Il silenzio-assenso della Lega pronta a rilanciare sulle regionali di Giovanni Cerruti
Il silenzio-assenso della Lega pronta a rilanciare sulle regionali LA DECISIONE PRESA AL CONSIGLIO FEDERALE DI IERI Il silenzio-assenso della Lega pronta a rilanciare sulle regionali «Non chiediamo niente: né ministeri, né posti da vicepremier» Il Carroccio insiste per avere la presidenza di una regione del Nord Giovanni Cerruti MILANO Quasi un silenzio-assenso condizionato. E una cambiale, assai pesante, da incassare a primavera, alle elezioni regionali. A due mesi e due giorni dall'ultima volta, si riuniscono i colonnelli del Consiglio Federale e - «all'unanimità» - dicono sì alla linea della Lega di Governo. A Roberto Calderoli e a Roberto Maroni che ha proposto una sorta di mozione di fiducia. E il sì vale anche per questa sera, per quel che Calderoli andrà a dire al vertice di maggioranza. Sintesi: «Noi non chiediamo niente, né ministeri né vicepremiarato per noi (e figuriamoci per Tremonti, che è di Forza Italia). Decida Berlusconi se mandare Fini agli esteri e nominare un nuovo ministro Udc. Noi spenderemo questo credito più avanti, sulla Riforma Costituzionale, e alle prossime regionali». Appunto, la cambiale. Dopo tanti sussurri è la prima volta che la Lega comincia a scoprire questa carta. Lo fa senza dichiarazioni ufficiali, nessun comunicato, ma con quel passaparola che porta un autorevole leghista a confermare così: «A noi interessano .l'approvazione della Riforma Costituzionale e la sua attuazione. E ciò potrà avvenire solo se c'è almeno una regione che tira. Più che i posti al governo, ci preme il funzionamento della scuola o della polizia locale...». Dunque, per Berlusconi, un problema in meno e uno in arrivo. La Lega, anche senza entusiasmi, dà il via libera alle nuove nomine di ministri (per stasera si prevedono solo quelle di Fini e dell'Udo Baccini), ma già avverte Premier e alleati: alle elezioni dell'aprile 2005 una regione del Nord sarà la nostra cambiale all'incasso. 1 Bel problema, per la Casa delle Libertà. Nessuno; in casa Lega, vuole aggiungere altro, né se la regione dei desideri sia la Lombardia piuttosto che il Veneto. Facile, anzi, scontato, che sia la prima. E che il candidato più spendibile, o credibile, o noto, sia il ministro del Welfare Maroni. In Lombardia, però, c'è il potentissimo Roberto Formigoni che vuol essere Governatore per la terza volta. Assolutissimamente. E con una sua lista. E' un bel problema anche per la Lega, un obiettivo non facile. «Ci penso io, ne parlo io con Berlusconi», aveva assicurato Umberto Bossi domenica 17 ottobre, incontrando Maroni e Giancarlo Giorgetti. Qualche giorno più tardi, il Premier pveva sondato Formigoni per ii posto da Commissario Euro¬ peo: «Ma non vuole», aveva poi riferito ai leghisti. A sentire i colonnelli del Consiglio Federale questa cambiale dovrebbe esser firmata entro la fine del mese, quando la trattativa su rimpasto e fisco sarà conclusa. E già stasera, al vertice di maggioranza, Roberto Calderoli dovrà sondare umori e reazioni. Su fisco e rimpasto Berlusconi decide pure quel che vuole, tanto alla Lega va già bene quel che era stato stabilito da tempo. Un sottosegretario per il ministro Calderoli, e sarà il sindaco di Treviso e segretario dei leghisti veneti Giampaolo Gobbo, europarlamentare non rieletto. Un sottosegretario alle infrastrutture, e dovrebbe essere Roberto Gota, novarese, presidente del consiglio regionale e segretario dei leghisti del Piemonte. Un sottosegretario al ministero dell'industria, e sarà un leghista veneto ancora senza nome. A Calderoli, e alla Lega di governo, tocca quest'altra trattativa ben più importante, quella sulla regione da conquistare. Dal Consiglio Federale, per una volta, è uscito senza esternazioni, subito diretto a Roma per un incontro con il ministro Siniscalco. Ha però avuto le sue soddisfazioni, Calderoli. I colonnelli leghisti hanno votato all'unanimità relazione e intenzioni, compresa quel¬ la sulle regioni (Regione Lombardia). E hanno deciso che, da questo momento, saranno bandite le deviazioni dalla linea di governo. «Un conto è la contrapposizione tra indipendentisti e federalisti, un altro è dividersi sulla linea di governo». Di più, l'unico che potrà parlare del futuro della Lega di governo sarà Umberto Bossi. Che, tra casa e clinica, ha già da preoccuparsi del Presidente della Lombardia. Il partito di Umberto Bossi avrà tre sottosegretari Il sindaco di Treviso Gobbo alle Riforme e Roberto Gota alle Infrastrutture A sinistra Roberto Gota. Qui sopra Calderoli, Castelli, Ce, Maroni e Speroni. A destra Giampaolo Gobbo
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