Qui finisce la Francia: ecco l 'Auvergne! di Alessandro Monti

Qui finisce la Francia: ecco l 'Auvergne! LE MERAVIGLIE DI UNA REGIONE DI ORIGINE VULCANICA, SEGNATA OVUNQUE DALLE CIME TONDE DEI «PUYS» Qui finisce la Francia: ecco l 'Auvergne! Alessandro Monti VERDEGGIANTE di pascoli e boschi, addolcite le origini vulcaniche dalle cime tonde dei "puys", dal latino "podium": le montagne locali a cratere, l'Auvergne è terra anche di laghi, rivi gorgoglianti e impetuosi, cascate, stazioni termali e sciistiche, di castelli e chiese romaniche, di malleabili pietre vulcaniche, nere o rossastre, nelle quali un tempo si scolpivano croci, si scavavano le vasche delle fontane, si coprivano i tetti di lose, qui "lauzes", poste in eleganti scaglie alternate. Oggi con la pietra lavica smaltata si fanno piani di tavolini e quadretti policromi. Pare che un cartello stradale rechi la dicitura "Qui finisce la Francia e incomincia l'Auvergne", ma non è ima rivendicazione autonomista. E' solo l'orgoglio di essere dentro il cuore stesso dell'identità storica della Francia: ■;« qui nacque Vercingetori■r-f' gè e trasse origine la dinastia dei Borboni, qui a Clermont-Ferrand fu bandita con il Concilio del 1095 da Urbano II la Prima Crociata, qui operò Blaise Pascal e vide la luce Bibendum, l'ominologo della Michelin. L'Auvergne, per noi Alvernia, con voce aulicamente latineggiante che ci rammenta del De Bello Gallico, è regione agreste e pacifica, dal clima rude e dalla vita un tempo difficile. Dei suoi multiformi paesaggi e variegata cultura vorrei proporre un microitinerario che da Clermont-Ferrand, omettendo la ben nota Vichy, conduce sino ai piedi del Puy-de-Dóme, nome mitico del Tour de Franca, complice un delizioso Ter, Treno Espresso Regionale, che è incrocio miniaturizzato tra una littorina e un Tgv. Prima però diamo imo sguardo a Clermont-Ferrand, le sue fontane, il serpeggiante centro storico e le molte botteghe di antiquario, la bella cattedrale e la chiesa di Notre-Dame-duPort, preziosa per i capitelli istoriati. Ci spostiamo nel borgo medievale di Montfeirand con la chiesa gotica, alquanto mortificata da impalcature e costruzioni troppo vicine, arricchita dallo stupefacente doccione che rappresenta un levriero, e la casa antica con strutture in legno, detta dell'Apotecario. É infine d'obbligo un giro per i vari musei con le belhssime statue medievali. Il nostro Ter si inerpica, minuscolo e blu per i boschi, inoltrandosi nel Puy-de-Dòme e Sancy. Dopo varie fermate, tra cui Volvic, si arriva a Laqueuille, non si perda la giovane e graziosa capostazione, dove è possibile visitare un museo della vita contadina. Segue St. Sauves, con un altro museo rurale, e infine i due centri maggiori, entrambi stazioni termali, La Bourboule e le Mont-Dore, attraversati dalla Dorè, etimologia analoga alla nostra Dora. In particolare Mont-Dore vanta imo stabilimento termale, costruito su tenne romane, in stile piastrellato-bizantino, con una cura di tre settimane a base di infiltrazioni di gas termale escogitate dal dottor Baud, che lasciano lividi orrendi ma guariscono. Le graziose e linde cittadine termali del Puy-de-Dóme sono anche una festa di alberghetti, tutti a gestione famigliare, e di negozietti di souvenir e di delizie gastronomiche locali. Men¬ zionerei per i primi l'hotel Le Russie, al maschile, di MontDore, a due passi dagli stabilimenti termali, così denominato per la clientela russa di inizio Novecento. Gestito oggi da Monsieur e Madame Paquette, lei una "charmante" e vivace francese "inalbare" della Réunion, ossia una isolana di origine indiane. L'hotel è frequentato da un delizioso