come un disco senza aver mai detto quah fossero queste «condizioni». O anche gh ufficiali degh Rg (reinseignements généraux, servizi segreti) che hanno ricevuto la denuncia di un «corvo» e su richiesta del ministro deUIntemo Dominique de Villepin (l'uomo di Chirac) hanno lavorato in questi mesi in indagini segrete su Nicolas Sarkozy (il nemico di Chirac) su misteriosi conti esteri. Senza scoprire nulla. Anche Mitterrand non ha mai ammesso nulla: «Personalmente non ho mai letto uno solo di quei fogli...». Ma il giudice Valat scoprì che almeno sulle intercettazioni del giornalista di Le Monde c'era il suo autorevole «Vu», visto. E di certo avrà letto i rapporti del vice di Prouteau, Louis Esquivié, che si firmava «Aramis» e crede d'aver vissuto dentro un romanzo: «Eravamo come i moschettieri e difendevamo il Capo dello Stato». Lassù Mitterrand e Dumas si faranno una risata.

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