Addio all'artista della pasticceria
Addio all'artista della pasticceria CARLO ARPING, FRATELLO DELLO SCRITTORE GIOVANNI Addio all'artista della pasticceria È morto a Bra Carlo Arpino, fratello dello scrittore Giovanni: aveva 74 anni ed era stato pasticciere e cuoco, ma anche antiquario e pittore. Nella sua pasticceria, nel centro di Bra, e poi nel ristorante l'wArcangelo» si incontravano i giovani intellettuali della città Carlo Petrini SE ne è andato Carlo Arpino, improvvisamente, e con lui finisce la grande generazione della scuola pasticcerà piemontese. Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta è stato, senza ombra di dubbio, il più bravo pasticcere d'Italia. Se in quegli anni ci fosse stata l'attenzione che si dà oggi al mondo della gastronomia Carlo avrebbe avuto un risalto mediatico molto più grande del poco che gli è stato dedicato nella sua carriera. Certamente l'avrebbero scomodato per un programma in televisione o gli avrebbero affidato rubriche fisse sui giornali. Carlo veniva da una famiglia di pasticceri eccezionali, il nonno materno, Berzia, gestiva a Bra, all'inizio del secolo scorso, una delle pasticcerie più importanti di quel periodo. Fece un lungo apprendistato nei grandi laboratori torinesi quando la pasticceria era una vera e propria arte,, ma anche un lavoro durissimo, ricerca esasperata delle materie prime, ore e ore nei «pastin» al servizio di quella borghesia ben descritta da Gozzano: pasticcini, cremini, cioccolato. Ritornato a Bra negli anni Sessanta aprì una sua pasticceria che per vent'anni è stata luogo di pellegrinaggio per gli appassionati e in qualche misura anche simbolo identitario di quella provincia piemontese che la domenica mattina aveva il rito di andare a comprare le «paste». Ma Carlo era anche uno spirito vivace, polemico, anticonformista, incapace di mediazioni servili: quello che aveva nel cuore lo aveva sulla bocca. Specialmente negli anni Settanta ha frequentato compagnie ritenute molto discutibili per il provinciale medio. Si trattava di quella sinistra sognatrice, contestataria e giovanile. Io che ne facevo parte ricordo indimenticabili discussioni nel suo bar pasticceria: certamente non abbiamo contribuito al suo business, che doveva giocarsi anche sul perbenismo da piccola cittadina. Egli poi trasportò la sua inquietudine - figlia anche di una parentela diretta con un fratello famoso e riconosciuto quale Giovanni Arpino - in campo ristorantizio ottenendo grandi risultati; non solo per il buon gusto che caratterizzava ogni suo locale, ma per dei piatti che portavano una ventata di creatività nella gastronomia locale. Fino all'ultimo, anche dopo una noiosa malattia, questa sua inquietudine di fare, di provocare, di stimolare, non si è mai spenta. La sua vena polemica è sempre stata profondamente onesta e disinteressata e, per questo motivo, sempre utile a chi ha saputo ascoltarla e applicarla. Ci ricordiamo l'amico fraterno ma anche un grande artista, figlio di quella provincia piemontese che accanto a scrittori di fama mondiale ha anche saputo esprimere artigiani di raffinata cultura e di straordinaria sensibilità. Carlo Arpino
Persone citate: Berzia, Carlo Arping, Carlo Arpino, Carlo Petrini, Fratello, Giovanni Arpino
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