Mistero all'Aja Un giorno di guerra per due terroristi

Mistero all'Aja Un giorno di guerra per due terroristi DOPO L'ASSASSINIO DEL REGISTA VAN GOGH Mistero all'Aja Un giorno di guerra per due terroristi Sparatoria quando la polizia ha cercato di entrare nell'alloggio dei sospetti. Sfollato un quartiere, chiuso lo spazio aereo, in azione elicotteri e cecchini. Dopo ore uno si arrende, l'altro viene catturato reportage Enrico Singer inviato a L'AJA IL rìschio è che ci scoppi una guerra in casa», aveva detto Jan Peter Balkenende. E una scheggia di guerra, ieri, l'Olanda Iha vissuta davvero nelle strade del Laakkwarteer, un ghetto per immigrati subito dietro la stazione centrale dell' Aja. Una granata contro la pohzia che voleva entrare in un appartamento a caccia di sospetti, due sparatorie, un assedio durato quindici ore,, un blitz finale, quattro feriti: tre agènti delle squadre speciali due sono gravi» t: e un terrorista, arrestato con un complice. Il giovane primo ministro che aveva lanciato il suo grido d'allarme dopo l'assassinio del regista Theo van Gogh e la spirale di vendette a colpi di attentati contro moschee, scuole coraniche e chiese, adesso può dire che il peggio è passato. Che è stata evitata quella che poteva essere mia vera tragedia perché i terroristi minacciavano di far saltare in aria la casa in cui si erano asserragliati. Fino all'ultimo nessuno era in grado di dire quante persone si trovassero nei tre piani dell' edificio di mattoni scuri. E milioni di olandesi hanno seguito, attoniti, in diretta tv, questo incubo mentre il gover- no interrompeva un dibattito sull'Europa in corso nel Parlamento che è nel centro storico dell'Aja a meno di quattro chilometri dal quartiere che si è trasformato in una specie di campo di battagha. Con i tiratori scelti sui tetti, gli elicotteri in cielo, i blindati a circondare le case, una colonna di ambulanze pronte a intervenire, gli ospedali in allarme, lo spazio aereo chiuso e centinaia di abitanti fatti sfollare per creare un cordone di sicurezza attorno ai terroristi e scongiurare il pericolo che potessero prendere degli ostaggi, molti¬ plicando l'effetto delle loro minacce. Tutto comincia poco prima delle tre di notte, quando nella Lorentz Plein arrivano tre auto della polizia. Gli agenti hanno un indirizzo preciso. In un altro covo di estremisti islamici, perquisito a Utrecht, sono stati trovati indizi indiscutibili che hanno chiarito le ramificazioni della cellula responsabile dell'assassinio di Theo van Gogh. Ma quando i primi agenti si avvicinano alla porta, dall'interno parte una bomba a mano. Uno dei terroristi era di guardia: forse quell'incursione se l'aspettava. «Vi taghamo la testa a tutti se entrate qyd», grida il terrorista che si chiude neh' appartamento al secondo piano urlando ancora «Allah è grande». Sull'asfalto bagnato dalla pioggia che cade fitta, restano i corpi di tre poliziotti: due sono feriti in modo grave. I loro compagni h portano in ospedale. E scatta l'assedio. La tensione è fortissima. Gli abitanti del quartiere si sono svegliati con l'esplosione della granata e le prime raffiche di mitra sparate dalla polizia per coprire il recupero dei feriti. Poi arriva l'urlo delle sirene. Le finestre si illuminano. La gente capisce che è meglio mettersi in salvo. Qualcuno scende in strada anche in mutande. E la polizia fa allontanare gli altri. Bisogna creare una terra di nessuno, circondare soltanto i terroristi. E' ancora notte quando cinque isolati sono completamente deserti e bloccati dagli sbarramenti della polizia. Ci si prepara a un assedio di lunga durata. Arrivano anche i camion militari con i riflettori. I giornalisti sono tenuti a duecento metri di distanza. Molte persone spingono sugli sbarramenti della polizia, vogliono vedere quello che succede. C'è anche una fiammata di violenza tra un gruppo di giovani di un movimento di estrema destra e degli immigrati del quartiere. Poi, verso le 17,30 c'è la svolta. Uno dei terroristi si arrende. Esce con le mani alzate. La polizia gli ordina di spogliarsi: vuole essere sicura che non abbia esplosivi nascosti. L'uomo viene arrestato e, probabilmente, confessa che nella casa c'è soltanto un'altra persona: un irriducibile che non vuole consegnarsi. Passano pochi minuti e le forze speciali vanno all'attacco. E' il bliz finale. Una breve sparatoria, il terrorista viene ferito a una spalla e trascinato in un' ambulanza che corre via. La casa è perquisita anche con l'aiuto di un robot cerca-esplosivi. L'incubo è finito. Ma dopo l'uccisione di Theo van Gogh, dopo gli attentati alle moschee e alle chiese, queste quindici ore di scene di guerra nelle strade dell'Aja hanno definitivamente mandato in pezzi il modello del «giardino multiculturale olandese», come chiamano qui il sistema di convivenza con il milione di immigrati musulmani e con tutti gli altri. «L'estremismo sta raggiungendo le radici della nostra democrazia», ammette Balkenende. E Paul Scheffer, uno degli intellettuali più attenti ai problemi dell'integrazione, dice che «è arrivato il momento di fare una distinzione chiara tra la tolleranza e la sottovalutazione di problemi che sono, invece, reali». Anche Ayaan Hirshi Ah, l'immigrata di origine somala che è diventata deputato e che ha ispirato e interpretato il film di Theo van Gogh sulle violenze subite dalle musulmane, insiste su questo tasto. «Si è lasciato troppo spazio ai fondamentalisti che stanno aumentando il loro peso nella comunità islamica, che predicano la Jihad e impongono le mutìlizioni sessuali alle donne. Questa è tolleranza o è stupidità?». Sono gli argomenti che, due anni e mezzo fa, aveva lanciato Pim Fortuyn, il leader populista ucciso in un agguato. Ma l'Qlanda si ritrova a fare i conti con una realtà ancora più esplosiva di allora. L'indirizzo era stato trovato in un covo di estremisti islamici legati alla celllula che ha commesso il delitto il primo ministro Balkenende: «L'estremismo sta raggiungendo le radici della nostra democrazia» llpresmierolandeseBalkenende IHVisita alla scuola ISfamicalnceritiliataàUden Uno dei terroristi arrestati dalle forze speciali olandési durante il blitz di ieri all'Aja

Persone citate: Enrico Singer, Jan Peter Balkenende, Lorentz, Paul Scheffer, Pim Fortuyn, Theo Van Gogh

Luoghi citati: Aja, Europa, L'aja, Olanda, Utrecht