assortimento di simpatici eccentrici, provenienti, oltre che dalle varie parti della Francia, dall'Algeria e dalla Martinica. Un concentrato, insomma, del vecchio impero coloniale francese, con aperture alla globalizzazione nel personale, che annovera, oltre a un cuoco parigino, dei cinesi e una portoghese. Interessanti, per gli acquisti, le "bracante" a rotazione della zona, dedicate al modernariato rustico con attrezzi di lavoro, oggetti di uso quotidiano, più libri e cartoline, dai prezzi assolutamente competitivi rispetto all'Italia, e la coltelleria tipica di Thiers, in vendita ovunque. Sono da citare infine le pietre, un tempo lì era zona di miniere e di cave, da vedere nei negozi Volcan o direttamente alla Taillerie de Sancy, a mezza strada tra le Mont-Dore e La Bourboule, con laboratorio e vendita di fossili, collane, braccialetti e altri gingilli di pietre semi-preziose. La Taillerie è raggiungibile, oltre che dalla strada, anche con un' arcadica passeggiata tra i faggi, le felci e i castagni, lungo il corso ora frusciente ora spumoso della Dorè, per un sentiero di 5-6 chilometri che unisce le due sopra citate cittadine. Per i ghiottoni si vendono formaggi quali il St. Nectaire e il Bleu d'Auvergne, oltre ai tradizionali caprini, salami in tutte le salse, alle castagne o ai mirtilli e ai porcini, e del buon vino St. Pourgain. Per dessert, la torta di mirtilli. Alle cure si possono alternare lunghe passeggiate a piedi, "randonnées": tra i boschi e lungo la Dorè sino al La Bourboule, oppure al Pie du Capucin o alla Grande Cascade o al Chemin des Mille Gouttes. Oppure, sino al Puy-de-Dòme, passando per Sancy, stazione sciistica, con l'attrazione estiva delle "luges", slittini che scendono lungo i pendii erbosi. Da vedere anche i numerosi laghi, tra cui quello di Guèry, immersi tra i boschi e tra i prati dove pascolano le mucche, e le verdi cime vulcaniche, a conca oppure isolati speroni, in apparenza inaccessibib, a strapiombo sull'ondulato paesaggio circostante. Tali escursioni sono anche organizzate dagli uffici turistici, che indicano pure noleggiatori che per quindici euro a testa ti portano in giro per la zona. Tra i possibUi percorsi segnalo Murat, con la casamuseo di Toinette, che illustra la vita rurale d'antan con uno spettacolo di immagini, voci e ricreazione di ambienti contadini ormai scomparsi, in primo luogo l'abitazione stessa, composta da un unico locale con cucina, letto a baldacchino e stabbi per la mucca, il maiale, la capra e le galline. Murat, inerpicato lungo i tornanti di una strada che sovrasta La Bourboule, ha un bellissimo palazzotto padronale, che oggi funge da "mairie" e da sala d'esposizioni, e la rovina di un castello, dalla quale si gode lo stupendo panorama delle montagne e delle vallate circostante; tra i castelli Cordès e Murai; tra le chiese romaniche soprattutto la basihea di Orcival, poi quelle di St. Saturnin e St. Nectaire, villaggio famoso anche per il formaggio. Per il folklore, infine,si segnala La Bourrée d'Auvergne, dal nome di un'antica danza, spettacolo di balli e canti tradizionale. Il viaggio è finito, rimane nel cuore l'immagine del trenino che scende fragile tra i boschi di Mont-Dore come in un plastico per ragazzi. Qui nacque Vercingetorige e trasse origine la dinastia dei Borboni. A Clermont-Ferrand con il Concilio del 1095 fu bandita da Urbano II la Prima Crociata . Qui operò Blaise Pascal e vide la luce Bibendum, il famoso omino della Michelin Clermont-Ferrand con la chiesa di Notre-Dame-du-Port Vista sul Puy-de-Dòme, nome mitico del Tour de France

Luoghi citati: Algeria, Clermont-ferrand, Francia, Italia, Martinica